Tengono le prime tre, si sgonfiano Inter e Lazio
Questa volta, ma solo dopo trentuno giornate, partiamo dal basso invece che dalla cima della classifica.
Tre delle quattro certe, quasi certe, possibili retrocedende hanno smosso la classifica, non capitava da tempo. Empoli, Pescara e Crotone qualcosa hanno raccolto, il solo Palermo è rimasto a secco.
Ma l’impresa è quella dei calabresi che battono in casa i nerazzurri dagli occhi a mandorla. Un evento, una partita da ricordare. Emozioni grandi, tutte riassunte nella grinta coriacea dell’allenatore Davide Nicola. Ai microfoni delle tv non si lascia andare a proclami o a esaltazioni, mantiene un aplomb perfetto di chi vorrebbe dire tanto, ma preferisce tacere.
Gli occhi però lampeggiano di orgoglio, quello stesso che ha saputo suscitare nei tifosi la squadra disputando un match perfetto. Quanto è bello il calcio, anche per questo. Il piccolo, spaurito davide (è proprio il caso) contro il gigantesco golia che arriva tronfio, illuso di avere la vittoria già in saccoccia.
E invece avviene il miracolo. Il Crotone gioca bene e con voglia, spinto da mille e una motivazione; gli interisti si afflosciano, satolli di troppi denari e di vanagloria. Un colpo basso, terribile, inferto al loro allenatore, Stefano Pioli il quale a fine gara più che smarrito pareva incredulo, come se stesse a parlare di una partita che non lo riguardava ma che interessava altri.
E con questa sorpresa almeno in coda il campionato riparte. Anche se per Pescara e Palermo non c’è agio di scorgere una qualche concreta speranza, per i calabresi la boccata di ossigeno fa guardare la futuro degli incontri a venire con un pizzico in più di ottimismo, per quanto al prossimo turno rendere visita a
un Toro lanciato dai siluri di Belotti ci sarà senz’altro da soffrire.
Se per l’Inter il profumo di Europa si è, al momento, un poco affievolito, per il Milan si è invece fatto più intenso. La franca vittoria sul Palermo che ha visto quattro diversi rossoneri andare a segno, al di là della buona prestazione, ha rivitalizzato l’ambiente, Montella per primo che ha sfoderato sorrisi ancora più ampi di quelli che di norma distribuisce alle televisioni.
Se, per caso, i rossoneri facessero loro anche il derby in arrivo sabato, beh, la soddisfazione toccherebbe davvero il diapason, vista la stagione altalenante cui sono andati incontro fino ad ora. In aggiunta, la squadra di Montella ha adesso nel mirino l’Atalanta che sembra incominciare a dare qualche segnale di stanchezza e di indecisione in più.
Gasperini e i suoi ragazzi ci credono, ovviamente, ma l’appannamento di alcuni di loro (Petagna in primis) rende il restante percorso più in salita di quanto già non lo fosse.
Ad ogni buon conto, questa Atalanta dei record merita davvero tanto di lode.
Ed eccoci alla cima della classifica.
Immaginare che un pur ottimo Chievo potesse infastidire la Juventus era utopia e così è stato. Qualche lieve solletico e niente di più sono riusciti a fare gli uomini di Maran ai potenti bianconeri. E poi, si sa che chiunque scenda allo Stadium si deve superare, disputare
la partita dell’anno per non uscirne, come avviene da quando l’impianto è stato inaugurato, con le ossa rotte.
La Roma marcia forte e tiene il passo. Restano i sei punti di distacco, ma la squadra sembra abbeverarsi a una rinnovata fonte di ottimismo, segnalata da una serie di buone prestazioni e dai quattro punti che le consentono di tenere a distanza il Napoli.
Il quale Napoli, battendo bandiera corsara, è andato a prendersi tre punti preziosi all’Olimpico, superando con estrema facilità una Lazio irriconoscibile e forse troppo timorosa. Vero è che Simone Inzaghi ha dovuto schierare una formazione d’emergenza, ma è altrettanto indubbio che la passeggiata di Hamsik e compagni è stata implacabile nel sottolineare la differenza fra i due team. D’altro canto, la Lazio sta ben oltre i paletti immaginati a inizio torneo e dunque qualche passo falso strada facendo ci sta. La finale di Coppa Italia che la vedrà opposta alla Juventus segna già un traguardo di tutto rispetto, se poi, come del tutto probabile, arrivasse anche l’Europa, sarà grasso che cola.
Fra le squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato se non un rush finale di orgoglio e dignità per salire il più in alto possibile una parola per Fiorentina, Sampdoria e Torino.
I viola, sebbene lacerati dal caso Sousa, fanno le loro belle partite, sciorinando anche un buon calcio oltre che palesare un forte temperamento che li porta sovente a fare loro partita o, quanto meno, a rimetterla in carreggiata, nelle ultime battute di gioco. Bene anche i blucerchiati liguri e i granata torinesi. I primi galoppano ai mille allora, facendo di ogni partita un arrembaggio, un assalire, aggredire davvero ammirevole. Il trainer Giampaolo ha lavorato con intelligenza, sfruttando al massimo l’organico e scovando in esso anche qualche pepita preziosa rimasta prima nell’ombra. I secondi, pur andando a corrente alternata, stanno mostrando carattere e gioco divertente. Grazie a un attacco importante i granata in fatto di gol stanno sotto soltanto alle prime tre della classe (Napoli, Roma e Juventus nell’ordine)… solo trovassero una quadra stabile per la difesa.
Siamo nei giorni della Champions. Lo spettacolo promesso è intenso, staremo a vedere.
Franco Ossola
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