Nelle prossime ore freddo gelo ed il boom d’influenza
Adesso si può davvero parlare di un’escalation di casi per quanto riguarda l’influenza 2018.
Ma soprattutto, secondo la tesi degli esperti, il picco non è ancora stato raggiunto. Le statistiche negli ultimi giorni parlano di un raddoppio del numero degli italiani che hanno contratto il virus influenzale. In molti hanno preso d’assalto i pronto soccorso.
L’ultimo bollettino dell’Iss, Istituto Superiore di Sanità, che fa riferimento al periodo del 25-31 dicembre, parla di 673.000 casi, che portano il numero globale dei contagiati a 2.168.000 da quando è iniziato il periodo di sorveglianza.
Un vero boom se si pensa che nella settimana precedente gli italiani colpiti dal virus ammontavano a 387mila.
Un trend in costante crescita che ha colpito tutte le regioni d’Italia ad esclusione del Nord Est.
L’incidenza dell’epidemia in Italia è pari a 11,11 casi per mille assistiti, un numero già ampiamente superiore a quello dell’anno passato.
Un dato che si avvicina molto alla soglia di guardia dei 13,50 casi di media, la soglia fatidica che identifica come ‘alta’ l’intensità della diffusione dell’Influenza 2018.
Secondo quanto recita il bollettino dell’ISS, ‘il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti tranne in Friuli V.G., Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Val d’Aosta in cui si mantiene a circa quattro casi per mille assistiti’.
Al momento, le regioni in cui l’epidemia influenzale è stata maggiormente diffusa sono Lombardia, Liguria, P.A. Trento, Marche, Basilicata e Calabria.
I sintomi di questa forma influenzale che sta colpendo tutte le regioni d’Italia sono spesso improvvisi e si palesano con febbre spesso molto alta, tosse, mal di gola, sintomi da raffreddamento, dolori alle articolazioni, riduzione dell’appetito e debolezza. Nei bambini sono stati notati frequenti casi di vomito e diarrea.
Per contrastare i sintomi si può ricorrere ai farmaci o meno, a seconda della valutazione del medico di fiducia.
Decisamente meglio fare a meno di antibiotici a meno che il medico non li ritenga strettamente necessari qualora ravvisasse la presenza di infezioni batteriche. Il consiglio principale è quello di evitare colpi di freddo e rimanere a riposo.
Bere molta acqua è un altro dei consigli preziosi per alleviare la tosse e reintegrare i sali minerali. Generalmente sono sufficienti tre-quattro giorni per la remissione della malattia, ma per evitare ricadute è sempre meglio attendere qualche giorno in più prima di uscire e tornare alla vita quotidiana.
Se la febbre supera i 39°, l’uso di antipiretici è necessario per far abbassare la temperatura.
Chi non vuole ricorrere ai farmaci e preferisce la prevenzione può far ricorso anche ad un’alimentazione di contrasto.
Aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, aiuta a rafforzare, con l’apporto di vitamine, le difese immunitarie dal rischio dell’insorgenza dell’influenza favorita dal freddo gelido.
Una sorta di “dieta antigelo”.
Oltre a frutta a verdura ricca di antiossidanti nella dieta non devono mancare latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.
Con la discesa del termometro arriva anche il “permesso” ad aumentare le calorie consumate in relazione ad attività, sesso, età e necessità personali.
Fondamentale è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo.
Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali.
Per la frutta di grande importanza per il grande contenuto di vitamina C, è il consumo di frutta di stagione come i kiwi, clementine e arance rigorosamente italiane per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico.
Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8- 1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.
Salvarico Malleone
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