Una mano impietosa e cinica ha staccato la spina di Alfie
Non gli hanno consentito una speranza e un tentativo, la mano dell’uomo, quell’uomo intelligente e colto, con la maschera perbenista che stritola e frantuma gli innocenti e i bambini, ha deciso che il tragitto terreno di Alfie andava interrotto.
L’uomo che si sostituisce all’Onnipotente e al Creatore, che stabilisce quando le lancette dell’orologio devono bloccarsi trincerandosi dietro le pareti di polistirolo della scienza. L’uomo che si erge a paladino del progresso e del benessere materiale, che calpesta sentimenti e valori, che decide quale è il male e quale è il bene.
Ripercorriamo il breve cammino di Alfie dal 9 maggio 2016 quando viene al mondo nell’ospedale di Liverpool, il padre Thomas Evans, 20 anni, fa l’elettricista e la madre Kate James, 19 anni, l’estetista.
A dicembre lo ricoverano nel reparto di terapia intensiva dell’Alder Hey Children’s Hospital per una patologia neurologica degenerativa sconosciuta.
A distanza di un anno, dicembre 2017, l’equipe medica che lo cura sostiene che la ventilazione artificiale che tiene in vita il piccolo Alfie va staccata poiché non vi è possibilità alcuna di sopravvivenza, nel contempo i dirigenti dell’ospedale si oppongono al trasferimento di Alfie all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma dove sono in fase sperimentali delle nuove cure.
Comincia la battaglia tra Thomas Evans e Kate James contro l’Alder Hey. Tutta la documentazione si trasferisce nelle aule giudiziarie.
Il 20 febbraio 2018 il giudice Anthony Hayden si esprime a favore dei medici e lui stabilisce che l’interruzione della ventilazione sia la cosa migliore per Alfie.
Il giudice Hayden decide che Alfie debba interrompere il cammino terreno. I genitori si oppongono.
Il 16 aprile Thomas e Kate sono ricevuti in Vaticano da Papa Francesco che lancia un appello ai signori della corte inglese, ma questi non mutano di una virgola il verdetto di condanna.
L’ospedale del Bambino Gesù si ripropone ad accogliere Alfie e ad assisterlo.
Tutto l’apparato giudiziario britannico dall’Alta Corte alla Corte d’Appello sino alla Corte Suprema è concorde nello staccare la spina della ventilazione artificiale e della breve esistenza di Alfie.
Tom e Kate alle 2,30 di sabato 28 aprile su facebook scrivono “Il mio gladiatore ha messo giù lo scudo e si è guadagnato le ali alle 02.30 completamente distrutto. TI VOGLIO BENE RAGAZZO MIO”.
Milioni di palloncini hanno accompagnato Alfie mentre tornava dal Padre.
Decisamente contrario alla decisione dei giudici inglese è Mauro Stronati, presidente della Società Italiana di Neonatologia, il quale non è tanto tenero non confronti dei britannici: “Idratazione e alimentazione non devono assolutamente essere tolte, altrimenti non diamo più cure amorevoli ma siamo all’opposto. No. Non è affatto corretto che vengano interrotte. In casi come questi ritengo sia importante accompagnare il piccolo paziente a una ‘morte amorevole’ ricorrendo a cure palliative e soprattutto con ogni attenzione possibile. Non trovo corretto neppure il fatto che sia stato impedito ai genitori di trasferire il bambino. Deve esserci libertà di assumere questo tipo di decisione, indipendentemente dal fatto che la si condivida oppure no. Sarebbe stata una cosa normalissima per i genitori portare a casa Alfie”.
Non usa mezzi termini Mauro Stronati.
“Bisognava concedere ad Alfie la possibilità di proseguire le cure, seppure sia una questione di legge, questo atteggiamento fa parte della giustizia inglese. In Italia la legge prevede esattamente l’opposto. Noi dobbiamo fare tutto il possibile per far vivere un paziente e quando questa speranza svanisce va accompagnato con le cure palliative, il più amorevolmente possibile e con il maggiore conforto possibile”.
Kate James domenica 29 ha condiviso un post di Anorahs Grant che recita:
“Mamma ti prego non piangere, perché devo andare a dormire, ma rimarrò sempre accanto a te, per asciugare le lacrime che verserai. Papà per favore sii forte ora, è tempo per me di riposare. Noi tre insieme papà, abbiamo combattuto abbiamo fatto il nostro meglio, avete fatto conoscere a tutti la mia battaglia, nei tribunali alla regina al papa. Continuate ancora a prendervi cura del vostro bambino. Non abbandonate mai la speranza. Ora il dolore è pesante, ma è giunto il momento di separarci, anche se non mi tenete più tra le braccia, vivrò sempre nel vostro cuore. Per la felicità il Signore mi ha chiamato, per farmi sedere al Suo fianco. Io veglierò su di voi, senza mai smettere e con orgoglio. Un ultimo messaggio al mio soldato, ti prego rimani abbracciato ai tuoi cari, il domani non si promette a nessuno. Ora devo dirvi buonanotte. Dormi serenamente splendido ragazzo. Il mondo è addolorato per te”.
Ciao Alfie e continua a sorriderci da lassù. You will never walk alone.
la Redazione
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