Seupa a la Vapelenentse, prelibatezza tipica valdostana
Dopo la scorpacciata di Pasqua e le ristrettezze della Quaresima, visto che il freddo si fa sentire particolarmente in questi giorni un primo che ci dia un po’ di calore non guasta. Ho scelto una tipica pietanza della Val d’Aosta, una delle più note della gastronomia locale: la Seupa a la Vapelenentse. Una zuppa adatta per questi freddi di ritardato inverno.
Si tratta di un piatto tipico contadino, di quelle stagioni quando le madie erano semivuote e ci si doveva accontentare di ciò che si trovava e si doveva utilizzare la fantasia per rendere la tavola accogliente e piacevole.
Insieme a la Carbonada e al Caffè dell’amicizia è una delle specialità più conosciute e apprezzate della Valle d’Aosta. La sua origine territoriale è nel villaggio di Valpelline distante pochi chilometri da Aosta nella parte settentrionale, una delle valli da visitare e da ammirare e tra quelle poche rimaste incontaminate e lontane dal caos metropolitano.
Non può che essere un piatto tipico alpino nel vero senso della parola, è sostanzioso, ipercalorico, dal gusto deciso e macho.
Come tante altre ricette non esiste una regola fissa ed obbligata, nel villaggio variava da famiglia a famiglia con delle aggiunte personali e modifiche a seconda della circostanza e dell’avvenimento. Ma la struttura centrale è immutata e rende unico questo piatto alpino.
Naturalmente molti ristoranti se ne sono appropriati ed ogni chef ha apportato una sua peculiarità. Se sino a pochi anni fa era un piatto tipico contadino e di quanti non potevano concedersi lussi alimentari, oggi è stato rivalutato e riscuote consensi e apprezzamenti.
Se nei pressi della tavola vi è un camino acceso e si è in bella compagnia lo si apprezza ancora di più, e se volete aggiungete un sottofondo musicale.
Ma veniamo a noi.
Ingredienti per 4 persone
Pane integrale oppure di segala raffermo
400 gr di fontina originale valdostana, diffidare delle imitazioni e taroccature se non si vuole compromettere il risultato finale
½ cavolo di verza bianco
Burro a proprio piacere
½ litro di brodo di manzo
Preparazione
In una pentola facciamo bollire il cavolo verza sino alla sua lessatura.
In una teglia da forno, va bene sia smaltata che in terracotta, cospargere il burro.
Cominciamo a mettere un primo strato di verza sul quale posizioneremo un secondo strato di fette di pane ed il terzo sarà quello della fontina tagliata a dadini.
Ripetere l’operazione sino ad esaurimento degli ingredienti.
L’ultimo strato, comunque, deve essere della fontina.
A questo punto bisogna aggiungere il brodo di manzo dopo di che la teglia va trasferita nel forno ben caldo per la sua cottura che può variare da 30’ a 60’, questo dipende dalla consistenza della verza e da come ci piace gustarlo se ristretta oppure leggermente umida.
Non appena lo strato superiore comincia a presentarsi con una crosticina dorata è giunto il momento di spegnere il forno.
Non ci resta che aggiungere una dose di burro sfuso prima di servire nei piatti, che ovviamente saranno caldi.
Tutti a tavola e buon appetito.
Claudia Treves
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