Josè e Antonio Rallo, 160 anni di storia e di vini
Donnafugata è la storia che si rinnova, la tradizione che riaffiora, la cultura che prevale, l’amore e la passione per la terra e le sue radici. Se mescoliamo questi ingredienti scopriamo il perché un brand partorito lontano dalle metropoli e dalle capitali del potere è riuscito ad affermarsi a livello planetario raggiungendo traguardi ammirevoli e prestigiosi.
Uno dei principali artefici di questo exploit si chiama Antonio Rallo. Sotto la sua regia Donnafugata è tra i brand di assoluto prestigio nel comparto enologico nazionale. Azienda agricola che si distingue nella produzione quantitativa ma soprattutto qualitativa. Se Antonio è il wine maker, il manager che guida con destrezza e lungimiranza l’etichetta, Josè si occupa della gestione e della comunicazione, se ne occupa con tale capacità che nel 2002 riceve il premio Marisa Bellisario.
Antonio e Josè sono la quinta generazione di vignaioli le cui origini sono datate 1851 a Marsala. Dedizione, competenza e passione si sono tramandate
in oltre 160 anni di storia familiare e aziendale, messaggi che sono stati recepiti e attuati nella odierna realtà.
Giacomo Rallo (quarta generazione) ha avuto l’intuito di inventare Donnafugata nel 1983 in concorso con la moglie Gabriella, un logo che i figli Antonio e Josè esportano nei cinque continenti.
Antonio, classe 67, con la laurea in Scienze Agrarie decide di arricchire il bagaglio di esperienze valicando le Alpi con dimora preferenziale in Germania, mercato dominante nell’export vino, ed è oltre i confini che intuisce le enormi potenzialità che il nostro oro dei vigneti può sviluppare. Comprende che per aggredire i mercati esteri è indispensabile fare squadra. Tornato a casa divide la giornata tra la terra e lo studio, prende per mano Donnafugata e le indica la strada del successo.
A ciò contribuisce il feeling esistente tra Giacomo, Gabriella, Josè e Antonio.
Le cantina storica di Marsala, le vigne di Contessa Entellina e Pantelleria riscuotono consensi e gratifiche vendemmia dopo vendemmia.
Nel 2011 Antonio Rallo viene eletto presidente di Assovini, è l’associazione dei maggiori produttori siciliani, rimane in carica per un triennio ma nel contempo entra a far parte del Consiglio di Unione Italiana Vini. Per la sua professionalità e la sua dedizione ricopre altri incarichi regionali e nazionali, poi il 17 maggio 2016 succede a Domenico Zonin alla presidenza di Unione Italiana Vini.
Da perfetti conoscitori della comunicazione Antonio e Josè sanno che i buyer meritano attenzione e strette di mano, e così nella quattro giorni di Vinitaly hanno presenziato da domenica a mercoledì 12. Un tour de force che è stato premiato da strategie mirate a rafforzare i mercati.
Donnafugata è stato uno degli stand più visitati della manifestazione veronese, in uno dei rari momenti di pausa sono riuscito a raccogliere alcune impressioni da Josè.
“Vinitaly è una manifestazione che frequentiamo da decenni ed una vetrina della quale non se ne può fare a meno. In questi giorni a Verona si danno appuntamento i più importanti buyer del globo e diventano momenti di incontri e ulteriori rafforzamenti di intese e conoscenze. Anni di lavoro e di dedizione ci hanno consentito di raggiungere traguardi programmati nei quali abbiamo creduto. Innovazione, sostenibilità e fedeltà al territorio sono state le nostre linee guida, ne siamo orgogliosi ed altrettanto lo sono i nostri amici e buyer”.
Di recente avete acquisito alcuni ettari a vigneto nella zona dell’Etna, siete divenuti, molto probabilmente, gli unici al mondo a produrre ai piedi di due vulcani.
“Forse. Dopo la proficua esperienza di Pantelleria abbiamo deciso di sperimentare con i vigneti dell’Etna dai quali, siamo fiduciosi, trarremo giovamento immettendo la nostra esperienza, la nostra passione e la nostra professionalità.
È la nostra dimostrazione d’affetto e d’amore ad una terra che non è stata avara nei nostri confronti”.
Il vino italiano in poco più di tre decenni si è affermato in tutto il pianeta, rimangono da scoprire Paesi divenuti leader nel consumo di bacco.
