Alessandro Bastagli, fiducia nei giovani e nella creatività
Una delle esternazioni più lette ed ascoltate è quella della scarsa collaborazione tra il mondo della scuola e quello della produzione, vi è poi una successiva rimostranza che riguarda un certo distacco tra i grandi della produzione e chi si affaccia sul mercato che necessita di sostegno e di supporto.
Di quest’ultimo inghippo si è accorto Alessandro Bastagli ed ha escogitato un meccanismo che se decolla genererà benefici per la filiera e nel contempo diverrà stimolo per altri suoi colleghi, oltre che gratifica e soddisfazione personale.
Alessandro Bastagli appartiene a quel ristretto gruppo di persone che si è rimboccato le maniche sin da giovanotto e mentre tanti suoi amici badavano alle discoteche o ai sollazzi vari, lui coglie l’occasione che gli capita di andare in Giappone e nella terra del Sol Levante esporta cultura, tradizione e gusto del Made in Italy. Tra un aereo e l’altro si incontrano sempre personaggi con i quali, qualora se ne posseggono le capacità, si intrecciano conoscenze, approfondimenti e rapporti.
Nel 1978 incrocia Gianni Versace e diviene suo punto di riferimento per il Giappone ed Hong Kong, rapporto che si protrarrà per quasi un ventennio. Poi scopre la seta lavata e la importa per tutta la penisola. Entra nella produzione e nella distribuzione di Moschino.
Nel 2010 il suo amico Giuliano Coppini, patron di Lineapiù con 120 dipendenti a Prato, attraversa giornate poco serene. Giuliano Coppini è il personaggio che ha inventato i filati di viscosa in maglieria.
Alessandro abituato a navigare in mare aperto raduna operai, impiegati e vertici e spiega che la barca rischia di colare a picco, unico sistema di salvataggio è quello di accantonare la filosofia e dargli ancora di più di gomito.
I 120 recepiscono il messaggio ed in pochi mesi la contabilità torna a sorridere. Il secondo passo è posizionarsi tra le linee di prestigio, tra le eccellenze. Ora anche il secondo passo è compiuto.
Bastagli sa che l’ozio è il padre dei vizi per cui il cervello deve seguire il moto perpetuo.
Nei giorni scorsi è stato presentato “Talents Lineapiù”.
Di scuole e programmi attinenti il pianeta moda la penisola ne è sazia.
Alla pari di tante facoltà universitarie, accade che in diversi si laureano ma poi intraprendono strade che pochissimo hanno in comune con il titolo di studio. In tale maniera si perde tempo, si sprecano quattrini, si ostacolano quanti scelgono di seguire il cammino della tradizione sartoriale.
Riuscire a scambiare due frasi con Alessandro è quasi come cercare l’isola del tesoro, ma alla fine la si trova.
“L’intendimento è quello di premiare chi ha idee, fantasia, creatività e poi trasforma il tutto in prodotto finito. Un premio allo studio ma soprattutto alla realizzazione. Vogliamo incentivare la fascia di età compresa tra i 23 ed i 35 anni, quanti hanno ultimato il percorso scolastico, sono entrati nel mondo del lavoro ed hanno già realizzato qualcosa”.
È come se dopo esser andato a bottega un apprendista bravo decide di mettersi in proprio ma il portafoglio consente pochi sviluppi.
“Può succedere che un ragazzo abbia talento ma gli mancano le possibilità economiche, noi cerchiamo di dargli una mano. Può partecipare chi ha già presentato due campionari ed iniziato a commercializzarli, che si trovi, quindi, già all’interno di un processo produttivo ed abbia ultimato il ciclo scolastico.Vi sarà poi una giuria tecnico scientifica composta da autorevoli personaggi, che operano all’interno del pianeta moda, la quale si esprimerà ed emetterà il verdetto”.
In sostanza verrà premiata la meritocrazia, evento che si verifica con scarsa frequenza nel Paese specie se all’interno delle giurie si accomodano politici e personaggi legati alle bandiere partitiche. Il premio verrà assegnato due volte l’anno, per la stagione primavera/estate e per quella autunno/inverno. Colui che si aggiudicherà il Lineapiù Award per sei campionari potrà attingere ai filati prodotti da Lineapiù in maniera gratuita.
“Metteremo a sua disposizione il nostro archivio, potrà studiare le nostre collezioni, visitare lo stabilimento, in cambio chiediamo un capo per ogni collezione realizzata e l’impegno ad utilizzare solo nostri filati. Il tutto avverrà in maniera trasparente ed è nostro interesse premiare chi avrà dimostrato di possedere talento e creatività ma soprattutto non dispone di liquidità per acquistare filati di pregio e potrà realizzare le sue creazioni senza la paura di consumare troppi filati. È questo un particolare che spesso frena la creatività. Quantomeno per tre anni un simile problema non lo assillerà”.
Tre anni sono un tempo ragionevolmente onesto per accertare se uno stilista possiede determinate caratteristiche e capacità per crescere.
“Un segnale concreto nei confronti dei giovani e dei meritevoli. Personalmente nutro fiducia nei confronti dei giovani per cui dobbiamo agevolare il loro ingresso nel comparto moda se vogliamo conservare la leadership mondiale”.
Dopo la rigogliosa generazione di Armani, Versace, Ferré, Trussardi e qualcun altro, in pochissimi sono venuti alla ribalta internazionale.
“In parte è dipeso dalle nuove scelte aziendali che guardano principalmente i bilanci ed i numeri, si concede meno spazio alla creatività ed al rischio preferendo andare sul sicuro. Si cerca di risparmiare su tutto ed alla fine la creatività viene un tantino frenata ed arginata. Sono stati inventati numerosi paletti e linee di sbarramento per cui tutto ciò che non contribuisce direttamente agli utili aziendali lo si taglia”.
La ripresa a sentire qualcuno è in atto, qualcun altro sostiene il contrario.
“Non c’è dubbio che la ripresa c’è ma non tocca tutti, il mercato è esigente e bisogna possedere le carte in regola. Servono tre ingredienti: qualità, prezzo e tecnologia. In mancanza di uno dei tre presupposti la crescita è zoppa. Dobbiamo emozionare il mercato, stimolarlo. Nel giro di pochi lustri molte regole sono cambiate e ci si deve adeguare per non correre il rischio di rimanerne fuori. Resiste bene solo una nicchia del lusso”.
Ci si salva con l’export.
“Oggi per aggredire un mercato estero serve il supporto di una struttura aziendale adeguata, sino ad alcuni anni addietro tante iniziative venivano adottate in modo avventuroso, ma ora non è più possibile. L’export è necessario però va seguito nel migliore dei modi”.
Pitti Filati 81.
“Abbiamo un trend in crescita che ci consente un cauto ottimismo. Lineapiù ha assunto 50 persone negli ultimi sette anni, sono state acquistate quattro nuove macchine per la filatura ed abbiamo programmato un investimento di due milioni per la tintoria. Serve un’iniezione di fiducia, tanto entusiasmo, la carica dei giovani e l’esperienza dei meno giovani, ingredienti che consentono di guardare avanti con ottimismo”.
Bruno Galante
Commenti
Alessandro Bastagli, fiducia nei giovani e nella creatività — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>