Bolzano, Trento e Belluno migliore qualità della vita 2017
Nelle prime dieci città italiane ove la qualità della vita è migliore figurano sette città del Triveneto (Bolzano, Trento, Belluno, Vicenza, Treviso, Pordenone e Udine), due della Lombardia (Lecco e Mantova) ed un’emiliana, Parma. Nelle ultime dieci vi sono cinque siciliane (Messina, Catania, Siracusa, Palermo e Trapani), tre calabresi (Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia), poi Napoli e stranamente una città ligure, Imperia.
È quanto viene pubblicato da ItaliaOggi a seguito della consueta ricerca curata dall’Università La Sapienza di Roma dal dipartimento di Statistiche Economiche (giunta alla diciannovesima edizione), il tutto supportato dalla Cattolica Assicurazioni.
Per trovare la prima città del Sud occorre far scorrere la graduatoria e fermarsi al 44° posto per scorgere Potenza, che compie un bel balzo in avanti in dodici mesi, era al 64° nel 2016.
Si vive meglio nei capoluoghi di piccola e media dimensione, è una conferma che si ripete oramai da anni. Per trovare un capoluogo di regione bisogna scendere fino alla trentasettesima posizione, occupata da Firenze, che non è di sicuro una megalopoli europea.
E qualcosa vorrà pur dire se tutte le città più grandi (Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo) ristagnano nella seconda parte della classifica, anche se Roma, pur collocandosi 67ª, fa un bel balzo in avanti di ventuno posizioni.
Piccolo è meglio? Molto probabilmente sì poiché esiste maggiore flessibilità, spirito di adattamento e capacità di comunicazione interpersonale, vi è maggiore resilienza.
Altro dato che balza agli occhi è la posizione di alcune città del Nord Ovest. Oltre alla già citata Imperia, si trovano Torino, Genova, Savona e Alessandria al di là della 70ª, a differenza del Nord Est che evidenzia Trieste al 70° posto. Tra le pugliesi la sola Bari scende in graduatoria, tutte le altre migliorano.
È uno strumento che dovrebbe essere utilizzato dagli amministratori locali per apportare modifiche e migliorie alle esigenze del territorio, eseguito con una metodologia caratterizzata da nove dimensioni d’analisi (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita), 21 sottodimensioni e 84 indicatori di base (oltre il doppio di quelli presi in considerazione in tante altre ricerche).
Metodologia che permette di analizzare in maniera approfondita i molteplici e variegati aspetti in cui la qualità della vita si evidenzia nelle province italiane.
Dovrebbe far comprendere ai pubblici amministratori che occorre privilegiare la crescita del turismo e della cultura visto che la nostra Penisola prosegue a registrare numeri e percentuali incoraggianti nei confronti dei nuovi e vecchi amanti del Bel Paese.
Salvarico Malleone
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