Il risotto Made in Italy per ora è salvo
La riforma del mercato interno del riso rappresenta un passo avanti importante che aggiorna finalmente una normativa vecchia di quasi sessant’anni, garantendo la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà da risotto Italiane.
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul mercato interno del riso, in attuazione della delega prevista dal Collegato agricoltura e sulla scia delle mobilitazioni promosse da Coldiretti per tutelare i risicoltori nazionali.
In un mercato che sta assistendo ad un crollo dei prezzi sotto i costi di produzione su varietà per il consumo interno come Arborio e Carnaroli per effetto degli squilibri di mercato legati alle importazioni a dazio zero, la possibilità di poter avere una diversificazione di denominazione va da un lato a vantaggio del produttore e dall’altro del consumatore che avrà la possibilità di scegliere il riso che più gradisce con una giusta remunerazione agli agricoltori italiani.
L’Italia è il primo produttore europeo di riso su un territorio di 237mila ettari coltivato da 4263 aziende, per una produzione di 1,58 miliardi di chili, con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità occupazionali, ma la situazione sta precipitando e a rischio c’è il lavoro di oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera.
La produzione nazionale sarebbe più che sufficiente per coprire i consumi interni ma si preferisce speculare sulle importazioni low cost ad alto rischio che affossano le quotazioni del Made in Italy perché è possibile spacciare il riso straniero per italiano a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura.
In tale ottica è importante la richiesta avanzata dal Governo italiano alla Commissione europea per l’applicazione urgente della clausola di salvaguardia per il ripristino dei dazi sulle importazioni di riso lavorato dalla Cambogia, l’autorizzazione a sperimentare in Italia l’introduzione dell’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per il riso e misure straordinarie di sostegno al reddito dei risicoltori e di rilancio di una coltura strategica per l’Unione.
la Redazione
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