Riforma della giustizia, e i Tribunali dei Minorenni?
Si è aperto il dibattito, già da tempo, sulla soppressione dei Tribunali per i Minorenni che si inserisce in un più ampio disegno di riforma della giustizia civile.
La riforma prevederebbe la traslazione dei Tribunali per i Minorenni all’interno di una sezione specializzata presso il distretto di Corte d’appello ove il Tribunale per i Minorenni ha sede. La ratio della riforma è ispirata alla compenetrazione della metodica e delle peculiarità dei tribunali per i Minorenni, anche quanto alla loro composizione che vede la presenza di Giudici Onorari (ossia non provenienti dal ruolo della magistratura togata) che hanno competenze di neuropsichiatria, psicologia e sociologia, con e all’interno delle Corti d’Appello e dei Tribunali, cui verrebbero attribuite tutte le competenze civili e penali ora di competenza dei Tribunali per i Minorenni.
L’istituzione di dette sezioni specializzate vedrebbe altresì l’attrazione in esse anche della trattazione di procedimenti in materia di stato delle persone e della famiglia in guisa che gli stessi fruirebbero altresì di un approccio multidisciplinare da parte dell’ufficio giudiziario che si arricchirebbe quindi di figure professionali utili al giudice non solo nella fase decisoria ma anche quale approccio ed ausilio nell’ascolto dei minori (soprattutto nei procedimenti di separazione e divorzio) ed anche per finalità conciliative.
La riforma è evidentemente dettata da ragioni legate alla riduzione della spesa pubblica perché l’effetto principale sarà quella della letterale chiusura di tutte le strutture ove i Tribunale per i Minorenni hanno sede, con evidente considerevole risparmio ministeriale, tuttavia può affermarsi che con ciò si produce l’altrettanto innegabile effetto dell’arricchimento della giustizia ordinaria della metodica, sotto i molteplici profili suindicati, propria della giustizia minorile.
Tutti i minorenni, cui la vita non avrà a sorridergli con apertura di un procedimento a loro nome, non vedranno perciò pregiudicati i loto diritti con la riforma in atto mantenendo la istituenda sezione specializzata presso ciascun distretto di corte d’appello le stesse peculiarità e competenze del Tribunale per i Minorenni (salvo il mero cambio di sede), sarà invero più significativo l’effetto che essa produrrà sui procedimenti in materia di famiglia che vedranno la contaminazione del rito sino ad oggi riservato al procedimento minorile anche sottoforma di approccio multidisciplinare.
La riforma perciò nell’ottica testé esposta avrebbe in sé l’obiettivo non già di sopprimere cancellandola l’esperienza del Tribunale per i Minorenni ma quella contraria di esportarne la peculiarità servendosene nella trattazione di tutti i procedimenti che riguardano la competenza dei Giudice Tutelare che si occupa della materia degli incapaci e nei procedimenti in materia di separazione e divorzio.
Pertanto nonostante tutte le legittime riserve manifestate da esimi giuristi, tuttavia la riforma laddove ben strutturata e dosata potrebbe essere foriera di effetti benefici in specie come detto nei procedimenti per separazione e divorzio il cui approccio offerto oggigiorno dalla giustizia ordinaria appare effettivamente inadeguato e per la trattazione dei quali è realmente opportuno che il giudice risulti adeguatamente assistito da esperti in ambito psicologico e pedagogico strutturati all’interno dell’ufficio giudiziario di aiuto al più corretto approccio alla crisi familiare, all’ascolto del minore e alla conciliazione delle liti a primario beneficio dei minori interessati dai conflitti genitoriali.
Francesca Gaggi
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