Il decadentismo politico ci sta conducendo verso l’ignoto
È mai possibile che in un paese di ” santi, navigatori ed eroi” non possa nascere una lungimirante figura che possa catalizzare le simpatie di un numero significativo di persone, indipendentemente dal loro pensiero politico o religioso (perché questo è il segreto) e che abbia un concreto carisma al disopra di ogni sospetto di parte? Guardate la misera figura fatta da tanti capipopolo che tentando di sfruttare la rabbia popolare (più che giustificata) hanno concretizzato una scalata politica rivelatasi poi solo di interesse personale!
Come non ricordare Umberto Bossi della Lega con i suoi slogan di “Roma ladrona” quando poi le mani nel sacco ce l’aveva anche lui. O l’attuale Movimento 5 Stelle con Beppe Grillo a fare il manovratore sul quale vi sono molte perplessità in un eventuale futuro incarico di governo.
Come tutti i politici, sono prodighi di consigli quando non contano niente, salvo poi naufragare nel marasma parolaio non appena raggiungono il potere.
Non passa giorno che notizie giornalistiche informino i cittadini di scandali quotidiani riguardanti le istituzioni, la pubblica amministrazione a tutti i livelli, centrale e periferica.
Sinceramente non ne possiamo più!!!!
Ma il fatto grave risiede nella certezza che non cambierà nulla, che quello che succede oggi, succederà anche domani e forse anche peggio.
Alcuni di questi scandali sono veramente rivoltanti: dai furbetti del cartellino alla tragedia dei migranti con migliaia di morti, donne e bambini sottoposti alle più turpi angherie da gente senza scrupoli che la fanno franca in barba a qualunque legge. Fenomeno questo che dovrebbe quantomeno turbare le coscienze dei governanti che giocano all‘antico scaricabarile, gestito indegnamente dall’intera Comunità Europea con penosi tentativi di ripensamenti morali al succedersi di tragedie che fanno più clamore mediatico di altre quotidiane che passano inosservate.
E che dire poi dei terremotati costretti a protestare davanti ai palazzi del governo perché a distanza di mesi o anni poco o niente è stato fatto di concreto nonostante la generosità degli italiani che non hanno fatto mai mancare la loro solidarietà.
Quello che maggiormente sconvolge è la totale e assoluta mancanza di moralità della politica (non solo italiana) senza alcun riguardo per le categorie più deboli ed indifese (pensioni da fame, handicappati, famiglie in seria difficoltà, giovani, gente senza lavoro, anziani….) salvo nei periodi elettorali dove il “bene del paese” è materia di gargarismi quotidiani. Tutto questo ha portato ad una totale disaffezione della gente a cui segue una penosa rassegnazione con l’opinione comune ormai consolidata che le decisioni governative sono indipendenti dalle necessità del comune sentire.
Comunemente si sente dire che la nostra classe politica è lo specchio della nostra società. Sono frasi che siccome vengono spesso ripetute, potrebbero acquisire una parvenza di verità. Non è affatto vero! La stragrande maggioranza del popolo italiano è formata da gente onesta, generosa che si sacrifica volentieri anche per gli altri; è questa classe politica incapace e dissoluta che sta conducendo il paese verso una fase oscura.
Qualcuno, puerilmente, dirà che li abbiamo votati noi! La realtà è un’altra, a noi tocca votare quelli già scelti in altre sedi. Il tempo ha dimostrato che sono tutti uguali e che la nostra capacità di scelta è, a priori, perdente: il voto è diventato merce di scambio per i potentati, i posti di potere spartiti fra gli amici (Matteo Renzi docet) spesso senza alcuna specifica competenza, e soprattutto con l’intima convinzione di essere comunque protetti.
È vero che bisogna essere positivi ed ottimisti, ma quando anche le cifre dell’Istat ogni anno diventano dati sempre più preoccupanti, soprattutto a carico dei ceti più poveri, è difficile vedere spiragli di miglioramento.
Noi abbiamo il diritto di essere amministrati da persone capaci ed oneste, ma soprattutto dobbiamo avere la concreta possibilità di rimuovere da posti di potere tutti quei personaggi che si dimostrano indegni dell’incarico ricevuto. Il Presidente della Repubblica, magari affiancato da una magistratura corretta ed intransigente, dovrebbe farsi garante della sovranità popolare espressa non solo a parole, ma nei modi e nei termini della Costituzione. Se questa poi non fosse sufficiente, vista anche la velocità dei cambiamenti sociali, sarebbe auspicabile un agile meccanismo istituzionale che garantisca la rapida applicazione delle istanze popolari il cui perenne rinvio getta discredito su tutte le istituzioni.
La storia insegna che qualsiasi cultura, raggiunto il massimo splendore, inizia la decadenza; noi il massimo splendore non l’abbiamo mai raggiunto (salvo forse durante l’impero romano), ma la decadenza è così rapida e lampante, che non fa sperare in un futuro almeno accettabile. Speriamo di sbagliare.
Enzo Tattini
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