Silenzio su Bilderberg e Commissione Trilaterale
È un concentrato di massoneria, carboneria, congreghe del silenzio, clan di poteri occulti e lobby del dominio. Si tratta semplicemente di Bilderberg. Una consorteria alla quale aderiscono i baroni della finanza, dell’economia, dell’informazione del vecchio continente e del Nord America. È una consorteria talmente ciclopica da concedersi il lusso di imporre alle enciclopedie nazionali di non menzionare il club nelle proprie pagine. Del genere cane non morde cane oppure le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Parente molto stretto della congrega è la Commissione Trilaterale, partorita dalla geniale mente di David Rockfeller che è stato tra i fondatori di Bilderberg.
Prende il nome dall’albergo ove si riunirono la prima volta dal 29 al 31 maggio 1954 nell’Hotel Bilderberg di Oosterbeek in Olanda, la lettera di invito è firmata Bernard zur Lippe-Biesterfeld, principe consorte della regina Giuliana d’Olanda. Il principe Bernard diventa il presidente e rimane in carica sino al 1976 allorquando viene coinvolto in uno scandalo di tangenti miliardarie per via di aerei caccia venduti dalla Lockheed Corporation all’aeronautica olandese.
Da quel lontano 1954 ogni anno soci e ospiti eccezionali si sono sempre incontrati per discutere e programmare il futuro politico, economico e finanziario dell’Occidente. Oltre ai boss dell’industria e della finanza hanno sempre partecipato politici di alto rango, tra i nostri spiccano i nomi di Mario Monti e Romano Prodi.
Di cosa si discuta non si è mai saputo nonostante alle numerose riunioni abbiano sempre partecipato giornalisti navigati e di lungo corso, sembra quasi che all’ingresso tolgano microfoni, penne e taccuini ed una volta ultimate le discussioni vengano colti da vuoti prolungati di memoria.
Quest’anno i 128 partecipanti si sono incontrati a Chantilly, una cittadina di poco più di ventimila abitanti situata nel nord della Virginia negli Usa. Sei in tutto i connazionali presenti a cominciare dal presidente di Fca John Elkann divenuto un abitué e facente parte del comitato direttivo insieme a Lilli Gruber, anche lei oramai una veterana di Bilderberg. Gli altri quattro italiani sono Fabiola Giannotti, direttrice generale del Cern di Ginevra, Sandro Gozi, esponente di spicco del Partito Democratico e che in passato ha collaborato con Romano Prodi e Josè Manuel Barroso entrambi assidui frequentatori di Bilderberg. Gozi è l’unico politico nazionale partecipante, segno che qualche simpatia deve pur esserci.
Per chiudere l’elenco vi è Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera, e Maurizio Molinari, direttore del quotidiano torinese La Stampa.
Come si può notare nel sestetto della penisola la metà appartiene alla categoria giornalistica e tutte prestigiose firme dalle quali nulla è trapelato circa gli argomenti trattati ed i vari interventi. In stile prettamente brokkolino.
Ma di rinomati professionisti planetari ve ne sono diversi a partire da François Lenglet di France 2, Minton Beddoes del The Economist e poi Peggy Noonan del The Wall Street Jornal, come pure Martin Wolf del Financial Times e altri ancora.
È questa ristretta cerchia di dominatori che regge, stabilisce e decide come debba andare l’economia planetaria, chi debba mangiare e chi debba patire la sete. Chi debba emigrare e chi debba fallire.
Nonostante vogliano far credere che in Turchia vige una sorta di dittatura al tavolo decisionale siedono
Sinan Ulgen, Omer Koc, Mustafa Akyol, Levent Cakiroglu e Cansu Camlibel i quali probabilmente non dovrebbero essere nemici di Recep Tayyip Erdogan altrimenti si troverebbero a conteggiare le mattonelle in qualche stanza tetra. E se Recep Erdogan ha concesso il visto di partecipazione il tornaconto ce l’ha di sicuro.
Non invitati al banchetto gli amici di Vladimir Putin al quale il ruolo di comparsa non è mai piaciuto, e particolarmente in questo periodo visto che ha deciso di rimandare a Manhattan ai piedi della statua della Libertà qualcosa come 775 diplomatici o presunti tali domiciliati nei pressi della Piazza Rossa. Essendo lo zar uno dei burattinai del globo mal sopporta che debbano essere gli yankee a gestire e decidere le sorti della terra. L’altro burattinaio George Soros di tanto in tanto va a sedersi al tavolo allestito dai bilderberghiani ma con loro rimane sempre in stretto contatto decisionale.
Il prossimo appuntamento dei conviviali, questa volta dei baroni della Commissione Trilaterale, si terrà a Londra dal 3 al 5 novembre prossimo.
Arnaud Daniels
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