Tutto è lecito i corazzieri della Juve in semifinale
Chiamateli pure bruscolini ma le quattro squadre che sono approdate in semifinale ritireranno un assegno cadauno di 7,5 milioni di euro. In caso di finale altri 7,5 ed il capitano che solleva la coppa con gli orecchioni riscuote un assegno di 15,5 milioni. La gloria e la fama non hanno prezzo (ma valgono tanto ma tanto di più).
Principiamo da martedì sera. La prima a traghettare è l’Atletico, al 26’ Saul Niguez va in gol con un beffardo colpo di zucca dopo aver ricevuto un delizioso cross di Felipe Luis. Per i bookmaker il match è pressoché chiuso perché ci vorrebbe un prodigio, ma nel Leicester i prodigiosi sono assenti, per ribaltare la sconfitta dell’andata. Nella ripresa gli ex ragazzi di Claudio Ranieri provano l’assalto disperato ma le polveri sono umidicce e ne viene fuori un golletto striminzito su tiro da centro area di Jamie Vardy. Troppo poco. Sino al 90’ + 4’ è un tocchicchiare senza mordere. Byebye Leicester, a chissà quando.
Di tutt’altra natura lo scontro tra le corazzate del Real e del Bayern al Santiago Bernabeu. Carletto Ancelotti deve recuperare la beffa interna del 1-2. Difficile ma non impossibile. Partenza ostica per i bavaresi che al 5’ beccano un giallo ad Artuto Vidal (all’andata aveva spedito in tribuna il rigore del 2-0). La rimanente parte del primo tempo la trascorrono a studiarsi e a sperimentare soluzioni.
Al 51’ Robben è maldestramente atterrato in area spagnola, sul dischetto, saggiamente si porta Robert Lewandowski, bolide centrale e rete gonfiata. In questo momento i blancos traballano. Vidal si dimentica del giallo e prosegue con i falli. I tedeschi si difendono con i denti e con i gomiti, fioccano i cartellini. Prova e riprova e al 76’ Cristiano Ronaldo agguanta il pari, anche lui con una zuccata. Palla al centro e Sergio Ramos riporta il Bayern in vantaggio con la classica autorete. Si riparte daccapo. All’84’ per l’ennesimo fallaccio Vidal conquista il secondo giallo e lo spogliatoio. Il rosso poteva anche non starci però un professionista serio talune castronerie non le commette in determinate occasioni.
Supplementari. Il Real non desidera andare ai calci di rigore, pigia sull’acceleratore. Al 104’ Sergio Ramos serve CR7 che di sinistro beffa Neur e fa esplodere il Santiago Bernabeu. Netto fuorigioco. Carletto è affranto. Secondo tempo supplementare con tedeschi a secco. Al 109’ un altro assist di Sergio Ramos e Ronaldo autografa la tripletta. La goleada termina al 112’ autore Marco Asensio. Real-Bayern 4-2.
Pure i tedeschi, dopo i parigini, levano proteste nei confronti del direttore di gara. Kalle Rumenigge non trattiene il livore ed accusa apertamente la direzione arbitrale.
A parti invertite si ripetono le scene della recente edizione Bayern-Juve 4-2 con uno scriteriato arbitraggio pro Baviera.
All’epoca Kalle era di tutt’altro avviso.
Mercoledì. Questa volta i bianconeri sono in trasferta al Camp Nou con oltre 5.000 raggianti supporter al seguito. Il suo manovratore come promesso schiera un undici d’attacco, la lezione del passato gli è servita, con quella gente se ti posizioni nella tua metà campo vieni massacrato. Max da Livorno è intelligente e dagli errori del tempo che fu ha sviluppato la nuova mentalità: vincere. E per vincere devi gonfiare la rete. A Barcellona la vittoria, però, era relativa il pareggio era più che sufficiente.
