L’Etna sta scivolando lentamente verso il mare
La base del vulcano si sta spostando di circa 14 millimetri all’anno.
Molto poco, ma va comunque tenuto sotto osservazione, per esaminare, nel futuro, il rischio di frane. Si tratta della prima rilevazione documentata di questo effetto
Cammina piano, ma procede. L’Etna, il vulcano più attivo d’Europa, sta lentamente avanzando verso il Mediterraneo, con un ritmo di circa 14 millimetri all’anno.
A rivelarlo è un gruppo di ricercatori inglesi e francesi, che ha studiato i movimenti geologici su larga scala di tempo, evidenziando il leggero scivolamento dell’Etna verso il mare.
Lo studio è pubblicato su Bullettin of Vulcanology.
Se era già noto che un settore del vulcano si stesse muovendo a causa della sua instabilità, il fatto che anche la base e dunque l’intera struttura montuosa si stesse spostando, anche se pianissimo, non era ancora stato documentato.
Ecco il risultato e quali conseguenze possibili.
L’Etna si trova in provincia di Catania ed è a pochi chilometri dalla costa orientale della Sicilia.
Per studiarne il comportamento, i ricercatori hanno posizionato intorno alla montagna una rete di stazioni Gps ad alta precisione, sensibili anche ad uno spostamento di pochi millimetri.
Il monitoraggio ha avuto luogo dal 2001 al 2012.
In base alle misurazioni Gps, il vulcano si sta muovendo in direzione Est-Sud-Est, per intenderci con una leggera inclinazione verso Giarre (una località fra Catania e Taormina) procedendo di pochi millimetri all’anno.
Per compiere circa un metro e mezzo sarebbero necessari ben 100 anni.
“Si tratta della prima volta che viene rilevato e misurato uno slittamento costante di un vulcano attivo”, hanno dichiarato gli autori nel paper.
“Direi che al momento non c’è motivo di allarme”, ha dichiarato alla Bbc News John Murray, vulcanologo e primo autore del paper,“tuttavia dobbiamo prestare attenzione a questo elemento, soprattutto per osservare se c’è un’accelerazione in questo moto”.
E l’Italia, con l’Etna, non è l’unica a registrare questo fenomeno: uno slittamento simile dei vulcani avviene anche nel vulcano di Colima, in Messico, di Teide a Tenerife e di Piton des Neiges a Reunion Island.
Insomma, non siamo gli unici al mondo.
Tuttavia, monitorare il comportamento del vulcano è importante, spiegano gli autori, perché, nonostante lo spostamento sia così piccolo, dati geologici precedenti mostrano come questi smottamenti possano alla lunga causare una sorta di collasso di parte della montagna, mentre si muove, sul lato a maggiore pendenza, in una frana devastante.
Si tratterebbe comunque di un evento raro, spiegano gli autori del paper, e in tal senso non c’è alcun allarme.
Ma è bene comunque monitorare.
Lo slittamento dell’intera struttura dell’Etna è facilitato dalla presenza di sedimenti fragili sotto la montagna, un po’ come dire che ci sono delle parti molli, alla base, ed è dovuto al fatto che il monte è inclinato.
Lo scivolamento, inoltre, non è causato dalle eruzioni che avvengono sul lato del vulcano, proseguono gli autori, mentre al contrario potrebbe avere un ruolo chiave nel posizionamento e nel determinare la forma della frattura nel punto in cui avviene l’eruzione.
Ma rilevare questo scivolamento è importante anche per un’altra ragione: questo effetto potrebbe essere un elemento confondente nell’interpretazione dei dati relativi alla deformazione del vulcano e dunque alla sua attività eruttiva.
Insomma, l’Etna deve essere tenuto sott’occhio, non solo dai turisti, ma anche dagli scienziati, e per molto tempo.
Piero Vernigo
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