La chirurgia estetica migliora il fisico e la mente
Quando si parla di chirurgia plastica la mente corre prontamente a modifiche e miglioramenti estetici, alla voglia di occultare imperfezioni donateci dall’alto o quegli strani scherzetti dovuti al trascorrere veloce delle primavere. Ma il fato ha voluto che questa branca della chirurgia sia nata per esigenze di vita e sopravvivenza, difatti i primi interventi sono stati effettuati durante e dopo la Prima Guerra Mondiale e sono ripresi in maniera più assidua nel corso della Seconda Guerra, seppure vi siano descrizioni di interventi nei Veda, libri sacri indiani, e in Mesopotamia già nel Duemila a.C.
Il padre della chirurgia plastica italiana può essere considerato Gustavo Sanvenero Rosselli (Savona 1897 – Milano 1974) il quale pur nascendo in una famiglia di avvocati si laureò in Medicina a Genova nel 1921 ed iniziò la carriera di otorinolaringoiatra a Torino. Nel 1926 ottenne una borsa di studio per frequentare a Parigi la clinica del prof. Ferdinand Lemaitre, durante il soggiorno partecipò ai corsi di chirurgia plastica facciale specializzandosi nella nuova disciplina. Rientrato in Italia nel 1929 fu nominato direttore del Padiglione Mutilati del Viso creata per il recupero ed il reinserimento sociale dei mutilati della Prima Guerra. Il 1929 viene considerato l’anno di origine della Chirurgia Plastica Italiana.
Dall’abilità tecnica ricostruttiva nasce la chirurgia plastica estetica, ed oggi tutti i chirurghi specialisti in chirurgia plastica che si dedicano alla chirurgia plastica estetica seguono inizialmente una preparazione in chirurgia plastica ricostruttiva.
Nel mentre in tanti paesi occidentali fioriscono associazioni che raccolgono i professionisti della chirurgia plastica estetica in Italia siamo piuttosto lenti a fare squadra, un malcostume generalizzato che spazia in numerosi settori.
Nella penisola bisogna attendere il 2011 per la costituzione dell’Aicpe, Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.
L’Aicpe ha colmato un vuoto che rischiava di ampliarsi e produrre confusione oltre che agevolare il compito delle malelingue e del gossip periferico. Chi si occupa di chirurgia estetica nutre interessi e obiettivi differenti da quei chirurghi che si dedicano quasi esclusivamente alla microchirurgia oppure alle ustioni che sono discipline complesse le quali richiedono una pressoché completa dedizione.
Quei liberi professionisti che hanno optato per la chirurgia estetica come prima ed esclusiva attività hanno determinate esigenze e necessità per cui abbisognano di supporti affidabili e professionali.
Ed in sostanza sono le motivazioni dell’Associazione per cui è stata costituita.
Difatti l’Aicpe si preoccupa di promuovere la formazione e la pratica in chirurgia plastica estetica con l’intento di favorire uno scambio di conoscenze tra i chirurghi qualificati per un maggiore e un migliore avanzamento della specializzazione.
Non meno importante è la tutela dell’immagine professionale per cui sostiene e difende la chirurgia plastica estetica affinché rimanga una disciplina riconosciuta e rispettata, come pure si preoccupa di incoraggiare e ampliare tra gli associati la pratica di standard elevati
per quel che concerne la condotta personale, professionale ed etica. Ovviamente cura la diffusione e l’aggiornamento sulle informazioni riguardanti la professione medica ed i risultati delle più attuali ricerche scientifiche, mettendo a disposizione informazioni utili e immediate e nel contempo consiglia e informa quanti desiderano ottenere aggiornamenti e suggerimenti sulla materia.
Altro scopo dell’Aicpe è quello di promuovere la comprensione della disciplina tra i medici e in special modo con i colleghi della medicina generale. Altrettanto primario è lo scopo di stabilire rapporti continui e intensi con le altre associazioni internazionali di chirurgia plastica estetica.
Abbiamo voluto ascoltare il pensiero di Claudio Bernardi chirurgo plastico estetico e tesoriere dell’Aicpe.
“L’obiettivo dell’Aicpe è di offrire un percorso formativo adeguato ai propri iscritti e a quanti si avvicinano alla chirurgia plastica estetica. Offrire il massimo della qualità con uno standard adeguato. È fondamentale una rigida formazione specialistica e per noi riveste un ruolo determinante, ecco la ragione per cui insistiamo tanto su questo aspetto”.
Non essendo convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale vi è chi cerca il low cost e si rivolge oltre i confini.
“I nostri sono interventi voluttuari e privi di urgenza ma che necessitano di estrema professionalità e competenza. Gli standard raggiunti dagli italiani in questa disciplina sono di assoluto valore mondiale. Recarsi all’estero per un intervento comporta dei rischi notevoli e alla fine anche dal punto di vista economico non vi sono garanzie che si trovi un risparmio reale in quanto tra intervento, visite pre e post operatorie al tirar delle somme non so se e quanto si risparmi”.
In compenso si registra un numero sempre più elevato di pazienti stranieri.
“Ciò è dovuto alla nostra preparazione e alla nostra competenza. A livello internazionale siamo molto apprezzati e stimati, ciò lo riscontro altresì nei vari convegni e congressi internazionali ai quali partecipo. Anche tra i giovani medici che si avvicinano alla nostra specializzazione vi è tanta preparazione ed entusiasmo”.
Guglielmo d’Agulto
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