I buonisti dell’EU badano a tartassare gli antirom
Mercoledì 25 ottobre 2017 l’UE a Strasburgo ha approvato il testo “sugli aspetti relativi ai diritti fondamentali nell’integrazione dei rom nell’Unione Europea: lotta all’antiziganismo”.
Testo approvato su “raccomandazioni delle organizzazioni che svolgono un ruolo di controllo e delle organizzazioni della società civile, soprattutto quelle del Centro europeo dei diritti dei rom, della Foundaciòn Secretariado Gitano, dell’Open Society Foundation (fondata dall’ungherese Gyorgy Schwartz, divenuto poi George Soros, finanziere facente parte della Commissione Trilaterale fondata da David Rockfeller e della nota associazione Bilderberg, finanziatore di numerose Ong che traghettavano sino a poche settimane fa le decine di migliaia di migrantes nel Mediterraneo, ndr), della European Roma Grassroots Organisation (la cui sede non è a Roma bensì a Bruxelles, ndr) e di Amnesty International”.
Alcune righe dopo a Strasburgo scrivono: “B. considerando che i rom fanno parte della cultura e dei valori dell’Europa e che hanno contribuito alla ricchezza culturale, alla diversità, all’economia e alla storia comune dell’UE”.
Con i politici della capitale dell’Alsazia si potrebbe essere parecchio d’accordo sul fatto che i rom abbiano contribuito ad incrementare la diversità europea ma forse un po’ meno sul fatto che abbiano contribuito alla ricchezza culturale ed economica del vecchio continente.
Successivamente nella parte concernente la “Riconciliazione e costruzione della fiducia” invita gli Stati membri dell’UE “a commemorare le vittime dell’olocausto dei rom, a stabilire che il 2 agosto si celebri la Giornata della memoria dell’Olocausto dei rom e a concedere un risarcimento idoneo e immediato ai sopravvissuti dell’Olocausto dei rom attraverso una procedura semplificata, accompagnata da una campagna di sensibilizzazione”.
Al punto 16 “invita gli Stati membri a condannare in maniera chiara e a sanzionare la negazione dell’Olocausto dei rom, l’incitamento all’odio e la ricerca di capri espiatori da parte di politici e funzionarti pubblici a tutti i livelli e in ogni tipo di media, in quanto rafforzano direttamente l’antiziganismo nella società”.
Ma ciò che preoccupa maggiormente del testo approvato è il punto 29 con il quale si invita gli Stati membri “a istituire unità per contrastare i reati dell’odio, con conoscenza dell’antiziganismo nelle forze di polizia; a incoraggiare un’adeguata attenzione da parte della polizia, e in caso di comportamenti illeciti da parte delle forze dell’ordine, applicare sanzioni; ad assumere professionisti specializzati nella soluzione delle controversie affinché lavorino a fianco della polizia; ad incoraggiare l’assunzione attiva di rom tra i membri delle forze di polizia”.
Quest’ultimo punto ha fatto prontamente scattare una robusta reazione da parte della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, Consap, la quale tramite il segretario generale nazionale vicario, Stefano Spagnoli, ha dichiarato: “Usciamo da questa Europa prima che sia troppo tardi”.
Il Consap rimarca l’imposizione dell’inefficienza del numero unico telefonico, il 112 per le forze di polizia, ambulanze e Vigili del Fuoco,voluto sempre dall’UE “nel nostro Paese senza una pianificazione adeguata ha destabilizzato il sistema di pronto intervento in Italia mettendo nelle mani di semplici telefonisti la sicurezza degli italiani ed oggi ci chiede di dare una divisa agli zingari prevedendo addirittura una corsia preferenziale, anche in danno alle minoranze etniche, certamente più inclini al rispetto della legalità”.
Spagnoli non ha adottato metodologie diplomatiche per manifestare il suo pensiero e quello delle migliaia di iscritti al sindacato, ha poi rimarcato che “il concetto di integrazione dei rom è un controsenso, infatti la loro cultura è da sempre quella di vivere ai margini della società per esaltare il loro parassitismo; all’idea di incoraggiare l’assunzione attiva dei rom tra i membri delle forze di polizia, buttandola in metafora disneyana, come ha già detto qualcuno, non si rischierebbe di far sorvegliare alla Banda Bassotti il deposito di Paperone? Immaginiamo che le stesse nostre perplessità le potrebbero avere anche i zingari che vedono nelle divise persone da evitare assolutamente e che questa cultura del ‘lontani dalla Polizia’ se la tramandano da generazione in generazione fin dalla tenera età dove il poliziotto potrebbe impedire loro di chiedere l’elemosina”.
È inspiegabile la solerzia e la decisa volontà di Strasburgo ad occuparsi in maniera urgente di un problema che di sicuro non è tra i più impellenti in un momento in cui la stessa Unione Europea ha ben altre difficoltà da affrontare e discutere a partire dalle decine di immigrati
che hanno invaso il continente e che gironzolano per le città senza un presente e un futuro.
Non si può di certo trascurare il particolare che ad aprile 2018 in Ungheria si terranno le consultazioni politiche ed i sondaggi indicano Viktor Orbàn, attuale primo ministro e già vincitore delle elezioni del 2010 e 2014, vincente anche la prossima primavera. Orbàn è un accanito avversario di George Soros e delle sue istituzioni, non è un amico di Strasburgo e dei migrantes né tantomeno dei rom. Qualora anche l’Ungheria continuasse a bloccare il flusso degli immigrati provenienti dai Balcani per l’UE sarebbe una brutta gatta da pelare dopo che anche l’Austria ha spostato il baricentro a destra.
Intanto nessun commento è stato espresso dai dirigenti politici italiani sul testo approvato a Strasburgo il 25 ottobre, il silenzio è proseguito non solo nelle sedi dei partiti.
Salvarico Malleone
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