Uva da tavola: i chicchi d’oro al 21° Congresso
In Italia si producono poco più di un milione di tonnellate di uva da tavola ed in Europa occupiamo la prima posizione, nel resto del mondo vi è la Cina e la Turchia che ci precedono.
Oltre il 40% del raccolto è destinato all’export, di cui il 90% ai Paesi comunitari e la restante parte va a finire sui mercati extracomunitari.
Nella Penisola la Puglia e la Sicilia producono oltre il 90%, e la sola Puglia produce circa il 70% dell’uva da tavola nazionale.
Nei giorni scorsi si è concluso il 21° Congresso Nazionale e Internazionale sull’Uva da Tavola a Noicattaro, Bari, al quale hanno partecipato relatori provenienti dalla Spagna, dalle regioni dell’Est Europa e dall’America Latina.
L’ideatore ed il curatore è Mario Colapietra, ricercatore in viticoltura, che da oltre un ventennio organizza e si dedica alla programmazione del convegno, la cui nomea oramai ha valicato i confini nazionali.
Quest’anno si è superato la soglia dei mille partecipanti tra produttori, ricercatori, agronomi consulenti, tecnici, addetti alla commercializzazione, media e comunicazione.
Iniziativa che si è potuta concretizzare grazie al contributo di alcune società: AlzChem, Eiffel – Aniplast, Berardi, Grena, Daymsa, Vivai Cooperativi Rauscedo e Sun Wuorld.
Tra i relatori Asia Khafizova si è occupata delle nuove varietà di uva da tavola resistenti alla peronospora e oidio. I lavori di ibridazione per ottenere vitigni resistenti a fillossera, peronospora e oidio, principiarono in Francia nel 1870 con l’obiettivo di ridurre i trattamenti, contenere i costi e ottenere prodotti salubri.
Al momento l’Università di Udine, l’Istituto di Genomica applicata ed i Vivai Cooperativi Rauscedo, in qualità di finanziatore, stanno attuando interessanti programmi di ricerca.
Sono in fase di valutazione di alcune varietà tra le quali Jurdian, Anjuta, Rossa di Novycherkassk, alcune apirene, per accertare le resistenze.
Altro argomento di notevole interesse ed attualità è stato quello trattato da Maurizio Ventura: programmi di ricerca e di verifiche per ottenere nuove varietà di uva da tavola senza semi. Varietà che si possono ottenere tramite incroci, ibridazione e embriocoltura.
Sono necessari almeno 16 anni per la commercializzazione di una nuova varietà, le cui fasi principali riguardano la costituzione dei semenzali, la selezione della varietà e impianto in vigneto sperimentale, sviluppo del marchio commerciale, deposito brevetto, valutazione produttività e qualità dell’uva, rilevazione eventuali difetti, caratteristiche organolettiche, predisposizione alla conservazione, sperimentazione in alcune zone del pianeta, verifica del consenso dei consumatori e degli addetti alla commercializzazione.
Tra le recenti varietà senza semi quelle che sono state ritenute più interessanti senza dubbio sono: la Sable, la Scarlotta, Autumn Crisp e l’Adora.
La società californiana Sun World effettua oltre 300 combinazioni di incrocio l’anno, con l’intento di unire le caratteristiche positive dei due genitori onde raggiungere lo scopo di migliorare la produttività, la grandezza dell’acino, le caratteristiche gustative, il colore gradevole, la conservabilità, peculiarità che permettono di soddisfare le esigenze non solo dei produttori e dei distributori ma principalmente quelle dei consumatori del globo intero.
Nel corso dei lavori del Congresso Mario Colapietra ha conferito il Premio Nazionale 2018 Targa Bacca d’Oro alla società Sun World Innovations “Per aver attuato impegnativi, costosi e innovativi programmi di ricerca di miglioramento genetico, finalizzati alla creazione di nuove varietà di uva da tavola senza semi. Nelle regioni italiane di coltivazione dell’uva da tavola, la diffusione di varietà apirene come le migliori caratteristiche produttive, qualitative e gustative, ha consentito alla produzione nazionale di migliorare la competitività internazionale, ridurre i costi di produzione e soddisfare le nuove esigenze dei consumatori e della Grande Distribuzione Organizzata Internazionale. La Società Sun World ha contribuito con la sua attività allo sviluppo economico e occupazionale delle regioni meridionali italiane”.
Tra le proposte innovative delle società ha destato interesse un film in polietilene, l’Anigold, prodotto dall’Aniplast, di Noicattaro, che può essere fornito con fori oppure occhielli con un rinforzo laterale per inserire un cordino che legato alla struttura consente una solida tenuta.
Altrettanto interesse ha suscitato l’aratro-spandiconcime dell’Alz-Chem che permette di effettuare due operazioni con un solo passaggio, concimazione e interramento del concime possono essere concretizzati in una sola volta.
Numerosi altri interventi si sono registrati nel corso del Congresso che hanno riguardato l’intera filiera, le innovazioni tecnologiche, le procedure per garantire la sicurezza alimentare e la salubrità dei prodotti commercializzati.
I lavori si sono conclusi con la consegna di 61 attestati di frequenza e di merito della Scuola di Specializzazione in Viticoltura per l’aggiornamento gratuito delle aziende produttrici di uva da tavola.
la Redazione
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