Una vita tutta dedicata alla fotografia, alla pittura, all’arte
Wonderful visions si colloca in un percorso storico culturale didattico di scoperta e riscoperta dei grandi della fotografia, di chi ha dedicato una vita a cercare, a costruire lo scatto perfetto (se al perfetto si può arrivare) in un mondo ed in un tempo dove la foto digitale sta “correndo” grazie a sempre nuove tecniche e mezzi.
Al servizio di chi vuol cogliere lo scatto della vita, fotocamere digitali, smartphone, tablet webcam ci tentano a scattare a raffica, eppure tornare indietro alla radici a quegli esperimenti che potevano sembrar magici fa amare di più ciò che è divenuto quotidiano, ciò che condividiamo sui social per la nostra voglia di stare insieme!
Superano il numero di 100 le foto di Man Ray (Filadelfia 1890 – Parigi 1976) che “parlano” al visitatore che vorrà vederle e “sentirle”, si perché in esse vibra una tensione di armonia di suoni chiaro scuri alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele de Grada” di San Gimigano (Siena) fino al 7 ottobre 2018.
In una orchestrazione di bianchi e di neri Man Ray racconta della sua ammirazione e passione per la figura femminile dimostrando di saperne cogliere il particolare elegantemente sensuale.
In un percorso che si qualifica, all’interno della storia fotografica di sempre, offrendo straordinarie opportunità di conoscenza di uno tra i più grandi e poliedrici artisti contemporanei instancabile sperimentatore.
Le foto di Ray, il cui nome all’anagrafe è Emmanuel Rudnitzky, “raccontano” di bellezza musicale, sono specchio di quella capacità di offrire eternità all’attimo che fugge, a quel sorriso, a quello sguardo, a quel moto del corpo, a quel turbarsi a quel sedurre, arricchendolo di invenzioni capaci di creare suggestioni. In grado di trasportarti in atmosfere ammantate e generarti continui stupori: ma come è possibile un prodigio tale, scaturito dai suoi scatti e dalle sue immagini?
Nell’utilizzare la macchina fotografica (nel 1914 l’artista soddisfa la sua esigenza fotografica ed acquista la prima reflex) in essa confluisce il grafico e il disegnatore, il pittore dadaista- surrealista ed anche lo scrittore che nel 1963 pubblica un’autobiografia, intitolata “Self-portrait”.
La sua prima arma cattura immagini Ray la utilizzava per immortalare le opere da lui realizzate, e sarà per l’appunto il collezionista Walter Arensberg, che gli farà conoscere Marcel Duchamp.
Con Duchamp, Man Ray dà vita al ramo statunitense del movimento Dada, sviluppatosi in Europa in segno di radicale rifiuto rispetto all’arte tradizionale.
Nel 1920 il creatore di immagini si sposta a Parigi, al seguito dell’amico Duchamp, che gli fa conoscere alcuni artisti francesi, fra i quali il poeta e critico d’arte André Breton.
In Europa il poliedrico americano ottiene un notevole successo grazie alla sua attività di fotografo e specialmente in virtù delle sue abilità di ritrattista.
Universalmente noto come artista dadaista e surrealista, Man Ray è stato uno dei più importanti fotografi del XX secolo.
Un poeta, architetto dell’immagine dotato di tanta sensibilità, eccezioanle la sua abilità nel cogliere l’attimo, rinomata la sua perizia e la sua capacità reinventare tutto ciò che ha toccaba, così come ha rielaborato l’invenzione dei readymades dell’amico Marcel Duchamp.
Capace di trasformarli repentinamente in “oggetti d’affezione”, altrettanto rapidamente ha riadattato la fotografia in “fotografia d’affezione”, cioè a funzionamento simbolico invece che a pura registrazione.
Ogni soggetto che ha entrava nella sua fotocamera ne usciva ha saputo modificato, trasfigurato, carico di senso proprio: i ritratti, gli autoritratti, i nudi, gli still life, le composizioni più complesse, come pure la fotografia di moda, e persino quella della pubblicità.
Per non parlare delle reinvenzioni di tecniche particolari come il fotogramma, ribattezzato rayograph e sublimato surrealisticamente, e la solarizzazione, attraverso la quale ha restituito l’aura ai ritratti e ai corpi.
Si rimane sempre stupiti, spesso incantati, talvolta letteralmente rapiti.
Perché per Man Ray ogni scatto è come se fosse il primo scatto, percorrere e ripercorrere questo fantastico susseguirsi di immagini a San Gimignano per scoprire, ora un particolare, ora l’ altro apprezzando un genio.
Carmelina Rotundo
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