Un sostegno per i migrantes sì, per i papà bisognosi no
Don Carlo Rocchetta è il fondatore del Centro Familiare-Casa della Tenerezza di Perugia e si occupa prevalentemente di coppie e di famiglie.
Secondo i dati Istat nel 2015 sono stati celebrati 194.377 matrimoni con un incremento di 4.600 in più rispetto all’anno precedente, nel periodo 2008-2014 sono diminuiti in media circa 10.000 l’anno.
L’epoca dell’abito da sposa bianco con strascico è oramai un tenue ricordo, l’altare non è più il sogno della stragrande maggioranza delle signorine italiane visto che, sempre nel 2015, i riti civili sono stati circa 88mila, ossia il 45,3 percento, con un aumento dell’8 percento rispetto al 2014.
Nel 2015 si sono registrate 91.706 separazioni, +2,7 percento in confronto al 2014. Con l’introduzione del “divorzio breve” vi è stato un boom di divorzi 82.469, un bel +57 percento sul 2014.
Nel 69 percento dei casi in cui la moglie ha almeno un figlio, la casa è assegnata alla madre che percepisce anche l’assegno di mantenimento nel 94 percento dei casi. Se il marito non percepisce un lauto stipendio e non possiede altri introiti corre il rischio concreto di andare incontro a giornate buie e notti in bianco.
Chi non possiede salute di ferro e valori incrollabili cammina su un filo d’acciaio e al primo tentennamento può ritrovarsi con il tetto le stelle e un piatto alla Caritas.
Ne siamo tutti consapevoli, tranne una gran parte della classe politica che prosegue imperterrita ad elargire milioni di euro al mese a questi giovanotti che fuggono dai loro paesi per paura di lavorare e attraversano il Mediterraneo arciconvinti di sbarcare sulla penisola dorata. Costoro non sanno, oppure fingono di ignorare, che in Italia oltre 4.700.000 di connazionali vive in condizioni di estrema povertà.
Don Carlo, al contrario, ne è perfettamente consapevole sa bene che molti di questi padri separati-divorziati non ce la fanno ad arrivare in fondo al mese per ragioni economiche, non si perde in ciance e cerca soluzioni. Sa altrettanto bene che tra costoro vi è qualcuno che potrebbe non riuscire a superare l’ostacolo e optare per soluzioni drastiche.
Bada al concreto e si mette in moto, trova sei appartamenti nella periferia perugina che potrebbero essere destinati ai bisognosi di un tetto, il guaio è che questi appartamenti necessitano di essere ristrutturati e messi a norma, servono quattrini ma le sue tasche sono quasi vuote per cui si rivolge a quello Stato che dovrebbe tutelare e aiutare i suoi cittadini stanchi e in crisi.
Bussa a diversi enti ma nessuno gli apre e gli da una mano. Si rivolge anche al capo del governo ma a Roma hanno altri grattacapi per la testa e non possono perdere tempo e pazienza per simili sciocchezzuole.
Dopo una serie di musate comprende che il muro di gomma è invalicabile e durante un’omelia racconta la passione che ha vissuto nel tentativo di arginare una situazione grave e umiliante.
Lo stesso racconto lo spiega ai media perugini. Ecco quanto riporta il Corriere dell’Umbria: “È una emergenza, questa dei padri divorziati in difficoltà, così abbiamo richiesto un contributo statale per sistemare adeguatamente 5-6 appartamenti. Nella domanda per la concessione, lo spiego in maniera sintetica, abbiamo spiegato che i soldi sarebbero serviti per ristrutturare immobili per i rifugiati e altre situazioni indigenti, come appunto quella dei padri separati in seria difficoltà. La risposta è stata negativa. Se avessimo chiesto contributi per spazi di accoglienza per gli stranieri che richiedono asilo sarebbe stato accettato, la formula lo prevede. Noi abbiamo semplicemente dichiarato la verità sull’utilizzo, sulla necessità. Altrettanto chiara è stata la risposta”.
A don Carlo, forse, sfugge un particolare, nel nostro Paese se non si appartiene al giusto clan, o bandiera che dir si voglia, la manna non arriva visto che sono le lobby che governano la Penisola.
Si muove qualche politico di parte avversa a quella di Paolo Gentiloni & co ma oltre a qualche dichiarazione non ottiene nulla di pratico.
Come spesso, troppo spesso, succede negli ultimi tempi se si tratta di trovare un tetto o un albergo quattro stelle a un colored o a uno di quei giovanotti sbarcati con doppio cellulare ultima generazione, immediatamente si attivano istituzioni, enti e carrozzoni vari legati alle numerose bandiere parlamentari perché dietro ogni ragazzone palestrato cova un business impressionante. Se invece si tratta di un bisognoso italiano allora gauche in cachemire e i numerosi salottieri sinistri si distraggono guardando la tv.
Quando i numerosi gruppi organizzati di collettivi sinistri occupano abusivamente palazzi e abitazioni le varie amministrazioni centrali e periferiche chiudono gli occhi e si tappano le orecchie, magari sono pure capaci di offrire luce, acqua e gas per non farli sentire soli e abbandonati.
Don Carlo avesse scelto un’azione dimostrativa un po’ più marcata gli sarebbero saltati addosso come falchi le tante autorità civili, militari e religiose.
Essendo un presbitero responsabile e con la testa sulle spalle ha preferito riprendere le sue mansioni nel silenzio e lontano dal palcoscenico. Ci pensano i buonisti ed i cattocomunisti a sbraitare e riempire le copertine.
Salvarico Malleone
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