La moda riprende a pedalare la crisi è oramai superata
Ad aprire le manifestazioni fieristiche dell’anno nuovo ci pensa la moda maschile, a Firenze principia Pitti Uomo e a Milano subito dopo Fashion Week Uomo. I dati diffusi dagli organizzatori fiorentini raccontano di un passato che non c’è più, di una crisi superata e di una ripresa, lenta, che si affaccia.
Le buone nuove provengono dal mercato interno con oltre 15.000 compratori italiani, 1,5 percento in più della passata edizione gennaio 2017, che si sono presentati alla Fortezza da Basso e poco più di 9.000 compratori esteri con un incremento del 4 percento. Che i dati fossero incoraggianti lo si notava apertamente lungo i corridoi e negli stand. Dovremmo oramai essere fuori dal tunnel della crisi che ha tartassato l’occidente dal maggio 2007, come ad ogni ripartenza vi è chi si avvia veloce e chi un tantino più lento. Da oltre oceano si apprende che la disoccupazione negli Stati Uniti è scesa al 4 percento ed in alcune zone addirittura al 2 percento, cifre che per il nostro Paese sono un miraggio.
Probabilmente saranno questi dati ad aver spinto i compratori a stelle e strisce a spostarsi nella penisola, vi è stato un +20 percento di negozi a superare le barriere d’ingresso. Altra buona nuova è il ritorno dei russi dopo l’assurda decisione di Bruxelles di adottare l’embargo nei confronti di Mosca,
restrizioni commerciali che hanno penalizzato fortemente l’Italia per quel che riguarda i prodotti tessili, enogastronomici e turismo. I compratori russi sono stati il 31 per cento in più del gennaio 2017.
Il numero complessivo dei visitatori si è aggirato intorno ai 36.000, stabilendo in questa maniera il nuovo record di accessi. Ampia soddisfazione da parte degli espositori che possono tornare a sorridere e programmare senza l’incubo della crisi.
Tra i partecipanti anche Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia, la più importante organizzazione di esercenti del dettaglio e ingrosso d’abbigliamento, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, pelletterie, accessori, articoli sportivi, con oltre 35.000 imprese commerciali associate.
Questo il suo pensiero su Pitti Uomo 93.
“Ho colto segnali confortanti e incoraggianti, ho notato un certo entusiasmo ma soprattutto un forte spirito positivo tra gli espositori e tra i compratori. Un buon segnale che trasmette cauto ottimismo. Ritengo che il periodo di crisi profonda sia oramai alle spalle, vi sono chiari segnali di ripresa, forse un tantino lenti rispetto ad altri Paesi, ma si avvertono”.
Da pochi giorni sono partiti i saldi in ogni regione.
“Siamo leggermente al di sotto della media per quel che sono in dati in nostro possesso, per una valutazione più corretta dovremo attendere la fine di gennaio. Al momento il 19 percento degli associati ha registrato degli incrementi, il 31 percento è sugli incassi della passata stagione invernale mentre il 50 percento ha subito un decremento. Magari noi ci attendevamo qual cosina in più. Però, ripeto, è preferibile attendere fine gennaio per esprimere un parere più realistico. Va considerato, comunque, che i primi di marzo vi saranno la consultazioni politiche ed ogni qual volta gli italiani vanno alle urne per eleggere i parlamentari vi è una contrazione negli acquisti”.
Altro punto di riflessione sono le vendite on line.
“Non bisogna fare confusione nel leggere le statistiche globali. Noi sappiamo che il 60,5 percento dei consumatori sceglie il negozio sotto casa per le compere. Gli italiani sono un popolo parecchio diverso da quello americano, occorre considerare anche le distanze chilometriche che incidono notevolmente nella scelta degli acquisti per cui molti preferiscono scegliere sui cataloghi online. La moda, però, è un tantino diverso da oggetto elettronico o meccanico. Il capo va scelto, va toccato, va indossato, si ha bisogno di guardarsi allo specchio, serve il consiglio della commessa o del proprietario del negozio. Subentra il buon gusto, dobbiamo poter scegliere tra diversi capi, valutarne la bellezza e gli abbinamenti”.
Forse i giovani sono più propensi a quel genere di acquisto.
“Noi dobbiamo essere bravi ad intercettare i giovani e le loro idee, comprendere i loro mutamenti e le loro tendenze. A volte si fanno prendere dalla foga della moda del giorno che non sempre segue i canoni della bellezza e del buon gusto, siamo noi che dobbiamo trasmettere la cultura del vestirsi e del bello. Come Federazione Moda Italia organizziamo corsi di vendita dove insegniamo le tecniche commerciali e di marketing come pure trasmettiamo l’amore per la bellezza ed il buon gusto. Se il Made in Italy ha conquistato il mondo è soprattutto per la nostra arte, la nostra cultura e la nostra propensione alla bellezza e al buon gusto”.
Troppi giovani alla ricerca di un lavoro e con il portafoglio vuoto.
“Da tempo ripetiamo che per creare posti di lavoro è indispensabile ridurre le tasse e ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione, solo così si incrementano i consumi e si incentiva la produzione. Auspichiamo che il prossimo governo ascolti le richieste che presenteremo il giorno in cui saremo convocati”.
Intanto le manifestazioni fiorentine proseguono con Pitti Bimbo e la prossima settimana con Pitti Filati.
Bruno Galante
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