Nessuna emozione
Continua, implacabile e persin noiosa, la strada intrapresa questo campionato.
Una situazione iniziata prestissimo e proseguita, senza scossoni né colpi di scena a tutt’oggi. Il guaio è che così sarà fino alla fine.
La schiacciante egemonia della Juventus ha appiattito tutto e tutti. Già imbattibile (o quasi) nei primi mesi del torneo, è diventata davvero pressoché insuperabile da quando Allegri si è inventato, quasi per gioco o scherzo, l’attacco atomico con, in pratica, cinque punte schierate. Il patto era chiaro: avanti tutti (e tutta), ma chi non sta agli ordini esce. E allora tutti (il solo Higuain escluso), recepito il messaggio, han detto sì e i bianconeri si sono fatti ancora più pungenti e vincenti.
A vedere certi atleti, come Cuadrado o Dybala, per vocazione attaccanti puri, lavorare sodo come tornanti di fascia e di centrocampo non si era certo avvezzi.
E però, pur di non perdere la maglia, stanno facendo di tutto e di più, perché non solo stanno alle consegne in modo più brillante, ma ultimamente sono stati proprio loro ad andare a segno consegnando alla squadra le ennesime vittorie.
Trasferire questa situazione di gioco in Europa forse non è del tutto consigliabile o agevole, tuttavia non ci sarebbe da stupirsi se avvenisse. Certo la sfida di Champion che attende la Juventus è ardua, ma e la buona sorte e una solidità indubbia, oltre alla continuità ferra dei risultati conseguiti, fanno bene sperare. Il Barcellona, dopo tutto, ha subito un poker in Francia e immaginare che Cavani e compagni siano più forti dei bianconeri non mi sembra credibile. Staremo comunque a vedere.
Nella rincorsa di quelle che stanno dietro, Napoli e Roma hanno tenuto il passo, anche perché agevolate da un turno relativamente facile.
Ad Empoli finché hanno giocato, gli azzurri di Sarri hanno dato spettacolo, con Insigne salito in cattedra non solo come goleador, ma come autentico protagonista del match.
Poi il solito Mertens, con Dzeko, il solo dei bomber ad aver mosso la propria posizione nella parte alta della speciale classifica dei cannonieri. Anche se distaccato di due lunghezze dalla Roma, continuo a credere che potrà essere il Napoli la squadra capace di agguantare il secondo, prezioso posto in classifica. Mi sembra più frizzante nel gioco, ma soprattutto più quadrata nell’atteggiamento, ossia meno ondivaga, meno sottoposta agli umori e alle sollecitazioni esterne. E quindi, senza aver il calendario delle ultime nove giornate alla mano, spenderei qualcosina in più su un loro successo finale in questa strenua corsa.
La Roma è buona squadra solo quando decide di esserlo. In quest’annata è andata incontro a dei black out importanti che le sono costati punti preziosi e ha fallito nel concretare alcuni momenti topici che l’avrebbero potuta ben più avvicinare alla capolista. La grana del nuovo stadio ha distratto di molto la dirigenza, rendendola anche più nervosa del necessario.
Il tecnico Spalletti, che sembra ogni giorno di più, chiuso a riccio nel suo cappottino, un calimero immalinconito, sta meditando l’addio e i recenti attriti interni non agevoleranno di sicuro lo sprint finale. Se l’attacco e il centro del campo continuano a restare ben attrezzati, più di una volta la difesa ha fatto cilecca e questo, specie quando la lotta si fa davvero energica, ha compromesso e può compromettere qualche esito.
Restando a Roma, la sorprendente Lazio non ha colto l’occasione di Cagliari per farsi sotto al Napoli in modo più che minaccioso. Una vittoria in Sardegna avrebbe voluto dire 58 punti a sole due lunghezza dai partenopei. Ma credo che Simone Inzaghi, al di là di un pizzico di delusione per il pari, abbia più di un motivo per essere non solo soddisfatto ma ben contento. Partito fra mille incertezze ha saputo dare una quadratura nobile e efficace alla squadra, portandola così in alto in classifica da essere lui stesso un poco incredulo.
Bene le due milanesi, con il Milan vincente in extremis e l’Inter stoppata nella sua bella corsa da un Torino gagliardo che le ha fatto sputare l’anima prima di accettare il segno ics, che comunque è parso ai più l’esito corretto. Lasciata da parte una conduzione di gara molto discutibile dell’arbitro Banti, la partita di Torino è stata bella e affascinante.
I due sommi bomber, Belotti e Icardi, non hanno segnato, ma la palma del migliore, in questo ambito, tocca senz’altro al granata che si è battuto come un leone, creando da solo reparto. Ha fatto a sportellate con la difesa nerazzura, ponendosi come esempio per tutti i compagni (un messaggio non ricevuto da Adem Ljajic, l’interno granata sempre più deludente nel rendimento).
L’Atalanta è tornata a vincere dopo la dura lezione della scorsa settimana e ha ripreso a cullare i sogni di grandezza. Ha ragazzi giovani in palla e i meno giovani, come Gomez, stanno attraversando un momento di forma strepitoso.
In coda l’Empoli sta provandole tutte per farsi raggiungere almeno dal Palermo ma per adesso può continuare a stare relativamente tranquillo. Crotone e Pescara sono spacciate da tempo, ma per dignità cercano comunque di affrontare le partite con voglia e buona volontà.
Franco Ossola
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