“La nostra presenza nelle regioni occidentali è ottima, siamo leggermente in ritardo in Cina ma stiamo recuperando molto bene. Ritengo che in tempi medi guadagneremo posizioni. Con Donnafugata abbiamo privilegiato principalmente la Germania, la Svizzera, il Nord Europa, il Giappone ed il Nord America, mercati che ci premiano e ci incoraggiano ad offrire sempre il massimo”.
Una dei freni di noi italiani, a differenza dei francesi, è che siamo restii a fare squadra e sistema.
“Noi siciliani un po’ meno, lo abbiamo compreso in anticipo e lo abbiamo messo in pratica da diversi anni, però oggi anche nel resto d’Italia s’è capito che solo unendo le forze possiamo vincere le sfide che contano. Sino a pochi anni addietro ogni imprenditore viaggiava per proprio conto e cozzava contro muri invalicabili, a furia di sbattere il muso e tornare a mani vuote si è reso conto dell’handicap. E per nostra fortuna se ne sono accorti anche le istituzioni e le banche che oggi ci supportano”.
Finalmente dopo anni di attesa è stata approvata la legge, il 12 dicembre scorso, che disciplina la coltivazione della vite e la produzione ed il commercio del vino. Testo unico che ci pone all’avanguardia anche nei confronti di Paesi con secolare tradizione.
“È una legge che salvaguarda i produttori, il vino e i territori viticoli, mette un po’ d’ordine in un settore che ne aveva bisogno. Ora servono i decreti attuativi per una esatta definizione tecnica al ministro competente, come serve una doverosa sorveglianza affinché la legge venga rispettata”.
Una parte del merito va ascritto alle associazioni del comparto che hanno pressato i politici, tra queste l’Unione Italiana Vini.
“Ritengo di sì. Il comparto enogastronomico è divenuto colonna portante dell’economia nazionale ma innanzitutto è una punta di diamante del Made in Italy e dell’eccellenza italiana. Antonio, in qualità di presidente dell’Uvi, si è battuto tanto e va dato merito al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, di aver recepito le nostre richieste e le nostre volontà. Abbiamo compiuto un bel passo in avanti”.
Altro passo in avanti è quello della grande distribuzione che, sempre più spesso, offre spazio e precedenza ai vini di qualità.
“Probabilmente ciò è dovuto alla enorme crescita culturale del consumatore finale nei confronti del nobile nettare. Si è incrementato notevolmente il numero dei sommelier, tantissimi giovani sono più che eruditi sulle tecniche di coltura e di cantina, il vino d’eccellenza oramai non riguarda più solo una ristretta cerchia di intenditori. I supermercati, attenti alle evoluzioni dei clienti, hanno recepito il messaggio e sugli scaffali in bella mostra hanno posizionato anche bottiglie prestigiose”.
Oltre al vino fermo in bottiglia le soddisfazioni giungono dalle bollicine.
“Anche in questo settore siamo stati molto bravi nella produzione, abbiamo raggiunto ottimi livelli in quantità ma principalmente in qualità. L’export italiano ha superato quello francese, ciò non può che inorgoglirci.
Come Donnafugata abbiamo preferito raggiungere l’eccellenza con i vini fermi, produciamo due etichette di nicchia con lo spumante ma è in agenda ampliare la scelta”.
Il domani oltre a riservarci delle superbe bollicine, presenterà delle gradite novità sui fermi.
“Perseguendo il nostro sentiero dell’innovazione, della sostenibilità e della fedeltà abbiamo generato “Bell’assai”, Vittoria Doc Frappato, la cui etichetta ho curato personalmente nella progettazione e nella realizzazione e che in questi giorni ha riscosso ampi consensi. Si tratta di un rosso proveniente da un antico vitigno autoctono siciliano le cui testimonianze storiche sono note già dal 1600 il cui nome, frappatu o frappato, viene assimilato a fruttato. Vino di spiccata personalità dal color rosso rubino brillante dal profumo intenso, fruttato e floreale. Noi puntiamo molto sull’ultima nostra creatura”.
Conoscendo Donnafugata che sin dal primo giorno ha coniugato l’arte col vino, interagendo con eleganza e longevità, divenuta, non da ieri, icona dell’eccellenza italiana si può esser certi che “Bell’assai” seguirà un tracciato vincente. Prosit.
Bruno Galante
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