Il Cinquecento a Firenze “maniera moderna” e controriforma
Appena inaugurata a Palazzo Strozzi una straordinaria mostra dedicata all’arte del secondo Cinquecento a Firenze. Ultimo atto di una trilogia di mostre a Palazzo Strozzi a cura di Carlo Falciani e Antonio Natali, iniziata con Bronzino nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino nel 2014, la rassegna celebra un’eccezionale epoca culturale e di estro intellettuale, in un confronto serrato tra “maniera moderna” e controriforma, tra sacro e profano: una stagione unica per la storia dell’arte, segnata dal concilio di Trento e dalla figura di Francesco I de Medici, uno dei più geniali rappresentanti del mecenatismo di corte in Europa.
La mostra comprende oltre 70 tra dipinti e sculture, per un totale di 41 artisti, espressione della temperie culturale di quel tempo. Lungo le sale di Palazzo Strozzi si trovano a dialogare, in un percorso cronologico e tematico allo stesso tempo, opere sacre e profane dei grandi maestri del secolo come Michelangelo, Pontormo e Rosso Fiorentino, ma anche di pittori quali Giorgio Vasari, Jacopo Zucchi, Giovanni Stradano, Girolamo Macchietti, Mirabello Cavalori e Santi di Tito e scultori come Giambologna, Bartolomeo Ammannati e Vincenzo Danti, solo per nominare alcuni di coloro che furono coinvolti nelle imprese dello “Studiolo”, della “Tribuna” e nella decorazione delle chiese fiorentine.
Artisti capaci di giocare su più registri espressivi – dall’ispirazione religiosa alle passioni comuni – mediando la propria formazione, avvenuta sui grandi maestri d’inizio secolo, con le istanze di un mondo che affrontava un complesso cambiamento verso l’età di Galileo Galilei,
aperta a una nuova visione sia della natura sia dell’espressione artistica di respiro europeo.
La mostra apre quindi nuovi orizzonti su un’epoca di grandissima proliferazione artistica, evocando nelle prime due sale artisti che furono modelli di riferimento imprescindibili non solo per gli allievi diretti, e accostando capolavori degli anni Venti del Cinquecento. Il visitatore può assistere a confronti mai visti tra opere – come quello imperdibile tra la Deposizione di Santa Felicita di Pontormo, la Deposizione dalla croce di Volterra di Rosso Fiorentino, il Cristo deposto di Bronzino proveniente da Besançon – e riscoprire, tra gli altri, capolavori come la celebre Pietà di Luco di Andrea del Sarto e il Dio fluviale di Michelangelo.
Importante la rete di collaborazioni creata sia con musei e istituzioni del territorio che a livello internazionale, e l’importante campagna di restauri che ha trovato nell’esposizione pieno compimento. Diciassette sono state le opere sottoposte a intervento, rendendo quindi la mostra una straordinaria occasione per la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio.
Fondamentale è stato il ruolo di Friends of Florence che ha permesso il restauro di sei opere, a cominciare dalla Deposizione del Pontormo, insieme alla cappella Capponi in Santa Felicita, per cui l’opera fu dipinta, per proseguire con straordinarie pale come L’Immacolata Concezione del Bronzino,
Cristo e l’adultera e la Visione san Fiacre di Alessandro Allori, e le sculture del Dio fluviale di Michelangelo e del Crocifisso del Giambologna.
Nella prima sala incontriamo i capolavori degli anni Venti del Cinquecento creati da artisti che furono i maestri indiscussi di quelli operosi nella seconda metà del secolo: Michelangelo con la scultura del Dio fluviale ( 1526-1527 circa ) e Andrea del Sarto con la celebre Pietà di Luco ( 1523-1524 ). Nella seconda sala sono uniti artisti quali Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino attraverso lo straordinario confronto tra la Deposizione di Santa Felicita ( 1525-1528 ), la Deposizione dalla croce di Volterra ( 1521 ) e il Cristo deposto di Besançon ( 1543 – 1545 circa ), oltre a grandi opere di Cellini, Salviati e Vasari. Dunque la nascita, fra il 1530 e il 1550, di quei linguaggi che verranno poi fatti propri dagli artisti di Francesco I e Ferdinando I de Medici.
Una sezione è dedicata a temi sacri con gli artisti che lavoravano ai nuovi altari riformati nelle chiese fiorentine, poi quella sui temi profani spesso legati alla personalità di Francesco I. In entrambe le sezioni troviamo i medesimi artefici tra cui Giorgio Vasari, Mirabello Cavalori, Girolamo Macchietti, Santi di Tito, Jacopo Coppi, Maso da San Friano, Giovan Battista Naldini, Giambologna.
