Per sostenere i migranti meno finanziamenti all’agricoltura
Prosegue il saccheggio teutonico nei confronti dell’Italia, saccheggio agevolato dalla totale assenza di una dirigenza politica nazionale che voglia e sappia farsi valere. A distanza di oltre due mesi dalle consultazioni politiche a Roma ancora non sono riusciti a formare un governo nonostante il motore dell’economia non abbia ripreso a girare a pieno regime.
Proseguono imperterriti i burocrati e i governanti di Bruxelles a martellare l’economia italiana che gira in buona parte attorno al Made in Italy e alle eccellenze dell’enogastronomia.
Mercoledì 2 maggio la Commissione Agricoltura ha proposto un taglio di oltre il 5% per il periodo 2021-2028 sul budget, se ne parlava da tempo di una riduzione ma nessuno avrebbe mai azzardato una previsione del genere. Il budget precedente era di 400 miliardi alla voce 3 del nuovo documento finanziario “Risorse naturali e ambientali” è assegnato un bydget di 378,920 miliardi di 286 miliardi per spese di mercato e pagamenti diretti, e 79 miliardi per lo sviluppo rurale. Un calo di oltre 21 miliardi.
Le ragioni che adducono i signori dell’Eu sono collegate ai minori introiti dovuti all’uscita della Gran Bretagna ma sopratutto le maggiori spese che il vecchio continente deve sostenere per foraggiare i giovanotti che sbarcano sulle nostre coste con la convinzione di trovare l’eldorado e il paese dei balocchi.
Questo è quanto riporta la proposta originale in inglese: “Allo stesso tempo, la Commissione ha esaminato criticamente dove è possibile effettuare risparmi e migliorare l’efficienza. La Commissione propone che i finanziamenti per la politica agricola comune e la politica di coesione siano moderatamente ridotti – entrambi del 5% – per rispecchiare la nuova realtà di una Unione a 27. Queste politiche saranno modernizzate per garantire possano funzionare con meno e persino servire nuove priorità. Ad esempio, la politica di coesione svolgerà un ruolo sempre più importante nel sostegno alle riforme strutturali e all’integrazione a lungo termine dei migranti”.
Tra i primi a biasimare il nuovo documento finanziario è stato Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura: “Ribadisco con fermezza la mia contrarietà a tagliare le risorse della Politica Agricola Comune nel bilancio Ue 2020-2027, presentato dalla Commissione europea. Il taglio del 5% del bilancio agricolo prospettato dal commissario al Bilancio Gunther Oettinger significherebbe togliere più di 20 miliardi di euro alla Pac
in sette anni e produrrebbe un calo inaccettabile. Il documento finanziario eur presentato è risultato in aggiunta poco ambizioso per quanto riguarda l’incremento delle risorse, che come chiedeva il Parlamento eur avrebbero dovuto raggiungere l’1,3% del Pil della Ue, mentre si fermano a poco più dell’1,1%”.
Il commissario Gunther Oettinger è un membro autorevole della Cdu di Angela Merkel, instancabile lavoratore per gli interessi della Germania sfrutta tutte le occasioni che possano rafforzare l’egemonia di Berlino in Europa. La straordinaria capacità politica della Merkel è stata quella di posizionare negli uffici che contano a Bruxelles solo personaggi di estrema fiducia e di compravate capacità.
Tra le poche voci che si sono levate contro lo strapotere teutonico e la pesante penalizzazione del comparto agricolo italiano vi è il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo visto che il ministro delle Politiche Agricole e Alimentari, Maurizio Martina, trascorre le giornate a rammendare gli strappi interni al Pd nel ruolo di segretario reggente nazionale.
“A pagare il conto della Brexit non può essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza. Indebolire l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, significa minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. Per il futuro della Politica Agricola Comune occorre, al contrario, cambiare rafforzando tutte le misure che escludono la ‘rendita’ e premiando chi vive di agricoltura per puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo alla sostenibilità sociale e quindi all’occupazione, da parte delle imprese agricole. È inoltre necessario valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato”.
Probabilmente il biondo Oettinger è pressato dalla furia di voler far approvare in tempi brevi il documento finanziario, a maggio 2019 oltre 400 milioni di europei saranno chiamati per eleggere i 751 deputati che rimarranno in carica per 5 anni. Nel vecchio continente spira un vento per niente favorevole alla maggioranza uscente visti i recenti risultati in Germania, in Italia ed il referendum inglese.
Guglielmo d’Agulto
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