Europa massonica sempre più alla deriva
Partendo da lontano fece molto scalpore il caso di Adel Smith, cittadino italiano seguace di Maometto, che aveva chiesto ed ottenuto per via giudiziaria la rimozione del Crocifisso da un’aula di una scuola di Ofena, paese in provincia de L’Aquila. Ne venne fuori un putiferio con marcia indietro del tribunale e battuta in ritirata di Adel Smith. Ma quello che è stato più strano negli innumerevoli dibattiti che ne seguirono, fu il fatto che chi si è sottratto con maggior convinzione alla discussione furono i cattolici.
Ne vennero fuori i motivi più sorprendenti. Dall’idea che Gesù Cristo si è immolato per i sacri confini della patria, il sacro suolo dell’Occidente, l’Unione Europea che ora non vuole più saperne di Lui, e così via con altre supposizioni più o meno amene. Chi ne fece un vessillo politico, chi la somma di generici valori universali.
Nessun credente è andato in qualsiasi salotto televisivo per dire semplicemente: mi sento offeso per la decisione di rimuovere il Crocifisso dalla scuola di Ofena perché rappresenta il mio Dio, venuto sulla terra a morire per tutti anche per voi che non credete.
Questi pensieri mi sono tornati in mente leggendo il libro di Fabio Torriero, “Il futuro dei cattolici in politica”, dove l’autore analizza molto bene il percorso, indubbiamente non esaltante, della nostra politica e soprattutto dei personaggi politici del nostro tempo, mettendo in risalto come il non aver capito in anticipo i segni dei tempi, ha permesso il rapido declino non solo economico ma soprattutto morale del nostro paese. A questo degrado non è estraneo la scomparsa dei cattolici che, indipendentemente dal loro numero, avrebbero il dovere di contrastare in prima persona le molteplici incongruenze su scelte politiche non sempre consone con le loro priorità morali.
Una generica credenza in Dio non introduce l’uomo nella dimensione soprannaturale. La timidezza nel professare la fede, quasi fosse un’offesa per i non cristiani, compromette gravemente la testimonianza
cristiana fino a configurarsi come un tradimento.
Non è più tempo questo di neutralità su temi etici: gender, utero in affitto, matrimoni e adozioni gay, diritto alla vita, droga, eutanasia, ecc., o di qua o di là!
Va detto chiaramente che se la classe politica e quella intellettuale non cominciano a ragionare sorpassando le classificazioni ormai superate (destra e sinistra) qualsiasi soggetto politico è destinato a non riflettere più la volontà e le aspettative dei popoli.
Sono parole-marketing usate soltanto per dividere i cittadini su fronti inesistenti e servono solo per la sopravvivenza delle poltrone politiche e di casta che dovranno essere azzerate. Anche e soprattutto su temi di valori non negoziabili, perché altrimenti centro-destra e centro- sinistra saranno semplicemente le facce della stessa medaglia. Può un cattolico essere “moderatamente” contro l’aborto?
Come dice Antonio Socci, cattolico, oggi c’è una sola strada percorribile: che i popoli riprendano la loro sovranità politica e monetaria dove pare più che evidente, con una evidente crisi economica in atto, la manifesta incapacità dell’Unione Europea di gestire il flusso biblico dei migranti. Ma principalmente nel darsi una propria identità.
Per rispondere all’Islam su dialogo ed identità bisogna porsi, bisogna ” essere “. Ma l’Europa ha ancora una sua identità? Siamo ancora noi stessi o piuttosto involucri vuoti, uniti soltanto dall’economia dei più forti all’interno di ordinamenti istituzionali svuotati e inefficaci.
L’Italia ha ancora una sua identità? Cioè si riconosce il primato della tradizione nazionale, storica, religiosa e culturale del nostro paese?
Al momento è sempre più evidente l’esistenza di incompatibilità culturali, che smentiscono la filosofia buonista dell’accoglienza che ha sempre connotato le scelte politiche della sinistra nostrana, in nome di
un multiculturalismo progressista che sembra in via di fallimento.
