Un paziente su sette è a rischio malnutrizione in ospedale
In Italia esiste un problema del quale poco si parla e poco si conosce: la malnutrizione ospedaliera. La notizia è scaturita da una ricerca effettuata dalla Cergas Bocconi sull’ nutrizionale per i pazienti italiani ricoverati presso gli ospedali o le residenze sanitarie, dati più sconfortanti emergono per i pazienti oncologici.
Secondo dati della Società italiana di Nutrizione artificiale e metabolismo si stima che in Italia il 15% della totalità dei pazienti sia a rischio di malnutrizione.
Se si guarda poi ai dati specifici sui pazienti maggiormente a rischio in ospedale e nelle Rsa, Residenza Sanitaria Assistita, un paziente su 3 è malnutrito o a rischio di malnutrizione e, ancora più grave, un paziente oncologico su 5 muore di malnutrizione.
La conferma viene anche dalla dichiarazione di Maurizio Muscaritoli, professore Associato di Medicina interna, Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma. “Se consideriamo che in Italia abbiamo circa 3 milioni di pazienti oncologici, è facile dedurre che questo deficit nutrizionale colpisca almeno mezzo milione di persone. Lo studio PreMiO (Prevalence of Malnutrition in patient first medicaloncologyvisit) ha recentemente dimostrato l’innalzamento di questi dati. Ovvero che in media circa il 50% dei pazienti in prima visita medica oncologica è a rischio di malnutrizione o è malnutrito”.
Un quadro epidemiologico, dal quale è partita la ricerca del Cergas, Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale della Sda Bocconi, presentata a Milano nei giorni scorsi, ricerca focalizzata in particolare sui Supplementi Nutrizionali Orali, Ons.
Si tratta di prodotti destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione calorico-proteica da utilizzare per via orale o come fonte unica di nutrizione o a integrazione della normale alimentazione quando non sia sufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali.
Il centro ha tracciato un quadro complessivo sulle evidenze di impatto degli Ons, sulla relativa dimesnioone di mercato e sulloe politiche sanitarie attuate a livello regionale e locale.
Il rapporto Cergas Sda Bocconi fornisce un quadro sistematico delle evidenze di impatto economico degli Ons.
I dati sono tendenzialmente positivi, poiché gli Ons consentono una riduzione del rischio di ospedalizzazioni per i pazienti i cui problemi di nutrizione sono appropriatamente affrontati.
A fronte dei loro potenziali effetti economici positivi, il mercato degli Ons non presenta valori particolarmente rilevanti.
Nel 2015 il mercato complessivo è stato di circa 49,5 milioni di Euro. Il 68% di questo ammontare deriva dalle vendite in farmacia, in larga parte una spesa sostenuta dal paziente.
Il 32% è rappresentato dagli acquisti da parte delle aziende sanitarie, per uso ospedaliero o per uso domiciliare, coperto interamente dal Ssn.
Non è noto quanto questo mercato rispecchi il fabbisogno potenziale, ma se così fosse, l’inclusione di tali prodotti nelle liste di rimborsabilità Lea sarebbe un investimento sostenibile per il Ssn, stimato attualmente in 34 milioni a prezzi industriali, se consideriamo il mercato che transita dalle farmacie.
La ricerca Cergas Sda Bocconi pone poi in evidenza che malnutrizione, ed in particolare gli Ons, non sembrano considerati a sufficienza da regioni ed aziende sanitarie.
Esistono differenze significative su diversi aspetti: dall’assegnazione di priorità a categorie di pazienti cui vengono forniti i prodotti gratuitamente, alla presenza di centri e specialisti di riferimento per la gestione della nutrizione artificiale e la prescrizione di Ons alle strategie di acquisto.
Quello che è certo è l’attenzione ancora limitata alla gestione del processo assistenziale di un paziente malnutrito dimostrata, tra gli altri aspetti, dalla rarità di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) su malnutrizione o patologie correlate in cui esplicitamente si faccia riferimento, come rilevante parte del percorso, alla diagnosi e trattamento dei pazienti malnutriti.
A partire da queste evidenze, il report Cergas-Bocconi propone possibili raccomandazioni a livello tecnico e politico per un impiego appropriato degli Ons: rafforzare le evidenze di impatto della nutrizione artificiale orale; qualora non fosse possibile una copertura totale da parte del Ssn, definire criteri di accesso prioritario per categorie di pazienti; rafforzare, in un’ottica di rete, la gestione integrata del paziente con malnutrizione, inclusa la prescrizione di Ons; affidare un ruolo centrale a medici specialisti in scienza dell’alimentazione e nutrizione clinica operanti preferibilmente in centri di riferimento e team multiprofessionali.
Il Cergas sottolinea la necessità di sensibilizzare i clinici interessati sull’importanza di ricondurre i pazienti ai centri specialistici di riferimento, estendendo la prescrizione di Ons ad altri clinici se il “referral” ai centri è troppo complesso e l’importanza di definire ed implementare Pdta sulla malnutrizione nonché richiamare la gestione della malnutrizione nei Pdta di altre patologie.
L’applicazione di tali raccomandazioni garantirebbe al paziente, in particolare a quelli più fragili come quelli oncologici, di essere anzitutto diagnosticati per malnutrizione e di essere presi in carico da specialisti della nutrizione che sappiano come equilibrare il fabbisogno nutrizionale in base alla condizione del paziente e alla terapia o trattamento farmacologico in corso. Sarebbe estremamente vantaggioso dare quanto prima applicazione all’accordo Stato Regioni sulle Linee di Indirizzo sui Percorsi Nutrizionali nei Pazienti Oncologici approvato a dicembre 2017.
Come pure prevedere che l’aspetto nutrizionale, dalla presa in carico da parte di personale formato, al tempestivo accesso alla diagnosi e ai trattamenti più appropriati, sia presente nei molteplici Pdta, rappresenta una prima e importante risposta che deve essere garantita da parte delle Regioni al fine di garantire a tutte le persone, in qualunque territorio risiedano, le stesse opportunità di cura e lo stesso livello di garanzia del Diritto alla Salute.
Raimondo Adimaro
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