Acquedotti colabrodo sui quali non si interveiene
Gli acquedotti italiani accusano ai nostri giorni delle percentuali di perdita che stanno assumendo valori assolutamente inaccettabili venendo a costituire un vero problema sia dal punto di vista economico e sia per la scarsità d’acqua che assilla territori sempre più vasti.
L’assurdità di questo fenomeno è data dalla carente informazione che lo riguarda ed al tempo stesso dalle inesplicabili ragioni che lo provocano. Si fa notare come di uno stato di cose così importante si conosca praticamente un solo dato e cioè la perdita che un acquedotto accusa in periodi di tempo molto di lunghi.
Nulla si sa né della dislocazione puntuale delle perdite nelle varie zone alimentate dell’acquedotto né si conosce la sua distribuzione temporale.
Si assiste sui media ed anche nella letteratura tecnica ad una proliferazione di autorevoli interventi con cui si invita a porre fine ad una situazione come quella che si verifica sistematicamente in molte parti d’Italia ma senza poter fornire alcun elemento utile.
Ad esempio sostenere che un acquedotto durante un intero trimestre ha avuto il 37 per cento di acqua dispersa nel sottosuolo significa soltanto portare alla conoscenza di un dato singolo sia pur di una certa gravità.
Qualora si sapesse invece che detta percentuale rappresenta un elemento molto probabilmente errato, allora la notizia apparirebbe ancora più grave.
Per rendersi conto che la situazione è in realtà messa proprio in questi termini basta prendere visione dell’articolo perdite occulte dove vengono spiegate con dovizia di particolari le mille ragioni per le quali i dati comunemente diffusi sono approssimativi.
Per averne una pallida idea basterà dire che la percentuale di perdita comunemente nota deriva dal rapporto fra due valori ambedue molto approssimati come sono rispettivamente il totale dell’acqua immessa in rete ed il totale dell”acqua venduta.
Ma l’aspetto più interessante del problema perdite occulte è dato dalla quantità veramente notevole di suoi elementi caratteristici che bisognerebbe conoscere. Ne farò qui di seguito un elenco anche se sicuramente incompleto.
Per intervenire a risolvere efficacemente il problema perdite di un acquedotto bisognerebbe almeno sapere l’ammontare della perdita in tempo reale, la sua distribuzione zona per zona del territorio servito, l’influenza esercitata su di esse da svariati fattori come ad esempio, la pressione di consegna dell’acqua zona per zona e minuto per minuto, l’andamento del tempo atmosferico e la temperatura dell’ambiente ecc.ecc.
Sicuramente tutti questi dati, allo stato attuale delle conoscenze, non possono assolutamente essere determinati. Un elemento che fornirà un notevole contributo alla risoluzione di questo problema potrà essere senza dubbio una radicale modifica del metodo di lettura dei contatori privati.
Al riguardo sono in avanzata sperimentazione dei contatori rivoluzionari che saranno in grado di rilevare e trasmettere in automatico ed in continuazione le letture dei consumi.
Quando la nuova metodologia di esercizio e tutti i dati perverranno al Centro di Calcolo automaticamente, allora sarà compiuto un notevole passo avanti nella determinazione di tutti gli elementi prima indicati anche perché sarà allora possibile collegare tra di loro tutti i dati di consumo con i dati di immissione in rete da parte delle centrali ed inoltre con quelli di dettaglio della rete come ad esempio le pressioni di consegna dell’acqua all’utente ed inoltre le portate dei misuratori presenti in rete.
Ma allo stato attuale delle cose si può solo riaffermare la poca attendibilità delle cifre note e sbandierate ai quattro venti.
la Redazione
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