Vinitaly 52 chiude e conferma la sua leadership mondiale
In archivio anche la 52a edizione di Vinitaly. Un’edizione spumeggiante e col botto.
Per quattro giorni Verona è stata la capitale mondiale del vino, nella città di Giulietta e Romeo si sono dati appuntamento i maggiori produttori, compratori e professionisti planetari del comparto, per discutere, per approfondire ma innanzitutto per rinforzare le strategie commerciali in un momento in cui la ripresa è divenuta realtà pressochè globale.
Gran successo nella forma e nei contenuti. Tutti contendi e soddisfatti: organizzatori, espositori, buyer e visitator.
Chi temeva di notare delle crepe nel sistema generale si è dovuto ricredere, la macchina ha funzionato bene e a pieno regime.
Seppure gli organizzatori hanno più volte dichiarato che avrebbero ridotto il numero dei partecipanti e limitarlo solo ed esclusivamente agli addetti ai lavori,non vi è stata neppure una leggerissima flessione di presenze rispetto al 2017, si è rimasti sulla identica quota di 128.000 presenze, segno evidente che chi si dirige a Veronafiere lo fa solo perché ha degli interessi specifici aziendali e professionali.
Per non scoraggiare gli amatori di calici e nettare è stato organizzato un fuori salone in città e nei comuni di Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave.
Vinitaly and the City ha visto la partecipazione di quasi 60 mila cultori e innamorati delle eccellenze di cantina, si è dimostrato un progetto che è divenuto oramai esecutivo i cui riscontri sono altamente positivi a tal punto che dalla prossima edizione diverrà un prodotto che viaggerà con le proprie gambe e la propria organizzazione.
I 128.000 visitatori sono giunti da ben 143 nazioni, di costoro 32.000 provengono da paesi stranieri con un incremento del +6 percento.
I maggiori incrementi in confronto alla 51a edizione li ha fatti registrare la Cina con un +34 percento, la Polonia +27 percento, il Nord Europa – Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia – con il +17 percento, l’Olanda +15 percento e gli Stati Uniti con +11 percento, da notare il boom di Israele che ha triplicato le presenze.
Nella graduatoria generale come presenze sul gradino più vi sono i buyer provenienti dagli Stati Uniti, subito dopo vi è la Germania, poi la Gran Bretagna, la Cina, la Francia, le quattro nazioni del Nord Europa, quindi il Canada, la Russia, Giappone, Olanda e Belgio.
Sono risultati conseguiti per i continui e notevoli investimenti effettuati da parte di Veronafiere con un
meticoloso lavoro di selezione di operatori scelti, buyer selezionati dalla rete di delegati sparsi in 60 paesi effettuati con la collaborazione di Ice-Agenzia nell’ambito del piano di promozione straordinaria del Made in Italy, voluto e sostenuto dal ministero dello Sviluppo economico, Mise.
Notevole anche la presenza delle aziende espositrici oltre 4.380, con 130 in più della passata edizione che equivale al 3 percento, provenienti da 36 paesi.
Sono stati proposti 15.100 vini tramite l’innovativo strumento della Vinitaly Directory online, e per favorire i contatti commerciali durante tutto l’arco dell’anno è stato attivato in lingua inglese e cinese oltre, ovviamente, all’italiano.
Soddisfazione sul volto del presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, che così dichiara: “Vinitaly ha confermato la vocazione di rassegna dedicata al business e alla promozione del mondo vitivinicolo, siamo sulla strada giusta, individuata con determinazione in occasione del cinquantesimo. La rassegna in quartiere è sempre più orientata al professionista, mentre cresce notevolmente il fuori salone pensato per i wine lover in città”.
Ridurre il numero degli amatori in Fiera è stata apprezzata anche dagli espositori i quali hanno subito meno distrazioni e si son potuti dedicare maggiormente a quanti del vino ne fanno una professione.
Con lo stesso sorriso si presenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, il quale non nasconde il suo appagamento: “La crescente presenza di professionisti all’edizione 2018 testimonia il consolidamento del ruolo b2b di Vinitaly a livello internazionale, con buyer selezionati e accreditati da tutto il mondo, la top ten delle presenze assolute sul totale di 32.000 compratori accreditati da 143 nazioni. Paesi che presidiamo durante tutto l’anno anche attraverso il sistema Vinitaly e con Bellarita Expo, la società compartecipata con Fiera di Parma attraverso la new.co VPE. Nel corso di questa edizione abbiamo presentato anche la nuova iniziativa Wine South America,
in programma a settembre di quest’anno nello stato di Rio Grande do Sul in Brasile”.
La manifestazione si svolgerà a Bento Goncalves dal 26 al 29 settembre, sarà un’ottima opportunità per le aziende italiane di ampliare i mercati in America Latina.
Secondo un’analisi Vinitaly/Nomisma Wine Monitor le esportazioni di vino in Brasile sono cresciute nel 2017 in maniera ammirevole con un +27,6 percento arrivando a 325 milioni di euro.
L’Italia è il quinto player dopo Cile, Argentina, Portogallo e Francia.
Il Brasile è il portone principale dell’America meridionale e Veronafiere lo ha ben compreso ed è presente nel settore del marmo, della meccanica e delle costruzioni, da settembre l’enogastronomia e chissà che in gestazione non vi siano altri comparti strategici.
Il prossimo appuntamento è dal 7 al 10 aprile 2019 per la cinquantatreesima edizione.
Bruno Galante
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