Ezio Benelli, dialogo tra la medicina e la psicoterapia
Con l’avvento e la diffusione dell’informatica e dei tanti mezzi e metodi di utilizzo abbiamo assistito a numerosi cambiamenti in molti settori. Meccanica, tessile, agricoltura, edilizia, energia e tanto ancora, a questi occorre aggiungere la medicina e le varie branche ad essa collegata. Se l’aspettativa di vita ha beneficiato di un notevole incremento nell’ultimo mezzo secolo bisogna ringraziare i progressi realizzati nella medicina, nell’alimentazione, nella qualità della vita.
E nei tanti congressi medici e nelle riviste scientifiche si ascolta e si legge sempre più spesso che il medico deve essere attento, ovviamente oltre a curare, a migliorare la qualità della vita del paziente.
Anni orsono il British Medical Journal pubblicò una serie di articoli in cui definiva la qualità della vita come lo scollamento tra ciò che il paziente immagina e la realtà che si trova a vivere. Da alcuni anni in qua nelle attività medico-chirurgiche in équipe si nota sempre più spesso la presenza tra i sanitari di una figura professionale collaterale: uno psicologo o uno psicoterapeuta.
Ezio Benelli è uno dei primi connazionali ad iscriversi e a laurearsi in Psicologia, frequenta l’ateneo di Padova ove si laurea per poi specializzarsi in psicoterapia a Firenze presso l’Istituto H.S. Sullivan. È stato direttore della Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato ed è presidente della International Foundation Erich Fromm.
“Negli ultimi vent’anni si sono registrati notevoli progressi nel nostro settore ma soprattutto nella collaborazione tra la medicina e la psicoterapia. Noi non siamo assolutamente contrari all’utilizzo dei farmaci, che sono necessari e indispensabili però vi sono casi in cui la farmacologia deve essere utilizzata con parsimonia e diventa inevitabile l’intervento dello psicoterapeuta. Vedi quei soggetti affetti da ansia, da fobie o disturbi mentali. In casi del genere il nostro contributo si rivela fondamentale. La terapia combinata tra la medicina e la psicoterapia genera effetti più che positivi”.
A lungo la medicina ha vissuto in una sorta di auto isolamento, specie quella italiana, e i vari specialisti dialogavano poco sia tra di loro che con l’esterno.
“L’obiettivo che tutti noi dobbiamo porci è il benessere del paziente. La cura del corpo, la sconfitta della malattia sono certamente traguardi importanti ma è altrettanto importante che il paziente affronti la malattia o la sala operatoria con un adeguato sostegno psicologico. Chi subisce un trauma fisico quasi sempre accusa un forte malessere interiore che può causare un peggioramento del suo stato di salute. Quei pazienti che sono psicologicamente coraggiosi affrontano la malattia e gli interventi con animo positivo e le possibilità di un buon esito sono maggiori”.
I medici hanno scoperto gli psicologi e gli psicologi hanno scoperto i medici.
“In alcune università vi sono dipartimenti che agevolano gli interscambi e sono convinto che in futuro questi esperimenti si amplieranno e si espanderanno. All’estero ciò avviene già ed i risultati sono più che soddisfacenti”.
In Italia la psicoterapia negli ultimi decenni è cresciuta parecchio.
“Purtroppo siamo stati fermi per troppo tempo e solo dall’ultimo dopoguerra gli atenei hanno concesso spazio alla nostra evoluzione. Molti ragazzi per proseguire gli studi erano costretti ad emigrare verso il Nord America ed il Nord Europa. I regimi totalitari ostacolano queste discipline, il fascismo, il nazismo, lo stalinismo hanno impedito l’insegnamento, lo studio e la ricerca della nostra materia. Ecco perché in Italia solo agli inizi degli anni Ottanta sono state autorizzate le Facoltà di Psicologia, solo a Roma e a Padova, poi nel corso degli anni sono state istituite su tutto il territorio nazionale e oggi sono presenti in quasi tutte le regioni”.
Molti ragazzi vengono in Italia per studiare e frequentare le vostre lezioni.
“Gran parte del merito è di Erasmus Plus che consente agli universitari stranieri di venire da noi. È un buon segno ma è anche un riconoscimento ai nostri docenti e al nostro sistema di studio”.
Di recente avete stipulato un accordo con il Comune di Firenze per istituire un corso di formazione per la polizia municipale.
“Ne avevamo parlato con Sara Funaro, assessore al Welfare e alla Sanità (e laureata in Psicologia, ndr), per un episodio accaduto e così è venuta fuori l’idea di organizzare un corso al quale dovrebbero partecipare i vigili urbani che quotidianamente sono sotto stress per il lavoro che svolgono in strada, per il compito che viene loro affidato di comunicare ai parenti eventi sgradevoli tipo il decesso di un congiunto. Siamo stati contattati da altri comuni metropolitani ma preferiamo verificare il riscontro di Firenze e, magari, successivamente organizzare altrove”.
Piero Vernigo
Commenti
Ezio Benelli, dialogo tra la medicina e la psicoterapia — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>