Rsf, migliora la libertà di stampa in Italia
Puntualmente come avviene da alcuni anni Reporters Sans Frontières ha pubblicato la graduatoria mondiale sulla libertà di stampa. Dopo sei anni la Finlandia cede il primato alla Norvegia per pressioni politiche e conflitti di interesse. Seconda la Svezia, poi la Finlandia, al quarto la Danimarca, quindi l’Olanda. Al sesto posto il Costa Rica, settimo la Svizzera, dopo la Giamaica, il Belgio e al decimo l’Islanda. Bisogna far scorrere l’elenco prima di trovare l’Italia che si posiziona al 52° gradino, non siamo messi bene, a parere degli amici di Rsf, in quanto a libertà di stampa però abbiamo compiuto un bel passo in avanti perché nel 2016 ci avevano relegato al 77°. Abbiamo recuperato 25 posizioni. Come sovente accade nel raffronto con i Paesi occidentali dobbiamo inchinarci. 11° Austria, 16° Germania, 22° Canada, 29° Spagna, 39° Francia, 40° Gran Bretagna, 43° Stati Uniti, 72° Giappone.
Il gran balzo in avanti è dovuto principalmente all’assoluzione dei due giornalisti implicati nel Vatileaks Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, accusati per fuga di notizie dal Vaticano ed entrambi prosciolti per incompetenza territoriale, ovvero “difetto di giurisdizione”.
Questa la motivazione per il nostro Paese.
“Sei giornalisti italiani sono sempre sotto la protezione della polizia 24h/24 dopo le minacce di morte pronunciate in particolare dalla mafia o da gruppi fondamentalisti. Il livello di violenze perpetrato nei confronti dei giornalisti (intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce …) è molto preoccupante soprattutto perché alcuni responsabili politici – come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, M5S, non esitano a diffondere pubblicamente l’identità dei giornalisti che li infastidiscono. I giornalisti subiscono pressioni da parte dei politici e preferiscono sempre di più l’autocensura: un nuovo testo di legge fa pesare sugli autori della diffamazione contro i politici, i magistrati o i funzionari, delle pene che vanno da sei a nove anni di prigione. Molti giornalisti, principalmente nella capitale e nel meridione, dichiarano di essere sempre sotto pressione di gruppi mafiosi e delle organizzazioni criminali locali”.
Beppe Grillo è rimasto sconcertato nell’apprendere di essere stato indicato come uno dei responsabili delle limitazioni di stampa ed ha reagito tentando di rimandare al mittente.
Il solito gioco. Quando Rsf faceva comodo li additava come imparziali, corretti e coraggiosi. Non appena si è accorto che anche lui non è da meno ai tanti politici scafati e arrampicatori è divenuto arcigno e velenoso. Questa la reazione del boss M5S.
“Oggi ho scoperto di essere la causa del problema di libertà di stampa in Italia. Lo afferma il rapporto di Rsf appena pubblicato. Mi ha aperto gli occhi. Io pensavo che fosse perché i partiti politici con la lottizzazione si sono mangiati la Rai piazzando i loro uomini nel management e nei tg, dicendo loro che cosa dire e cosa non dire. Pensavo che fosse per i giornalisti cacciati dai programmi Rai o per le minacce del partito di governo a quelli che sono indipendenti, come Report. Pensavo fosse perché in Italia non ci sono editori puri e metà delle tv generaliste le controlla il capo di Forza Italia e perché la tessera numero uno del Pd controlla il secondo giornale più diffuso in Italia. No, la colpa è mia”.
Per Reporters sans Frontières la situazione è difficile o molto grave in 72 Paesi, vedi Cina, Russia, India, gran parte del Medio Oriente, l’Asia centrale, due terzi dell’Africa, l’America centrale.
Inoltre 21 Paesi sono stati classificati come “neri” dove la libertà di stampa è pressoché inesistente, come Egitto, Burundi, Bahrein.
Siria, Turkmenistan, Eritrea e Corea del Nord conservano le ultime posizioni.
La Turchia di Erdogan è al 155°.
Nel Paese che ha trattenuto, senza dare una motivazione, per oltre dieci giorni Gabriele Del Grande e che trattiene nelle prigioni circa duecento giornalisti “si vive in una spirale repressiva senza precedenti. In nome della lotta al terrorismo. Lo stato di emergenza consente alle autorità di liquidare decine di mezzi di comunicazione, riducendo il pluralismo a pochi giornali con scarsa circolazione. Decine di giornalisti sono arrestati senza processo, rendendo la Turchia la più grande prigione al mondo per i professionisti dei media”.
Anselmo Faidit
Commenti
Rsf, migliora la libertà di stampa in Italia — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>