‘Report’ su vaccinazione anti-HPV ha fatto disinformazione
Il Board del Calendario della Vita esprime la propria indignazione per quanto andato in onda lunedì 17 aprile a proposito della vaccinazione anti-HPV nel corso della trasmissione di RAI 3 ‘Report’.
I 23 minuti di trasmissione sul vaccino HPV sono stati terrorizzanti per qualunque genitore in procinto di sottoporre i propri figli ad una misura di prevenzione fondamentale per la loro salute futura.
Il servizio, apparentemente incentrato sulla necessità di maggiore trasparenza e efficacia dei sistemi di segnalazione degli eventi avversi ai vaccini, in realtà ha promosso la disinformazione e la sfiducia in tutte le istituzioni preposte alla salute collettiva, non soltanto italiane (Ministero della Salute, AIFA, Regioni), ma anche europee, facendo figurare l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA)
come un insieme di persone di dubbia trasparenza che ricevono finanziamenti dall’industria farmaceutica, la quale non avrebbe altro scopo se non fare profitto anche se questo comporta danni per i cittadini.
Report ha amplificato negli ascoltatori i timori ingiustificati nei confronti di una vaccinazione salvavita come quella contro il papillomavirus. Nel servizio erano presenti numerose palesi inesattezze, a partire dalla dichiarazione che il maschio è “portatore sano del virus”, ignorando la patologia condilomatosa e tumorale che il virus del papilloma causa anche nel maschio.
Ma proprio sul tema principale del servizio si è tralasciata l’informazione sul fatto che ciascun cittadino, con estrema facilità, può segnalare direttamente ed autonomamente un evento avverso ai farmaci alle autorità di farmacovigilanza. Più volte nel servizio, invece, si è fatto cenno ad una presunta resistenza dei medici a segnalare gli eventi avversi lamentati dopo la vaccinazione.
Vale la pena sottolineare come AIFA si stia adoperando in ogni modo per incrementare le segnalazioni di eventi avversi avvenuti in concomitanza con le vaccinazioni, perché è questo il solo modo per fare chiarezza, una volta per tutte, sul profilo di sicurezza dei vaccini, che è confermato da tutti i dati scientifici e di vigilanza anche negli altri Paesi.
L’esordio del conduttore (che si proclama favorevole ai vaccini…) è stato su quanti soldi pubblici sono stati finora spesi per vaccinare contro HPV, non sull’importanza della prevenzione di una patologia che fa ogni anno decine di migliaia di morti nel mondo. Si è dato largo (e quasi esclusivo) spazio a ricercatori di dubbio valore come Yoshua Shoenfeld, un immunologo israeliano che ha teorizzato una sindrome autoimmune causata da vaccino di cui non è mai riuscito a provare l’esistenza, e ad una analista italiana, titolare di un laboratorio privato di analisi, che dichiara di fare ricerca su non meglio specificate “nanopatologie”, anch’esse mai documentate su riviste scientifiche accreditate.
Peraltro senza chiedersi e chiarire quali conflitti di interessi avessero gli intervistati. Per rimanere al più noto, Shoenfeld dichiara nelle sue pubblicazioni di essere coinvolto come consulente retribuito in numerose cause civili in Israele per presunti danni da vaccino. Ma di questo non si fa minimo cenno.
Per tutto il servizio, insomma, non si è potuta ascoltare alcuna voce di ricercatori accreditati presso la comunità scientifica internazionale che facesse chiarezza sui sintomi lamentati dalle numerose ragazze intervistate. Lo spettatore, dunque, sarà rimasto con la forte percezione che la vaccinazione contro il papillomavirus possa essere la causa di strane sindromi neurovegetative altamente invalidanti. Cosa che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è stata assolutamente esclusa dalle maggiori autorità sanitarie, prima fra tutte l’OMS.
Si sono richiesti alla fine i test genetici pre-vaccinali, di cui conosciamo la perfetta inutilità (se non per chi li propone a pagamento).
Lo sforzo della sanità pubblica e delle società scientifiche nel divulgare messaggi positivi sulle pratiche di prevenzione è vanificato da comunicazioni giornalistiche distorte come questa, pagata con i soldi di tutti i contribuenti attraverso il canone RAI. Crediamo che il diritto alla salute dei cittadini italiani meriti più attenzione e rispetto da parte di chi governa il servizio pubblico radiotelevisivo. Per parte loro, gli autori del servizio dovrebbero interrogarsi sul danno alla salute futura da loro provocato a tanti giovani per la grave disinformazione deliberatamente diffusa.
Fausto Francia, Alberto Villani, Silvestro Scotti, Giampietro Chiamenti, Pasquale Giuseppe Macrì
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