Ogni anno gettiamo 37 kg di alimenti ovvero 250 euro
Il 2018 sarà l’anno zero per le rilevazioni sullo spreco del cibo in Italia: perché per la prima volta arrivano i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, integrati da rilevazioni nella grande distribuzione e nelle mense scolastiche. Gli innovativi monitoraggi, su campione statistico di 400 famiglie di tutta Italia – e su campioni significativi di scuole, iper e supermercati italiani – sono stati realizzati dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente con l’Università di Bologna – Distal, e il partenariato dell’Università della Tuscia – Deim, del Politecnico di Milano – Dica e l’Università di Udine – Deis.
Nell’ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market hanno illustrato i dati il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente Barbara Degani con i promotori dell’iniziativa: Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero e Luca Falasconi, coordinatore del progetto Reduce/60 SeiZERO del Ministero dell’Ambiente.
Ogni giorno, fra ciò che rimane nel piatto nel frigo e nella dispensa di casa, gli italiani gettano 100 grammi di cibo: una quota che moltiplicata per 365 giorni all’anno ci porta a 36,92 kg di alimenti, per un costo di 250 € all’anno.
Lo hanno rilevato i Diari di Famiglia dello spreco, eseguiti con scrupolosa annotazione quali-quantitativa da parte di 400 famiglie di tutta Italia: per una settimana, sotto il coordinamento di Claudia Giordano ricercatrice dell’Università di Bologna, hanno preso nota del cibo gettato, della tipologia e delle cause che hanno determinato lo spreco. Con il progetto Reduce si è potuto accertare che ogni famiglia butta via 84,9 kg di cibo nel corso dell’anno: a livello nazionale significa sprecare circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in un anno, per un costo di 8,5 miliardi €. circa lo 0,6% del Pil.
La famiglia media spreca circa 1,5 kg di cibo ogni settimana e il pasto incriminato è la cena, quando si spreca in media 1 volta e ½ più che a pranzo. Guida l’infausta ‘hit’ dei cibi gettati la verdura, che ciascuno di noi sperpera ogni giorno, in media, per quasi 20 g, pari al 25,6% dello spreco totale giornaliero (in un anno significa sprecare 7,1 kg di verdure). Subito dopo il latte e latticini con 13,16 g al giorno pari al 17,6% dello spreco totale giornaliero, per 4,8 kg all’anno. A seguire la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g).
Le cause? Aver raggiunto o superata la data di scadenza o essere andato a male nel 46% dei casi, e aver gettato il cibo che non era piaciuto (26%).
Rilevazioni importanti anche dal monitoraggio sulla grande distribuzione avviato dal progetto Reduce con il coordinamento di Silvio Franco e Clara Cicatiello del DEIM dell’Università della Tuscia.
Pesa 9,5 kg/anno per metro quadro di superficie di vendita lo spreco negli ipermercati e 18,8 kg/anno per metro quadro nei supermercati. Tradotto per ogni cittadino italiano significa una produzione di spreco di 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana.
In termini economici, l’incidenza dello spreco alimentare sul fatturato dei punti vendita è sotto l’1% per gli ipermercati, e di circa 1,4% per i supermercati. Le rilevazioni hanno preso in esame 16 punti vendita, di cui 3 ipermercati (oltre 2.500 metri quadro) e 13 supermercati (da 600 a 2.500 metro quadro).
Ma si spreca anche nelle mense scolastiche: lo studio pilota di Reduce, sotto il coordinamento di Matteo Boschini ricercatore dell’Università di Bologna, ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia.
Hanno partecipato 11.518 soggetti fra studenti e personale scolastico, per un totale di 109.656 pasti monitorati.
I dati evidenziano che quasi 1/3 del pasto viene gettato, il 29,5%: si tratta di 120 grammi di cibo per ogni studente a fronte di pasti che offrono ca 534 grammi di cibo pro capite.
Lo spreco è ripartito fra avanzi dei piatti (16,7%), cibo intatto lasciato nella mensa (5,4%) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 7,4%). Il cibo meno gradito agli studenti è la frutta, in testa al gradimento dei bambini il ‘secondo’ piatto.
Secondo il pare del sottosegretario Barbara Degani le stime del 2015 evidenziavano come si sprecassero 63 Kg di cibo a testa, i dati emersi dal progetto Reduce indicano come vi sia un calo dello spreco a livello domestico e le indagini fatte con i Diari di famiglia hanno dimostrato come lo spreco si sia attestato oggi sui 37 kg pro capite. Questo sta a dimostrare che una corretta campagna di sensibilizzazione concertata tra Istituzioni come in questo caso Ministero, Parlamento e Università possa produrre grandi risultati.
I primi test sullo spreco reale e non stimato dimostrano che la sensibilizzazione si ‘tocca’ con mano: lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016. Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 kg di cibo all’anno contro il doppio circa del dato precedente, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni. Adesso si dovrebbe rilanciare su due proposte chiave: l’inserimento dell’educazione alimentare come materia di studio dalle scuole primarie, e la richiesta di una normativa comune europea da promuovere anche attraverso l’anno europeo dedicato alla prevenzione dello spreco alimentare.
L’abbondanza e l’eccesso possono presto trasformarsi in spreco. L’equilibrio è il segreto per fruire al meglio il cibo tutti i giorni. È la metafora di come gestiamo le nostre scorte alimentari: stiamo consumando cibo in eccesso, generiamo spreco e questo procura squilibrio nella società.
Riccardo Dinoves
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