Juve e Real già con la testa e i borsoni a Cardiff
Nella capitale spagnola al sorteggio delle semifinali tutto avrebbero desiderato tranne che un derby, ed invece Ian Rush è andato a pescare proprio le palline del Real e dell’Atletico. E così al Santiago Bernabeu martedì sera su una panca sedeva Zizou Zidane e sull’altra Diego Simeone.
Il grande assente della serata si chiama Gareth Bale, mister cento milioni. Neppure il tempo di studiarsi e di conoscersi che i blancos scuotono la rete di Jan Oblak. Il puntero è quello di sempre: Cristiano Ronaldo. Siamo appena al 10’ dal fischio d’inizio del direttore inglese Martin Atkinson. Zuccata veemente portoghese con la complicità della retroguardia giallo nera, per l’occasione in sostituzione della consueta casacca biancorossa.
L’Atletico reagisce poco e non desta preoccupazioni alla difesa del Real, servirebbe più mordente e un tantino di guasconeria. Invece di raddoppiare e triplicare su Ronaldo gli concedono spazi e opportunità e così al 73’ li castiga di nuovo. Vien da pensare che quelli dell’Atletico erano già rassegnati prima di infilare il tunnel degli spogliatoi.
All’86’ scende il buio su Gabi & co. CR7 concede il tris per la gioia delle migliaia di fan del globo. Con la beffarda e ingenua complicità di quanti dovevano rimanere attaccati alle sue scarpette. Ancora una volta il bomber lusitano mette in mostra la sfrenata voglia di vincere ed una condizione atletica notevole, un professionista ammirevole che lotta su ogni pallone e si mette a diposizione della squadra.
A 32 anni tanti suoi colleghi offensivi tirano i remi in barca e principiano a vivere di rendita, lui agisce in senso opposto quasi fosse agli inizi della carriera e dovesse riempire il palmares. Un esempio di professionalità e di atleta per molti.
Sulla sponda opposta Diego Simeone ha dichiarato che la remuntada è alla portata dei suoi ragazzi. Giusto che inietti fiducia e speranza ma se l’atteggiamento mercoledì 10 non cambia radicalmente la finale di Cardiff dovranno necessariamente guardarla in tv.
Quantomeno il 51 percento del biglietto è nelle tasche del Real.
La seconda semifinale non è stata meno affascinante.
Allo Stade Louis II neppure una poltroncina vuota per la gioia del cassiere monegasco. Identica gioia per il Gruppo Mediaset che ha rallegrato milioni di juventini trasmettendo il match in diretta e gratis pur sapendo che ne avrebbe tratto giovamento dagli introiti pubblicitari (uno spot da 30’’ al costo di 200mila euro mentre quello da 15’’ appena 165mila).
Le dichiarazioni monegasche della vigilia lasciavano intendere che i biancorossi avrebbero tritato la Vecchia Signora però in molti sanno che ad agosto si vincono le amichevoli e i tornei cartonati, ad aprile-maggio ci si aggiudica le tappe importanti senza clamori e senza proclami.
Il tecnico del Principato punta quasi tutto sulla roulette di Mbappé, sulla spensierata gioventù e sull’euforia di essere arrivati in semifinale, pressoché convinti che il passo dalla semifinale alla finale sia una semplice questione burocratica e una pura formalità. Jardim non fa i conti con l’oste, fa e disfa a suo piacimento, trascurando un particolare che nell’altra metà campo vi sono undici giovanotti affamati di gloria e smaniosi portare a Torino una coppa dalla cui bacheca manca da un ventennio. E non è poco. In tribuna siede con adeguata sciarpa futbalera il principe Alberto II, esterna numerosi sorrisi di circostanza ma si intravede parecchia bile in corpo.
Lo staff dirigenziale bianconero è sceso compatto al Louis II vuole far sentire la propria vicinanza ad Allegri e ai ragazzi. A dirigere il match Pierluigi Collina ha inviato il quarantenne spagnolo Antonio Miguel Mateu Lahoz.
Il Monaco con la sua tradizionale divisa biancorossa, la Juve in completo blu elettrico.
Alle 20.45 si parte. I bianconeri si avviano lentamente per comprendere bene le intenzioni e la pericolosità monegasca. Resosi conto che non sono irresistibili provano ad affondare un paio di volte con la collaudata coppia transoceanica Dybala Higuain. Qualche scaramuccia da una parte e dall’altra sino alla mezz’ora.
Ma è al 29’ che la tifoseria juventina esulta ed applaude una pregevole azione Dybala – Dani Alves – Higuain con il Pipita che lascia partire un tocco delicato che trafigge un incolpevole Subasic: 1-0. Gli spalti biancorossi vorrebbero una reazione violenta e prolungata ma si assiste solo a dei tentativi di reazione che non impensieriscono la BBC e tantomeno Big Gigi. E così si chiude la prima parte.
Il secondo tempo lascia ipotizzare un massiccio attacco da parte di Mbappé e Falcao ma dopo un paio di tentativi infruttuosi ritornano al cliché iniziale.
Al 59’ dalla destra Dani Alves, sempre lui, pennella un morbido cross sui piedi di Gonzalo che ringrazia e depone nel sacco. Doppietta e 2-0. Oramai il già molle spirito combattivo del Principato si è sgonfiato, Jardim prova ad effettuare qualche sostituzione con l’auspicio di immettere nuova incisività per riequilibrare gioco e risultato ma non accade proprio nulla di rilevante.
Non è la loro serata e neppure il loro avversario, netto il divario negli schemi e nei singoli. Vi sono un paio di tentativi che potrebbero illudere ma ci pensa Big Gigi a sbrogliare. E così al 90+3 si spengono i riflettori sul Louis II.
La nuova Juve di Allegri è divenuta una realtà nel panorama europeo, ponendo subito in chiaro quali sono le sue ambizioni ed aspirazioni. Consapevole delle proprie capacità e potenzialità ha ridimensionato un Monaco che tutti descrivevano come l’autentica rivelazione continentale con un drappello di giovanotti che riuscivano a ben miscelare entusiasmo e qualità. Forse la prossima stagione sarà più fortunata.
I bianconeri hanno confermato di essere un gruppo ben amalgamato ed esperto, dotato di individualità di altissimo spessore, personaggi in grado di tirar fuori dal cilindro in qualsiasi momento e situazione il jolly vincente. Scrollatisi di dosso quella mentalità sparagnina e provincialotta si sono accorti che devono essere gli avversari a preoccuparsi di studiare e contenere. Un perfetto amalgama di agonismo e mestiere completato da una fame, quasi cannibalesca, di vittoria e trofei indispensabile per salire sul gradino più alto.
Il biglietto per Cardiff ancora non è in tasca, però è stato prenotato. Si tratta di pazientare sino a martedì 9 quando allo J Stadium si disputeranno i secondi 90’.
Per ora le pupille sono state accontentate. A bientot.
la Redazione bg
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