Europei calcio femminile lunedì Italia-Russia
Domenica 16 luglio alle 18 fischio di inizio della XII edizione del Campionato Europeo Femminile di calcio tra Olanda, nazione ospitante, e la Norvegia. La gara si disputerà ad Utrecht mentre la finale del 6 agosto verrà giocata ad Enschede. La prima edizione si è giocata in Danimarca nel 1991 e se la aggiudicò la Germania contro la Norvegia 3-1 dts, due anni dopo è l’Italia ad ospitarla e le Azzurre giungono in finale ma vengono battute 1-0 dalla Norvegia a Cesena, le nostre ragazze disputeranno un’altra finale nel 1997 e questa volta saranno le tedesche a metterci sotto 2-0 ad Oslo.
Oltre a questi onorevoli piazzamenti abbiamo ottenuto ben poco a differenza della Germania che ha fatto man bassa portando a casa ben sette trofei su otto. Rapaci ed insaziabili le teutoniche che partono favorite anche in questa edizione.
La spiegazione sta tutta nel numero delle tesserate. In Germania superano 209mila, in Svezia 179mila, in Olanda 153mila, poi vengono tutte le altre nazioni con ampi distacchi.
Da noi si supera appena le 20mila unità. Un abisso tra le prime e le italiane. Gap che potrà essere colmato solo se si crede nel movimento calcistico femminile e si investono cifre rilevanti. Quantomeno nelle intenzioni pare si voglia intraprendere quella strada.
In queste ultime settimane a Coverciano vi è stato un prolungato raduno perché l’ostacolo del girone è di quelli proibitivi, ne sono tutti consapevoli a partire dal tecnico Antonio Cabrini. Si qualificano le prime due e le altre due a casa. Visto che le avversarie si chiamano Germania, Svezia e Russia significa che ogni match è una finale.
Non è certo il tecnico a nascondersi o a nascondere la realtà. Ecco quanto ha dichiarato.
“È stato un mese duro al termine di una stagione impegnativa soprattutto per le ragazze che hanno disputato la finale di Coppa Italia e che ci hanno raggiunto in ritiro dopo essersi riposate solo dieci giorni.
Il gruppo si è allenato sempre con la massima attenzione, dimostrando di avere una costante voglia di crescere ed il lavoro non ne ha risentito nemmeno per le alte temperature di Coverciano. Un mese è un periodo di tempo lungo, che permette di agire su tutti gli aspetti che fanno parte dell’interpretazione del calcio e, oltre al lavoro atletico, abbiamo potuto approfondire anche le tematiche tattiche”.
Lunedì 17 allo Sparta Stadium di Rotterdam c’è la Russia.
“Con la Russia abbiamo già giocato sette mesi fa a Manaus, in Brasile. Allora vincemmo 3-0 ma non possiamo soffermarci su quel risultato. Guai a pensare di aver già vinto e che sia una gara facile. Il girone è impegnativo e di fronte avremo le due finaliste degli ultimi Giochi Olimpici, Germania e Svezia. In un raggruppamento a quattro squadre, dove alle finali accedono solo le prime due, ogni partita diverrà quella decisiva”.
Sin qui Antonio Cabrini che è convinto di trovarsi di fronte ostacoli difficili ma non insormontabili.
Abbiamo ascoltato il parere anche di Milena Bertolini che nel palmares annovera tre scudetti da allenatrice, con Foroni Verona e Brescia,
ma soprattutto colleziona Panchine d’Oro Femminile A, ben sei, oltre ad essere l’unica italiana, insieme a Carolina Morace, in possesso del patentino di allenatore di Serie A maschile.
“Per la prima volta le ragazze hanno fatto un mese di ritiro a Coverciano, è un buon segnale perché vuol dire che la Federazione ci tiene agli Europei. È un altro indizio della crescita di tutto il sistema. Siamo capitate in un girone terribile dove non sono concesse distrazioni o sbavature, però sono sicura che ce la possiamo giocare con Germania e Svezia. Come al solito il verdetto finale lo stabilisce il campo. Però, ripeto, sono fiduciosa”.
Durante la preparazione della squadra le ragazze sono apparse serene e tranquille.
“Significa che sono rilassate e si divertono, molte di loro si conoscono da anni e giocano insieme da diversi campionati, ciò agevola il compito in campo. Otto provengono dal Brescia, cinque dalla Fiorentina e quattro dal Verona, in pratica dalle prime tre in classifica”.
Quest’anno anche la Juventus ha deciso di investire sul calcio femminile.
“Sono motori trainanti che fanno solo del bene al settore per l’apporto che forniscono non solo dal punto di vista economico e finanziario ma per quella che è la struttura societaria, l’organizzazione, l’immagine, lo staff di alto livello. Dovessero seguire questa strada altri quattro o cinque club importanti si compirebbe in tempi brevi un gran balzo in avanti”.
Il presidente Tavecchio più volte ha dichiarato che il settore femminile ha delle potenzialità enormi di crescita.
“Bisogna percorrere il cammino che ha seguito il settore maschile, serve una diffusione capillare non solo nelle città ma anche nei paesi. È necessario lavorare nei dilettanti, nei quartieri, nella scuola. Serve una programmazione accurata e servono anche degli investimenti, creare le premesse da oggi per conseguire risultati domani, le bambine di oggi sono le calciatrici di domani”.
Altro ostacolo da superare il professionismo.
“Una ragazza che dedica quindici, venti anni al calcio arriva a 35 anni e si accorge di aver sprecato una parte della sua vita, ovvio che se le capita un’occasione migliore abbandona il calcio. Il professionismo è un passaggio obbligato per una crescita di quantità e di qualità del calcio femminile”.
Intanto lunedì pensiamo alla Russia. La diretta sarà trasmessa su Eurosport 1 e Nuvola 61, in differita su Rai Sport+HD alle 23,30.
Bruno Galante
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