Maria Melani antesignana del lusso e del Made in Italy
Uscirà l’8 marzo, nel giorno della festa della donna, il libro Maria Melani stilista tra Pistoia, Firenze e Roma (Edifir), dedicato a una donna che, con le sue creazioni, alle donne ha dedicato tutta la vita, celebrandone ed esaltandone la bellezza.
Curato dal figlio Alberto Melani, insieme a Maria Camilla Pagnini, il volume ripercorre la storia di Maria, dagli esordi a Pistoia, giovanissima, nella sartoria di quella che sarebbe diventata poi sua suocera, alla creazione della griffe Melania, sino all’arrivo del successo, con l’apertura dell’atelier a Roma e i grandi riconoscimenti nazionali ed internazionali.
E sullo sfondo della storia personale, nei testi e nelle immagini del libro, scorre la storia dell’Italia intera, raccontata in un suo momento magico e irripetibile, quello del dopoguerra e del boom economico.
Un momento in cui agli abiti di alta moda, le sartorie affiancarono il prêt-à-porter, proponendosi per la prima volta sui mercati internazionali e facendo affermare, muovendo i primi passi con la Dolce Vita su quella Via Veneto divenuta il salotto del pianeta mentre Cinecittà si affermava come la “Hollywood sul Tevere”, il mito intramontabile del Made in Italy.
La Sartoria Melani, nata agli inizi del Novecento nel centro storico di Pistoia, era nei primi anni Trenta già affermata e, sotto la direzione della futura suocera di Maria, la signora Dolores, serviva l’aristocrazia e la borghesia cittadina e della confinante Firenze. Maria entrò a bottega subito dopo la scuola dell’obbligo, come si usava al tempo,
e già mentre si formava professionalmente, dimostrò abilità tutte proprie che la resero, in breve tempo, la principale collaboratrice della proprietaria. In sartoria conobbe Marcello, il minore dei tre figli di Dolores, e divenne suo marito nel 1942.
Dopo la guerra, mentre la sartoria pistoiese riconquistava, tra mille difficoltà, le sue precedenti capacità produttive, Maria si affermò sempre di più all’interno dell’atelier, tanto che presto la suocera le passò il timone. Nel 1954, in un periodo in cui le pari opportunità non erano nemmeno lontanamente concepibili, avvenne l’iscrizione alla Camera di Commercio e la nascita del brand Melania.
L’atelier continuò ad avere la scuola di taglio e cucito, dove le ragazze, come aveva fatto Maria, venivano ad imparare il mestiere. Molte arrivavano della montagna pistoiese e, in quella che somigliava più ad una famiglia allargata che ad un’azienda, Maria organizzò una sorta di ospitalità in sartoria, per consentire alle allieve di dormire in negozio durante la settimana.
Lo stile Melania, all’inizio, è ispirato a quello di Dior, con abiti caratterizzati da spalle arrotondate, vita molto stretta e gonna a corolla. Ma presto la ricerca e l’innovazione sui materiali diventò un tratto distintivo della maison, specialmente in quello che può essere definito il suo decennio d’oro, tra il 1958 e il 1968.
Abbandonate le sete e i ricami preziosi, Maria iniziò ad utilizzare i tessuti creati a Pistoia per le confezioni di biancheria, che venivano vendute all’epoca in tutta Italia. Tessuti ritenuti “poveri”, ma reinterpretati e arricchiti in modo originalissimo.
Sono di Melania i modelli della fine anni Cinquanta realizzati in “tela asciughino” dalla caratteristica rigatura sottile, bianca e blu o bianca e rossa. E sempre suoi, più tardi, saranno quelli in “tela spazzino”, così detta perché utilizzata per le divise degli operatori ecologici, e usata da Maria con applicazione di bordi colorati, specchietti e borchie.
La fama dell’atelier si espande presto al di fuori della Toscana, e a questo punto Maria Melani si fece coraggio ed aprì, nel 1958, uno showroom anche a Roma, in via Capo le Case. Il coraggio fu premiato e si accostò ad un ambiente che avrebbe reso il suo brand famoso nei cinque continenti.
E se Nilla Pizzi era già cliente affezionata della sartoria, tanto da presentarsi a quattro diverse edizioni di Sanremo indossando abiti Melania, grazie al periodo romano diventarono assidue frequentatrici dello showroom personaggi noti come Abbe Lane, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Delia Scala, Marisa Merlini come pure i volti televisivi Alessandra Panaro ed Edy Campagnoli.
Nel 1957 Elsa Morante ricevette il premio Strega per L’isola di Arturo indossando un abito in seta rossa uscito dalla sartoria Melani. In un servizio pubblicato su “Boss Magazine” indossava abiti Melania Brigitte Bardot e acquistarono i suoi capi anche Jayne Mansfield, Ava Gardner e Ainouk Aimee.
Maria non tracciò mai su carta da disegno le sue idee e i suoi modelli, lavorando direttamente con le forbici, ma trovò un “trascrittore” ideale del proprio talento in Moreno Cappellini, un ex decoratore della Richard Ginori di Sesto Fiorentino che collaborò per anni con Melania. Inizialmente facendo solo i figurini,
in seguito anche lavorando ad una serie di abiti dipinti, presentati nei primi anni Sessanta a Roma. Finito il loro sodalizio, Cappellini collaborò con Emilio Pucci e con le sorelle Fontana.
Altro personaggio chiave nella vita di Maria fu Furio Pancani, che portò gli abiti Melania in tutti i suoi negozi: la boutique a Roma, in via Sistina, quella in Piazzetta a Capri e poi nel suo terzo negozio, in via della Vigna Nuova a Firenze. Una serie di boutique e vetrine posizionate in punti strategici che proposero stile e tendenze e all’interno delle quali si soffermò il jet set dell’epoca.
Nel 1967, mentre proponeva le sue creazioni alla Mostra dell’Artigianato di Firenze, Maria conobbe anche Giovan Battista Giorgini, che l’apprezzò molto le sue realizzazioni, la esortò a partecipare alle manifestazioni di “Pitti” per imporsi all’attenzione dei buyer internazionali. Cosa che accadde negli anni successivi e che consentì di esportare il brand Melania nei Paesi Arabi, in Giappone e in numerose regioni.
Una figura da riscoprire, quella di Maria Melani, contribuì, insieme a stilisti e artigiani illuminati di quel periodo, a valorizzare la moda italiana e a farla divenire sinonimo di gusto e di bellezza.
Il libro verrà presentato a Pistoia, al Museo Marino Marini, venerdì 9 marzo alle ore 18. Insieme agli autori, Alberto Melani e Maria Camilla Magnini, interverranno Claudio Rosati e Paolo Mazzei.
la Redazione
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