Sinergie e opportunità per contrastare i cambiamenti climatici.
Si è svolto all’Accademia dei Georgofili di Firenze un incontro per la presentazione del Progetto AGROCHAR, organizzato in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Associazione Chimica Verde.
All’apertura dei lavori, Carlo Chiostri, responsabile dei Progetti dell’Accademia dei Georgofili, ha salutato il pubblico per conto del Presidente Giampiero Maracchi, sottolineando l’importanza della strategia italiana nell’ambito degli indirizzi europei nel campo della bioeconomia ed in particolare dell’economia circolare.
A questo proposito, ha ricordato il protocollo di intesa recentemente stipulato con l’Associazione Chimica Verde, promotrice della giornata odierna insieme alla stessa accademia.
È seguito l’intervento del Rettore dell’Università di Firenze, Luigi Dei. Entrambi hanno espresso la propria soddisfazione nei confronti dei risultati del Progetto, di valore scientifico internazionale e al quale collaborano numerosi gruppi di ricerca; hanno inoltre sottolineato l’importanza della ricerca, cui il MIUR ha recentemente destinato importanti risorse finanziarie, e l’importanza del collaudo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico verso le imprese, ricordando che anche in questo caso i PSR delle Regioni hanno destinato, attraverso specifiche misure, risorse finanziarie appositamente dedicate.
Il Progetto ha affrontato in modo innovativo e interdisciplinare il tema della valorizzazione del digestato da impianti di digestione anaerobica, al fine di convertire lo stesso in un prodotto collocabile sul mercato agricolo, realizzando così le condizioni per un’economia circolare e sostenibile in ambito agricolo ed agroindustriale.
Il tema del Biochar è estremamente attuale: è di recentissima emanazione un decreto del MiPAAF (22.06.2015) che ne consente il suo impiego in agricoltura.
Tuttavia, le matrici di partenza considerate sono solo quelle legnose (ad es. il cippato fine). In realtà l’effluente solido (digestato) in uscita da impianti di produzione di biogas e biometano presenta caratteristiche chimiche interessanti per queste applicazioni, in quanto parte dei nutrienti permangono nel prodotto e si ritrovano anche a valle del processo di carbonizzazione, offrendo quindi un evidente vantaggio nei confronti delle biomasse di derivazione arborea.
Carbonizzare questa tipologia di biomasse, e convertirla quindi in un prodotto collocabile sul mercato (anche quello biologico) non è però processo semplice, in quanto il digestato si presenta in forma finemente sminuzzata e sostanzialmente liquido.
Il Progetto costituirà occasione per promuovere nuove opportunità di business per le aziende agricole, trasferirà tecnologie sostenibili innovative, creerà le condizioni per nuovi prodotti agricoli e contribuirà allo stoccaggio del Carbonio nel suolo, in linea con le più recenti determinazioni della COP21 di Parigi.
la Redazione
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