Francesco Galli, non distrarsi innovazione e ottimismo
Firenze chiude la stagione delle manifestazioni fieristiche di moda e della relativa filiera nazionale e internazionale, si concede le dovute e irrinunciabili vacanze e rimanda quasi tutto a settembre.
Pitti Uomo aveva lasciato segnali in rosso, e non poco visto il quasi meno dieci di buyer italiani in meno, sulla stessa scia si è posizionato Pitti Bimbo con un meno otto, dovrebbero essere dati affidabili in quanto emessi da Pitti Immagine, società organizzatrice delle manifestazioni di moda che si tengono alla Fortezza da Basso a Firenze. Purtroppo come oramai accade da diverse stagioni non viene emesso il numero dei visitatoti né tantomeno quello dei buyer ed ancora non si riesce a comprendere la motivazione.
Ogni qualvolta si tenta di nascondere numeri e dati ufficiali è perché non si è in grado di sventolar bandiera esultante, solo che in questa maniera si agisce alla stregua dello struzzo che ama celar il capo al di sotto della sabbia.
Però la realtà rimane immutata.
Che le due fiere avessero segnato un arretramento lo si comprendeva facilmente dalle numerose assenze di brand famosi e storici, dai tanti spazi vuoti e dalla folta presenza di desk che magari fanno lievitare il numero complessivo delle aziende presenti ma si tratta di società a conduzione familiare in procinto di crescere e di affermarsi in Italia e all’estero.
Nei giorni scorsi sono circolate voci, riportate da diversi quotidiani, secondo le quali nel tentativo di arginare questo declino i vertici della società avrebbero ipotizzato di posticipare le date delle manifestazioni. Voci prontamente smentite dall’amministratore delegato Napoleone. Le voci, però, continuano a circolare.
Ad arginare il flusso negativo di Pitti Uomo e Pitti Bimbo provvede Pitti Filati, bisogna comunque tener presente che a Filati espongono aziende produttrici di filati per maglieria e quindi rivolto ad altri produttori e industriali del settore e siccome da nessuna parte al mondo aprono tre fabbriche alla settimana di maglieria, il numero p pressoché stabile nel tempo.
Una delle presenze che non passano inosservate è quella di Millefili, azienda di Carpi con oltre 60 milioni di fatturato. Di cosa sta accadendo nel settore ne abbiamo parlato con Francesco Galli che ne è il patron.
“Il momento è difficile e serve prestare attenzione a tutto ciò che accade, molto probabilmente il peggio lo abbiamo superato ma di ostacoli da superare ve ne sono ancora parecchi. Se si vuol essere un tantino egoisti allora devo dire che noi ci riteniamo soddisfatti con moderazione,
rimaniamo con gli occhi ben aperti e le orecchie tese”.
I dati che circolano vanno in contraddizione a seconda della fonte che le emette. Pare di assistere ai commenti delle consultazioni politiche, ogni partito esprime giudizi diversi.
“Ognuno tenta di portare la coperta dalla sua parte. Forse si può sostenere che la grande industria ha ripreso a muoversi in campo positivo mentre la piccola e media impresa fa ancora fatica seppure anche su quel versante ci sono dati incoraggianti. Noi proseguiamo a pensare positivo”.
È un po’ ciò che accade con Pitti Uomo e Bimbo che rallentano a differenza di Filati che prosegue senza rallentamenti.
“Sono convinto che il Made in Italy sia in crescita, che i nostri prodotti riscuotono consensi in ogni parte del globo e che siamo diventati leader assoluti nel nostro settore. Ciò non significa abbassare la guardia, al contrario, non possiamo distrarci neppure per un attimo oppure ritenere di essere arrivati per poter vivere di rendita. Sarebbe un errore imperdonabile”.
In pratica, è necessario contare sui mercati esteri visto che quello nazionale stenta e non lancia messaggi troppo incoraggianti.
“La nostra produzione per il 60 percento è destinata ai mercati internazionali e la rimanente parte si ferma nella penisola. Vendere oltre confine richiede organizzazione, struttura e investimento. Se il territorio nazionale non è difficile da gestire quello estero è leggermente più complesso. Le distrazioni non sono consentite e si pagano a caro prezzo, alcuni di quei nomi che sono scomparsi a volte si sono distratti”.
Millefili investe tanto nella comunicazione ma soprattutto sui giovani.
“La comunicazione nel XXI secolo è determinante, è come la vetrina di un negozio degli anni Trenta del secolo scorso, noi crediamo tantissimo sui nuovi sistemi informatici e sulle nuove strategie della comunicazione, stiamo attenti a ciò che accade intorno e non solo in Italia. I giovani per Millefili sono una risorsa inestimabile, crediamo e puntiamo sulle nuove leve perché sono loro il futuro, ma anche il presente. Se siamo bravi a trasmettere le nostre idee, la nostra tradizione e le nostre capacità ai ragazzi, possiamo tranquillamente affermare che le sfide del domani non ci spaventano”.
Che Francesco Galli creda nei giovani lo testimonia la numerosa presenza di gioventù italiana e straniera nel suo coloratissimo stand.
Bruno Galante
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