Se ritornano le brigate rosse e gli scontri di piazza
Ogni giorno le piazze delle principali città sono diventate teatri di scontro tra le forze dell’ordine e le rispolverate bandiere rosse. Sta riapparendo anche la stella a cinque punte degli anni Settanta e Ottanta, non è ancora apparso il cerchio che la racchiudeva.
E per fortuna ancora il sangue per strada non se n’è visto, seppure quella scena di Piacenza con il carabiniere circondato e canagliescamente massacrato da un commando di una diecina di coyote fa scorrere i brividi lungo la colonna vertebrale.
Il brigadiere dell’Arma se l’è cavata con una frattura alla spalla e 60 giorni di prognosi.
A Macerata Pamela Mastropietro, una ragazza romana di appena 18 anni con problemi di tossicodipendenza, viene ammazzata, fatta a pezzi e sezionata prima di essere riposta all’interno di due trolley nella campagna di Pollenza il 31 gennaio.
Sotto inchiesta finiscono quattro scattanti nigeriani dediti allo spaccio.
Il 3 febbraio Luca Traini, 28enne di Macerata, nell’intento di vendicare la morte di Pamela comincia la “caccia al nero” e per poco non compie una strage, alla fine saranno 6 le persone ferite.
A Macerata si tengono due manifestazioni sponsorizzate dal primo cittadino pd e aperte da striscioni contro la violenza, il fascismo e il razzismo. Nessun accenno a Pamela Mastropietro.
Gli slogan dominanti della sinistra in questa campagna elettorale sono partoriti dalle menti criminali e funeste proprie del periodo delle numerose stragi compiute dagli appartenenti ai gruppi collegati alle brigate rosse, al potere operaio, al partito comunista combattente e ad altre infinite sigle del periodo più buio della Repubblica.
L’unico problema che affligge l’Italia e gli italiani in queste settimane, a parere dei cattocomunisti, è il ritorno dei fasci e dei fascisti.
E se rimane tempo e spazio bisogna preoccuparsi, sempre a loro parere, di accogliere a braccia aperte le centinaia di migliaia di giovanotti aitanti e sorridenti sbarcati a mezzo gommone e col doppio cellulare, di offrire loro una degna dimora ed un lavoro adeguato alle loro capacità professionali e intellettuali e ai loro desideri.
Giovanotti palestrati che sono divenuti in tempi brevissimi i signori e i padroni assoluti dello spaccio, della prostituzione e del contrabbando di esseri umani.
In Italia la sinistra governa ininterrottamente dal 28 aprile 2013 prima con Enrico Letta, poi Matteo Renzi e infine Paolo Gentiloni (nessuno dei tre voluto e votato dagli elettori), per cui l’alibi del tempo regge male, quasi malissimo. In cinque anni si può programmare e realizzare tutto, o quasi.
I recenti dati sull’andamento dell’economia nazionale emanati dall’Istat, ci ricordano che nella crescita europea nel 2017 ci siamo classificati all’ultimo posto, persino siamo stati capaci di fare peggio del 2016 allorquando occupammo la penultima posizione davanti alla Grecia.
Non essendo riusciti a risolvere i problemi economici ed occupazionali a sinistra han pensato bene di riempire le piazze con gli slogan del passato remoto e concedendo terreno e denari ai numerosi centri sociali, alle associazioni anarcoide, ai sobillatori e a quanti odiano le divise militari e i tutori dell’ordine pubblico.
Negli anni Sessanta e Settanta i tanti gruppuscoli che ruotavano nell’ambito del pci venivano da questo incoraggiati e foraggiati, ed in Via delle Botteghe Oscure erano convinti di poterli gestire ed utilizzare a loro piacimento all’infinito, poi venne il giorno in cui si resero conto che si trattava di schegge impazzite ed incontrollabili e, parzialmente, li scaricarono.
Pare che si stia ripercorrendo quella strada visto le numerose dichiarazioni rilasciate dai massimi dirigenti della sinistra a partire dalla Boldrini, che ha occupato la terza carica dello Stato, la quale nelle ultime ore ha candidamente dichiarato “i gruppi che si ispirano al fascismo vanno sciolti, non c’è posto per loro nella democrazia”.
Dichiarazione che oscilla tra il patetico e il ridicolo.
La signora che si copre il capo al cospetto dei musulmani probabilmente si è convinta di trovarsi sulle sponde meridionali del Mediterraneo.
E quelle centinaia di gruppuscoli rossi che occupano abusivamente palazzi, che manifestano con violenza contro le forze dell’ordine, che scagliano fumogeni, molotov, sampietrini e cassonetti contro chi indossa una divisa come bisogna definirli?
Una campagna elettorale durante la quale nessuno a sinistra ha voluto accennare ai 4.700.000 connazionali che sopravvivono in condizione di assoluta povertà, oppure ai bambini, e si tratta di 1.700.000 bambini, che non possono seguire adeguatamente i corsi scolastici a causa della gravità economica delle loro famiglie.
E nemmeno un accenno all’altissima percentuale di disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, come pure nessuno ha commentato il particolare che in Italia le persone “quasi povere” tra il 2008 ed il 2016 sono aumentate di 3.100.000 unità, dati diffusi dall’Istat.
Per la sinistra oramai il problema nazionale è quello di sconfiggere il fascismo, di raderlo al suolo, di impegnare tutte le risorse in quella direzione, non ve ne sono altre di questioni da affrontare.
Non un commento sul dramma delle migliaia di piccoli risparmiatori che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita lavorativa con le tante banche fatte affondare dal pci-ds-pd a partire dal Monte dei Paschi di Siena, dalla Banca Etruria, la Banca delle Marche, la CaRi Ferrara e altre ancora.
Argomento, oramai, trasferito nel dimenticatoio.
Il fascismo è un chiodo alternativo gettato nella mischia con l’intento di distogliere l’attenzione degli elettori dai problemi reali e quotidiani di chi fatica ad arrivare al 27 con serenità e poche preoccupazioni.
Meglio gridare al fuoco, al fuoco, pur sapendo che si tratta di finzione cinematografica.
Domenica 4 marzo non è poi così distante.
Guglielmo d’Agulto
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