Emmanuel Macron è il nuovo presidente francese
Tutto è stato rispettato. Le previsioni, i sondaggi, i pronostici. Come pure la matematica. Sì, anche la matematica perché nella vittoria di Emmanuel Macron sono incluse le alleanze vincenti con candidati importanti a differenza di Marine Le Pen. La Francia non è un Paese di destra e lo ha voluto riconfermare. Sono stati 20.703.631 i francesi che si sono espressi a favore di Macron, pari al 66,06 percento, contro i 10.637.183 che hanno votato Marine Le Pen, il 33,94 percento.
Nella sua prima dichiarazione vi è la conferma di quanto aveva annunciato in campagna elettorale: “Rafforzare il legame tra l’Europa e le nazioni che la compongono, tra l’Europa e i suoi cittadini. Difenderò la Francia, i suoi interessi vitali, la sua immagine. È un impegno che assumo davanti a voi. Difenderò l’Europa, il destino comune che si sono dati i popoli del nostro continente. È in gioco la nostra civiltà”. Subito dopo la mente è corsa alla sua avversaria:
“Voglio esprimere un pensiero per Marine Le Pen, non fischiate, hanno espresso una rabbia e una collera, va ascoltata, farò di tutto affinché nei prossimi anni non ci sia alcun motivo per votare gli estremi”.
“La Francia e il mondo si aspettano da noi la difesa dello spirito dei Lumi, ovunque. Vi servirò in nome del nostro motto: Libertà, Uguaglianza, Fraternità. Vi servirò sulla base della fiducia che mi avete accordato, vi servirò con amore. Viva la Repubblica. Viva la Francia”.
Con lo stesso tono ha replicato la leader di FN: “Ho telefonato a Macron per congratularmi. Gli ho fatto gli auguri per le importanti sfide che lo attendono. I francesi hanno preferito la continuità ma per noi è un risultato storico che pone il Fronte patriottico come prima forza di opposizione”.
Emmanuel Macron, nato ad Amiens il 21 dicembre 1977, è il più giovane presidente francese ed è considerato un centrista, seppure nel suo recente passato abbia fatto parte del Partito Socialista.
È un deciso sostenitore dell’Unione Europea ma che per non indebolirla necessita apportare diverse sostanziali modifiche sociali ed economiche. E come prima visita all’estero il neo presidente ha scelto la Germania, giusto per rimanere in tema.
Sin dal primo giorno di scelta politica ci ha tenuto a rimarcare che non si può fare a meno dell’Europa, che va rafforzata la sua unione e vanno eliminate talune evidenti incongruenze. Ha avuto la capacità di infrangere e sconfiggere il vetusto sistema politico francese basato sulla destra gollista e sulla sinistra socialista. Ha creato un suo movimento, En Marche!, che in pochissimi mesi che ha sbaragliato quanti gli si opponevano.
Il capolavoro è stato il dibattito televisivo preelettorale con Le Pen durante il quale ha saputo evidenziare tutte le lacune della destra e la pochezza di contenuti del programma.
È stato segretario generale di Hollande e successivamente suo ministro dell’Economia.
Giorno dopo giorno ha convinto i francesi con la chiarezza dei suoi discorsi e la concretezza dei programmi. Durante la campagna elettorale si sono schierati al suo fianco anche l’ex presidente François Hollande e l’ex premier Manuel Valls.
Ha da subito dichiarato che la società va cambiata, si ha bisogno di un contesto sociale più aperto e flessibile, scevro dai corporativismi e dagli innumerevoli privilegi del passato, se si vogliono affrontare e superare le sfide del rinnovamento e della globalità si deve seguire questa scelta. Non gli è mancato il coraggio, durante la campagna elettorale, quelle volte in cui affermava che l’ideologia partitica è, nell’era dell’informatica, una zavorra che penalizza l’intera collettività, che lo scontro sinistra-destra rallenta la crescita della Francia e non crea posti di lavoro, è un duopolio da ridimensionare ed eliminare.
Il primo gesto da Presidente è stato la commemorazione del 5 maggio 1945, data della sottoscrizione dell’armistizio francese, con la deposizione di una corona d’allora alla tomba del Milite Ignoto sotto l’Arco di Trionfo sugli Champs-Elysées.
Nicolas Sarkozy intervistato da France2 sulla vittoria di Macron ha precisato: “So bene, per esperienza, che ora comincia il difficile”.
Piero Vernigo
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