Al nigeriano piace il cane arrosto l’italiano ama le polpette
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. Così recita l’art. 544 bis del Codice Penale.
In Italia sin dal 1977 è stata costituita la Lav, Lega Anti Vivisezione, associazione animalista onlus riconosciuta dallo Stato, le cui finalità sono quelle della liberazione animale, l’affermazione dei diritti degli animali e la loro protezione, la lotta alla zoo mafia, la difesa dell’ambiente, l’abolizione della vivisezione.
La Lav è una delle più organizzate associazioni che combatte con vigore i soprusi perpetrati nei confronti degli animali.
Nei giorni scorsi a Sciacca, Agrigento, i carabinieri della locale Stazione hanno effettuato dei controlli per individuare i responsabili della morte di oltre 40 cani deceduti a causa di avvelenamento, dovuti a bocconcini di carne con aggiunta di un potente insetticida, in località Muciare.
Sinora i controlli non hanno sortito effetti positivi ma non sarà un’impresa impossibile arrivare all’autore, o agli autori, visto che per l’acquisto di tale insetticida occorre un apposito patentino.
Non ci sono indagati ma persone “informate sui fatti”. I militari dell’Arma stanno esaminando filmati che potrebbero suggerire soluzioni.
Numerose reazioni sono state registrate da parte di associazioni ambientali e animaliste. Del grave e sconcertante episodio si sono occupati, a ragion veduta, i media regionali e nazionali.
Si è interessata anche l’Asp, Azienda Sanitaria Provinciale, di Agrigento che ha intenzione di attuare un’intensa campagna di sterilizzazione a tappeto.
Altrettanto raccapricciante quanto è accaduto in Calabria a Briatico, in provincia di Vibo Valentia, giovedì 15 febbraio. Briatico è un comune di quattromila anime “adagiato sulle scogliere della Costa degli dei” del Mar Tirreno.
Sino a qualche tempo fa nella cittadina calabrese esistevano tre centri di accoglienza che ospitavano in tutto circa 700 migranti, poi hanno scoperto che la ‘ndrangheta si era impossessata del business, oltre 25mila euro al giorno che diventano 750mila al mese, e Guido Longo, prefetto di Vibo, a ottobre 2017 fa chiudere due strutture e nella terza nomina l’avvocato palermitano Rosario Di Legami quale commissario.
500 vengono trasferiti, compresi tutti i minorenni, che percepiscono 45 euro al giorno mentre agli altri ne spettano solo 35, e a Briatico ne rimangono 200, un migrante contro venti briaticesi.
Restano solo signorine e giovanotti che trascorrono gran parte della giornata a bighellonare con lo smartphone per la vie di Briatico e quando ne hanno voglia si trasferiscono nel campo comunale per poter conservare la forma atletica.
Non di rado si legge che i giovanotti sono scontenti del cibo che viene loro servito nelle strutture di accoglienza ed allora attuano forme di protesta per attirare l’attenzione dei media.
Negli ultimi mesi i nigeriani hanno attirato l’attenzione nazionale per episodi delittuosi che hanno sconvolto la serenità nazionale e solo oggi qualcuno si accorge che la mafia nigeriana si è ramificata in tutta la Penisola e controlla gran parte della prostituzione, del mercato della droga ma soprattutto gestisce il traffico di esseri umani.
Poi ci sono i cani sciolti. Tra questi vi è anche il 30enne E.M che sino a pochi giorni addietro risiedeva nel Centro di accoglienza commissariato di Briatico.
Evidentemente stanco della solita minestra calda che gli mettevano davanti mattina, mezzogiorno e sera, per una rimpatriata al desco nigeriano raccatta un cane randagio e se lo cuoce allo spiedo.
La dea bendata gli volta le spalle perché nel mentre arrostisce la povera bestia viene notato da una volontaria che fa parte di un’associazione dedita alla protezione degli animali.
Telefona alla Stazione dei carabinieri e ai veterinari dell’Asp. Immediatamente accorrono i militi e lo colgono in fragranza di reato.
Il giovanottone ci ha tenuto a precisare che in Nigeria è un’abitudine consolidata quella di desinare con carne di cane e che, oltretutto, lo aveva trovato già morto sul ciglio di una strada per cui non poteva essere accusato dell’uccisione del quadrupede e che comunque, ha garantito di non sapere che il Codice Penale italiano considera reato l’uccisione di un cane o di un gatto. Si è successivamente venuti a conoscenza che, pare, tra i numerosi nigeriani presenti a Rosarno tale consuetudine sia alquanto diffusa.
A quel punto E.M. è stato trasferito nel Cas, Centro di accoglienza straordinaria, di Nicotera che si trova all’interno del centralissimo Hotel Miragolfo, albergo a quattro stelle con piscina e numerosi confort (wifi, tv satellitare ecc.), posizionato sul lungomare.
Probabilmente, però, la scelta del Cas di Nicotera non è tra le più azzeccate per la semplice ragione che nella borgata marinara di cani randagi ve ne sono in abbondanza mentre vi è carenza totale di videosorveglianza.
Qualora il giovanottone intendesse proseguire nelle sue macabre tradizioni a Nicotera si troverebbe di fronte all’imbarazzo della scelta di quali specialità riempire il barbecue.
L’episodio di Briatico è stato divulgato quasi esclusivamente dai media siciliani e calabresi, il resto d’Italia è rimasto all’oscuro forse perché il buonismo cattosinistro è affaccendato a reperire strutture accoglienti per questi giovanotti palestrati e bighelloni bisognosi di smartphone ultima generazione, di wifi e di un cibo a loro gradito.
Anselmo Faidit
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