Le otto blasonate granduchesse d’Europa
Prima di affrontare i commenti della Champions consumiamo due frasi per riprendere gli episodi del post gara di Juventus-Milan con lo spogliatoio ospiti dello Stadium messo a soqquadro dai rossoneri. È la realtà del nostro campionato oramai sempre più deprimente. Scene che a malapena si vedono in III Categoria.
Forse è la conseguenza delle disavventure societarie del club meneghino superblasonato che non riesce a trovare la quadra con gli acquirenti cinesi ragion per cui alcuni calciatoti si sfogano con le suppellettili avversarie . Fosse rimasto alla guida societaria Berlusconi questi giovanotti e questi bulli di periferia sarebbero andati incontro a sanzioni e allontanamenti. Oggi se la ridono.
Consoliamoci con la Champions.
Quello che pochissimi si attendevano si è verificato, noi non eravamo tra questi. Al Camp Nou è accaduto l’impossibile. Roba più unica che rara. Da Guinness.
Il Barcellona ha rimontato il 4-0 dell’andata ed ha estromesso i francesi del Paris St Germain con un rocambolesco 6-1.
Per dovere di franchezza va annotato che Pierluigi Collina, il capo designatore dell’Uefa, con molta probabilità concederà diversi mesi di riposo al teutonico direttore di gara, Deniz Aytekin, quantomeno sino al termine della stagione 2016-2017. Sono minimo quattro gli episodi clamorosi contestatigli: la mancata espulsione di Neymar, l’evidente fallo da rigore commesso da Mascherano su De Maria, il cartellino rosso non estratto nei confronti di Marco Verratti ed infine il tiro dal dischetto regalato a Suarez con il risultato di 4-1 per una tenue spinta di Marquinhos. Rospo difficile da ingoiare ed il tecnico parigino Unai Emery a fine gara davanti ai taccuini così si sfogava:
“L’arbitraggio ci ha decisamente penalizzato, una delle ragioni determinanti per cui siamo stati eliminati è da imputare alla direzione di Aytekin, che ha avvantaggiato decisamente i catalani”.
Ma il calcio è anche questo. Il responso ufficiale del campo manda il Barca ai quarti di finale ed il Psg all’ombra della Tour Eiffel.
La seconda sorpresa ce l’ha regalata il Leicester che, dopo aver battuto il Liverpool per 3-0 in Prermier, supera brillantemente il Sevilla 2-0 e passa il turno. Altro record storico dopo la vittoria nel campionato inglese della passata stagione.
Oramai sono rimasti pochi dubbi sul licenziamento di Claudio Ranieri e sugli scarsi risultati conseguiti dai suoi ex giocatori. Chi conosce l’atmosfera degli spogliatoi sa bene che tali atteggiamenti sono paragonabili ai classici ammutinamenti marinari.
Probabilmente il tecnico romano deve aver pestato i piedi a qualche personaggio importante il quale per ripicca ha frenato la sua e l’altrui grinta e agonismo.
Non vi è stata sorpresa al San Paolo dove il Real Madrid ha zittito, con l’identico risultato del Bernabeu, i partenopei di Maurizio Sarri, 3-1 e pochi commenti. Come in Spagna anche a Napoli gli azzurri vanno in gol per primi al 24’ con Mertens, ma non trovano la forza e la fortuna del raddoppio e così nella ripresa i blancos ammutoliscono lo straripante San Paolo.
Per nostra ventura questa volta De Laurentis non ci ha tediato e non ha imprecato contro le giacchette nere né contro i più titolati avversari e neppure contro la sua stessa formazione, forse era già rassegnato alla sconfitta e al ritorno alla realtà. I campani potranno dedicare tutte le energie alle vicende italiane senza distrarsi con le chimere, auspicando un posto in Champions.
Scontato il risultato di Monaco di Baviera con un Bayern in gran forma che tra andata e ritorno va in gol ben 10 volte contro l’Aresenal. Netta vittoria del Borussia Dortmund a spese del Benfica, 4-0, deliziosa tripletta del gabonese Pierre-Emerick Aubameyang.
Non ce la fa il Leverkusen ad espugnare il Vicente Calderon e viene eliminato dall’Atletico Madrid.
Bella impresa dei biancorossi del Monaco che battono il Manchester City di Beppe Guardiola 3-1, avendo perso in Inghilterra 5-3 in virtù dei gol doppi in trasferta, i monegaschi attraccano ai quarti con l’intento di proseguire e puntare alla seconda finale della sua storia dopo quella, persa per 3-0 contro il Porto di José Mourinho, nel 2003-2004.
Abbastanza insipido il match dello Juventus Stadium ove i bianconeri, padroni del campo e del cuoio, quasi zero hanno concesso e pochissimo hanno concretizzato, preferendo risparmiare energie in vista delle prossime scadenze italiane. Dal giorno in cui Massimiliano Allegri si è reso conto del potenziale tecnico di cui dispone qualcosa è mutato nella tattica e nella messa in campo dell’11.
Potendo contare su calciatori del calibro di Dybala, Higuain, Cuadrado, Mandzukic, dotati di tecnica raffinata, predisposizione al sacrificio e voglia di andare sotto la doccia con la maglietta sudata, nessun sogno è vietato. È compito degli avversari preoccuparsi della formazione bianconera che dispone della miglior difesa e del terzo attacco, quantomeno in Italia. In Europa i pericoli li può creare il Real, il Bayern ed il Barca, con le altre c’è rispetto ma non timore.
Venerdì alle 12 dalle urne elvetiche di Nyon conosceremo gli accoppiamenti per i quarti. L’andata si gioca l’11 ed il 12 aprile mentre il ritorno la settimana successiva, 18 e 19.
Tre club spagnoli (Real, Barcelona e Atletico), due tedeschi (Bayern e Borussia), un inglese (Leicester) e poi Monaco e Juventus.
Quasi tutti vogliono evitare il Leicester, ma sarà vero?
la Redazione
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