A Termas de Rio Hondo è scontro tra il Dottore e Marquez
Ottimi i riscontri pervenuti dalla pista in casa Ferrari nella seconda giornata, un tantino meno quelli della Ducati l’altra rossa emiliana delle due ruote.
Sebastian Vettel bissa il successo ottenuto in Australia e si gode i 50 punti meritatamente conquistati, inseguito da Lewis Hamilton a 33.
Una gara disputata col cuore, col fegato e con la mente che consente alla Ferrari di primeggiare con 65 punti davanti alla Mercedes a 55.
Ha rischiato il tutto per tutto Vettel optando per un solo rifornimento e di proseguire sino al termine con le gomme soft.
Una vittoria con il groppone in gola per via di quel brutto incidente verificatosi al box Ferrari quando Raikkonen, al 35° giro col pit stop, decide di cambiare le gomme, succede che il dado della posteriore sinistra non si svita, rimane la soft mentre le altre tre supersoft sono regolarmente al loro posto. Si accende il semaforo verde e Kim riparte.
Francesco Cigarini, addetto alla posteriore sinistra, non si accorge che Iceman si sta avviando e viene travolto, per l’appunto dalla posteriore sinistra. I medici prontamente soccorrono il meccanico e decidono il trasporto in ospedale dove gli viene riscontrata la frattura di perone e tibia.
Vettel si dimostra mirabile stratega e tiene nella debita distanza le Mercedes di Bottas e Hamilton e così la Ferrari festeggia i 200 Gran Premio sul podio più alto. Vincitore e team dedicano la vittoria a Cigarini splendido amico dei piloti, uno che riesce sempre a mettere simpatia nel box della Rossa con il suo sorriso.
Neppure il tempo di godersi vittoria e classifica e già i pensieri si sono trasferiti in Cina dove a Shanghai domenica 15 si corre il terzo Gran Premio.
Sulle due ruote la sorpresa di chiama Cal Crutchlow che sfreccia sotto la bandiera a scacchi e balza al primo posto nella classifica generale con 38 punti, Andrea Dovizioso secondo a 35 punti.
Ma il MotoGp d’Argentina rimarrà nella memoria per lo scorretto comportamento tenuto durante tutta la gara da Marc Marquez la cui ciliegina finale è stata la scorrettezza messa in atto quando mancano 3 giri alla fine.
Il Dottore è 6° e può risalire, con un’entrata piratesca il campione del mondo si incunea con veemenza, le carene si toccano e Vale va largo a tal punto che le gomme sfiorano l’erba bagnata, la gestione diventa impossibile e Rossi è costretto al ritiro.
La mente torna al GP della Malesia del 2015, la data è il 25 ottobre, allorquando Marquez sgambettò Vale – il pesarese guidava la classifica mondiale con 7 punti di vantaggio su Lorenzo –, che fu penalizzato e dovette partire 18° al Gran Premio di Valencia, ultima gara.
Il Dottore compì una straordinaria rimonta ma giunse 4° mentre Lorenzo non si lasciò sfuggire la ghiotta occasione di vincere in casa il titolo iridato. Da diverse parti si gridò al biscotto spagnolo.
È una ruggine che affiora di continuo, è come una di quelle ferite che non riescono a rimarginarsi. Ferita che in uno sport come quello delle ruote può trasformarsi in faida e qualcosa di peggio. Quel ricordo è sempre sulla scrivania e sul circuito di Termas de Rio Hondo è stato rispolverato.
Nell’immediato dopo gara Marc Marquez insieme al padre e al suo manager Emilio Alzamora si sono presentati nel box della Yamaha per un chiarimento e probabili scuse. Al terzetto è andato incontro Uccio, alias Alessio Salucci che da lustri segue e consiglia Valentino. Pochissime parole e neppure pronunciate serenamente. Il trio spagnolo ha girato i tacchi e si è eclissato.
Intanto la direzione gara ha sanzionato Marquez con una penalità di 30 secondi per “guida irresponsabile” e tale provvedimento gli sono valsi zero punti in classifica.
Così si è sfogato il Dottore nel dopo gara: “Fortunatamente sto bene, ma è una situazione molto pericolosa. Bisogna fare qualcosa, Marquez non ha rispetto per nessuno. Lui punta tra la gamba e la moto, sa bene che se ti prende lui non cade, al massimo è l’altro a finire per terra. Presi singolarmente gli episodi in cui è stato protagonista possono anche capitare nel corso della gara, però lui è recidivo. In Qatar ha avuto un contatto con Zarco alla prima curva. Qui, venerdì durante le prove, ha infilato duramente Viñales e se non avesse rialzato la moto sarebbe caduto. Ha fatto lo stesso con me sabato e con Dovizioso.
In gara, poi, ha fatto di tutto. Sa perfettamente che se fai spegnere la moto sullo schieramento devi andare in pit lane, evidentemente pensa che le regole per lui non valgano. Dopo il ‘ride through’ è venuto su come un matto, facendo a sportellate con Espargaro, con Rabat, con me e con Viñales all’ultimo giro. È pericoloso. Io con lui ho paura. Fa apposta tutto quello che gli pare. Nel 2015 mi ha fatto perdere un Mondiale con intenzione. Non può accadere che centri un avversario per sei volte nello stesso GP. Una volta può capitare, è successo anche a me in passato, ma così no. La direzione di gara deve fare qualcosa, perché se lo si consente a lui, anche gli altri si sentono autorizzati a farlo e dopo 5 gare corre la metà dei piloti: questo è uno sport pericoloso. Poi ti viene a chiedere scusa, si fa bello davanti alle telecamere con Puig e Alzamora. Però continua a fare ciò che vuole. Non si possono accettare le sue scuse, deve stare lontano da me, che non mi guardi in faccia, abbia quantomeno il pudore di non prendermi in giro”.
Parecchio chiaro il Dottore.
Siamo appena alla seconda gara e le scintille sono divampate immediatamente, bisogna che qualcuno intervenga subito, specie da parte degli organizzatori serve polso fermo e rispetto delle regole prima che sia troppo tardi.
Bruno Galante
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