Tra le opere sacre si ricordano la Crocifissione della Chiesa di Santa Maria del Carmine di Vasari ( 1560 – 1563 ), l’Immacolata Concezione del Bronzino in deposito alla Chiesa della Madonna della Pace ( 1570 -1572 ), la Resurrezione della Basilica di Santa Croce di Santi di Tito (1574 circa ), Cristo e l’adultera di Alessandro Allori (1577) della Basilica di Santo Spirito, mentre tra le opere profane le sei lunette, qui riunite per la prima volta, che costituiscono uno dei rari cicli pittorici di soggetto profano e allegorico eseguiti da alcuni dei pittori coinvolti nello Studiolo di Francesco I a Palazzo Vecchio. Inoltre il Mercurio del Kunsthistorisches Museum di Vienna di Giambologna ( 1564 – 1565 circa ) e Michelangelo, Soderini e il sultano della National Gallery di Londra di Mirabello Cavalori ( post. 1564 ).
Nelle ultime due sale sono raccolti marmi e tavole d’altare di grande tenore qualitativo: opere eseguite proprio allo scadere del Cinquecento o addirittura già sul primissimo avvio del Seicento, come la Visione di San Tommaso d’Aquino della Chiesa di San Marco a Firenze di Santi di Tito ( 1593 );
I miracoli di san Fiacre di Alessandro Allori da Santo Spirito ( 1596 ) e l’altorilievo di Pietro Bernini San Martino divide il mantello col povero ( 1598 circa, Napoli, Museo di San Martino).
E sarà facile cogliere in esse i segni della poesia alta che informa la cultura figurativa a Firenze ben oltre quei tempi d’inizio secolo in cui solitamente si vuole confinare il primato artistico della città.
Ogni mostra di Palazzo Strozzi è un laboratorio in cui sperimentare nuove modalità per rapportarsi all’arte mettendo al centro l’esperienza di ogni singolo visitatore, dai giovani agi adulti, dalle famiglie alle scuole. Ognuno può trovare il proprio modo di vivere e approfondire la mostra il Cinquecento a Firenze.
In occasione della mostra la Fondazione Palazzo Strozzi propone un ciclo di conferenze che attraverso il contributo di importanti studiosi permette di approfondire i contenuti della rassegna: otto speciali incontri dentro i luoghi-simbolo del Cinquecento a Firenze e in Toscana, per vivere e comprendere un periodo straordinario della città. Tutti gli incontri sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili, l’elenco completo sul sito di Palazzo Strozzi.
Sono previste attività per le famiglie per condividere l’arte con la partecipazione di bambini e genitori osservando le opere esposte nelle sale della mostra; l’attività in laboratorio completa l’esperienza e invita a sperimentare usando la creatività.
Per visitatori singoli e gruppi di adulti è possibile partecipare a visite in mostra. La visita alla mostra può essere associata anche a itinerari in altri musei e luoghi della città di Firenze. Un album, una matita, una gomma e un suggerimento per osservare le opere: il Kit Disegno è un materiale disponibile per tutti i visitatori della mostra, pensato per allenare lo sguardo ed esprimere la propria creatività attraverso il disegno.
L’importante non è realizzare un bel disegno, ma lasciare che occhio, mano e matita lavorino insieme trasportandoci nell’esperienza della creazione. Numerose le iniziative per le scuole, per gli insegnanti visita – incontro che permette di anticipare i contenuti della rassegna, gli incontri si tengono a Palazzo Strozzi e le visite guidate sono riservate ai docenti che intendono accompagnare le proprie classi alla mostra.
Ci sono diversi progetti di accessibilità: A più voci, un progetto per le persone con Alzheimer e per chi se ne prende cura, il progetto offre alle persone affette da Alzheimer la possibilità di esprimersi attraverso l’arte e proporre un modello per una comunicazione ancora possibile. Sono previsti cicli di incontri che si svolgono il martedì pomeriggio, a partire dalle 15.00; durante due incontri viene scelta un’opera di fronte alla quale soffermarsi.
Attraverso una conversazione guidata mediatori ed educatori invitano alla creazione di un racconto collettivo o di una poesia, che oltre a documentare l’esperienza, diventano una risorsa che arricchisce l’opera di nuove voci e suggerisce altri modi di guardare l’arte.
Il terzo incontro è dedicato a un’attività creativa realizzata in collaborazione con l’artista Cristina Pancini. Sfumature è un progetto dedicato ai giovani dai 15 ai 20 anni affetti dal disturbo dello spettro autistico.
Ogni mese viene organizzato un appuntamento condotto da educatori museali ed educatori professionali che accompagnano i partecipanti a scoprire le grandi opere della mostra. Connessioni è il progetto di Palazzo Strozzi dedicato a gruppi di persone con disabilità. La visita prevede l’osservazione di una selezione di opere e il coinvolgimento attivo dei partecipanti. La mostra è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi con Arcidiocesi di Firenze, Direzione Centrale per L’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto-Ministero dell’Interno, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato con il supporto di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana, e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Main sponsor Gruppo Unipol. Il catalogo utile strumento per la comprensione della mostra è edito da Mandragora.
Info: www.palazzostrozzi.org
Roberto Cantini