Max è andato oltre. Ha schierato un gruppo d’attacco con tre, quattro punte e lasciando in panca Andrea Barzagli, giusto per far comprendere appieno al collega Luis Enrique che le sue (di Luis) percentuali erano come un ago nel pagliaio. Le guasconate dichiarazioni della vigilia catalana sono servite giusto ai cronisti per riempire qualche rigo in più, gli addetti ai lavori di Barcellona erano perfettamente a conoscenza che il reparto arretrato bianconero proveniva dalla Mole Antonelliana e non dalla Tour Eiffel.
Che tra i due pali e la traversa vi alloggiava tale Buffon Luigi da Carrara, uno spilungone di 191 cm che detiene mille e passa record. E suoi compagni di merenda sono due mastini che nel momento in cui ti azzannano la caviglia lasciano il segno e suggeriscono di rimanere alla larga.
Insomma il pacchetto difensivo juventino non teme né il Barca e neppure altri gunners.
Visto e considerato che metà bottino era stato arpionato allo Stadium e l’altra metà era già opzionato, al Camp Nou sarebbe stato sufficiente ordinare ai sabotatori (Higuain, Dybala, Mandzukic e Cuadrado) di giochicchiare nella metà avversaria e di non rischiare cartellini e caviglie in previsione del fine stagione. Il quartetto ha obbedito e rispettato le consegne. Ha sprecato energie e fiato a rincorrere le magliette blaugrana e non si è preoccupato di stendere il teutonico Marc-André ter Stegen.
Che i catalani fossero in difficoltà e psicologicamente martoriati lo si è compreso perfettamente al 41’, Mariolone Mandzu a terra per una pestata, i bianconeri fallo scivolare la palla oltre la linea bianca laterale. Bon ton e buon senso suggeriscono di restituire la sfera. E cosa ti combinano i martoriati?
Se la trattengono fra i piedi convinti che sia il pallone dell’1-0. Martoriati e illusi. Persino Guerin Meschino si sarebbe offeso. Tiremm innanz.
Al duplice fischio siamo sempre sul doppio zero.
Gli oltre 90mila indomiti spettatori iberici si sono portati da casa le bombole di riserva e proseguono con encomiabile spirito ad incoraggiare e sostenere. Però, i blasonati Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, non osano e non possono valicare un muro corazzato e cementificato.
Ci provano, sparacchiano qualche volta ma tra le tante loro sventure questa sera le loro capacità balistiche sono al di sotto della media, tant’è che big Gigi non sfodera prodezze dal suo repertorio. Più che tiri sembrano delle ciabattate.
Intanto le lancette corrono veloci e inesorabili.
I timori maggiori da parte dei milioni di aficianados della Signora erano nei confronti dell’olandese Bjorn Kuipers visto i precedenti di Barcellona-PSG e di Real Madrid-Bayern, gare in cui gli arbitri avevano sfacciatamente agevolato il cammino delle spagnole.
Invece no. Kuipers ha più che meritato la sufficienza e non ha mai concesso confidenza e agevolazioni ai blaugrana. L’Uefa ci ha guadagnato in stima e apprezzamenti.
Luis Enrique tenta la carta delle sostituzioni alla ricerca del jolly ma pesca solo delle scartine. Non è la sua annata visto che anche in Liga deve rincorrere il Real.
Al 93’ il triplice fischio la remuntada rimane sotto il cuscino, se ne riparlerà qualche altra volta.
In Corso Galileo Ferraris si sparano i mortaretti e si prendono dalle caves un paio di bottiglie di spumante doc nell’attesa di conoscere venerdì alle 12.00 il prossimo avversario. A differenza del passato prossimo e remoto venerdì saranno Atletico, Monaco e Real ad incrociare le dita con l’auspicio di non imbattere nella Signora.
La quarta gara è stata un pro forma visto che i monegaschi avevano superato il Borussia per 3-2 a Dortmund ed al 3’ con un tiro angolato Mbappé sigla l’1-0 per il Monaco. Al 17’ Falcao raddoppia di testa e solo al 48’ Marco Reus accorcia le distanze. All’81’ Germain marca il 3-1 e chiude i conti.
Appuntamento a venerdì ore 12.00.
la Redazione bg
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