Se non c’è un legame anche spirituale con la propria terra, un senso profondo di appartenenza, un’idea da consegnare ai propri figli, rimane solo l’individualismo, il narcisismo, l’utilitarismo. La concezione che l’uomo non abbia più un luogo dove nasce, vive, lavora e muore, è un uomo senza legami forti, quindi più facilmente controllabile e condizionabile. E questo le lobby economiche lo sanno bene……..(Ettore Gatti Tedeschi).
Chi sa “chi è” non ha paura dell’altro, lo vede come un arricchimento. È “chi non sa più chi è” (apolidi, cittadini del mondo) che vede l’altro come un pericolo sia esso economico, culturale, sociale, lavorativo, religioso.
Da ricordare che non tutti i muri sono sbagliati a priori e controproducenti nella storia europea: Poitiers, Vienna, Lepanto, i “muri identitari” minacciati dall’Islam che avrebbero distrutto, se vincitori, la millenaria cultura del nostro continente.
Come la pensano oggi i politici cattolici sui “valori non negoziabili”? Troppo comodo nascondersi dietro il valore della laicità (la cosiddetta libertà di coscienza) che significa semplicemente complicità oggettiva di questo irrefrenabile processo di laicizzazione dei popoli che raggiungerà come obiettivo finale la legittimazione sociale e legislativa del principio di morte con la possibilità di ampie scelte personali, perché Dio è sostituito dall’Io onnipotente dove ogni desiderio diventa obbligatoriamente un diritto e dove ogni limite è insopportabile; ognuno prende ciò che vuole, che gli fa comodo, dove ognuno sceglie di essere come si sente o come gli piace essere (teoria gender), senza identità storica, culturale. sociale, religiosa e sessuale, che, di fatto ha scisso per sempre la creatura dal Creatore, dal Creato che diventa un immenso laboratorio chimico per soddisfare ogni desiderio che per sua natura è illimitato.
La Chiesa (dal magistero alla Dottrina Sociale) è l’ultimo baluardo alla intuizione che la partita è epocale e definitiva: L’Unione Europea che ha ignorato le sue radici cristiane guardando solo all’Illuminismo di stampo massonico, mostra ogni giorno di più i suoi limiti in tema di morale e di affidabilità su valori universali (Fabio Torriero).
Per i cattolici questo presuppone il ritrovamento della loro unità e coscienza pubblica abbandonando anche se necessario il rapporto di subalternità con le istituzioni ecclesiastiche.
La vecchia DC la lasciato libero lo spazio all’egemonia comunista nelle università, nelle istituzioni culturali, nelle scuole, la formazione dei giovani e l’editoria.
E se il comunismo è stato sconfitto dalla storia sul piano politico ed economico, ha resistito, o meglio prevalso, a livello culturale per molti anni sconfiggendo la DC nelle battaglie politiche (divorzio, aborto) di grande significato. La DC non ha mai governato realmente in modo cristiano.
Oggi i cattolici in politica sono ridotti a comparse irrilevanti senza alcun peso nelle approvazioni di leggi decisive nella società (es. unioni civili) o nelle decisioni prese a Bruxelles dove la nostra rappresentanza conta meno di niente.
Sia nel bene che nel male sia nei momenti facili che drammatici della storia, i cattolici devono essere
autonomi anche rischiando scomuniche, derisioni o furbeschi incoraggiamenti. Non bisogna essere perfetti per testimoniare il bene, il libero arbitrio presuppone la libera scelta fra il bene e il male.
Don Sturzo diceva che la missione del cattolico in ogni attività umana deve essere impregnata di ideali superiori, perché in tutto si riflette il divino.
Forse anche dalla applicazione di principi etici possiamo ricominciare la difficile risalita verso un mondo migliore.
Enzo Tattini
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