A Bruxelles ampliano l’area demarcata per la Xylella
Ogni occasione è buona per penalizzare i prodotti agroalimentari italiani, questa volta i parlamentari europei hanno voluto bastonare gli olivicoltori pugliesi. In mancanza di un governo nazionale in grado di tutelare e difendere gli interessi dei produttori pugliesi, pare scontato che i burocrati dell’Ue si attivino per penalizzare una delle migliori risorse delle terre del nostro Paese.
Il 23 maggio 2018 a Bruxelles il Comitato permanente per la salute delle piante dell’Ue ha deciso di estendere di venti chilometri a Nord l’area attualmente demarcata per la Xylella fastidiosa in Puglia.
Lo ha riferito la portavoce della Commissione europea Anca Paduraro, competente per la Sicurezza alimentare e la salute. La decisione, proposta dalla Commissione Ue nei giorni scorsi, è stata approvata a maggioranza qualificata con il voto contrario dell’Italia e l’astensione della Spagna.
Dure in Italia le reazioni, a cominciare da quella dell’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Leonardo di Gioia, che ha parlato di “torto epocale contro la Puglia” presentando a Bari una relazione durante la seduta del Consiglio regionale monotematico dedicato a “Xylella e processo di disseccamento nel territorio pugliese”.
Confagricoltura ha chiesto di individuare i responsabili del disastro e misure straordinarie di sostegno per gli agricoltori. La Cia parla di”decisione infausta” di Bruxelles. Questo perché l’avanzata della zona infetta farà cadere l’obbligo di abbattimento delle piante malate in molte zone ancora relativamente sane e soggette oggi ai pesanti obblighi della zona di contenimento. E la Coldiretti annuncia che ora è a rischio il settore vivaistico, che finirà nelle maglie della zona di contenimento.
La decisione assunta lo scorso 23 maggio dal Comitato fitosanitario permanente di Bruxelles è un vero e proprio emendamento alla decisione Ue 2015/789 sulla Xylella.
L’Italia avrebbe voluto attendere l’audit della Commissione Ue in Puglia, previsto per la settimana prossima, e rimandare il voto sull’estensione dell’area demarcata alla prossima riunione del Comitato a giugno.
Lo scontro si è consumato sull’elemento di conoscenza dell’avanzata dell’infezione. Al punto che la Spagna, che si è astenuta, ha ritenuto che la nuova area includesse anche parti del territorio pugliese in cui la Xylella non era stata ancora rilevata mentre per la Commissione sarebbe già presente.
Tale operazione comporta l’avanzata di venti chilometri della zona di contenimento, posta nell’area demarcata e larga venti chilometri e che taglia oggi la penisola salentina dalla costa adriatica poco sotto Bari a quella ionica vicino a Taranto. Inoltre, l’estensione dell’area demarcata significa uno spostamento verso Nord Ovest della “zona cuscinetto”, larga dieci chilometri a partire dal confine esterno della fascia di contenimento.
“A Bruxelles hanno deciso sulla Xylella e sull’innalzamento delle aree delimitate in Puglia con un’estensione che è un torto di proporzioni epocali per la Regione Puglia”. Lo ha sostenuto ieri l’assessore alle Risorse agroalimentari della Puglia e coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza delle regioni Leonardo di Gioia sottolineando le conseguenze che si avranno in Puglia con l’aggiornamento delle aree da parte del Comitato sulla salute delle piante e lo spostamento verso Nord della fascia di territorio dove devono essere applicate le misure per la lotta al patogeno.
L’assessore pugliese ha voluto rimarcare ulteriormente “Ci saranno zone che oggi non hanno nessuna pianta malata che diventeranno zone delimitate e zone che oggi non sono aree infette e nelle quali stiamo combattendo al Tar per fare gli abbattimenti, che diventeranno di fatto aree dove non si potranno più praticare i tagli degli alberi”.
Nella sua relazione di Gioia ha spiegato come la proposta di estensione approvata sacrifica tutta la provincia di Taranto in cui non ci sono grandi numeri di piante infette e non è stato individuato nessun focolaio nella zona cuscinetto. Inoltre, si sceglie così di definire infette ampie porzioni di territorio per le quali, sinora, non è stata individuata la presenza di Xylella fastidiosa, come Massafra, Crispiano, Statte, Fasano, Locorotondo, Martina Franca e Alberobello.
Il presidente regionale Michele Emiliano, nel ricordare come “la Regione Puglia ha fatto tutto quello che poteva per combattere la Xylella”, ha ribadito la necessità di norme nazionali di carattere eccezionale per gestire l’emergenza.
“Abbiamo pertanto chiesto un decreto di urgenza al Governo per poter tagliare gli alberi infetti e poi discutere in termini di risarcimento l’eventuale insussistenza della malattia, ma il Governo in carica – uscente – non lo ha ancora fatto”
Confagricoltura: “Un durissimo colpo all’olivicoltura pugliese”
“Un altro durissimo colpo per l’olivicoltura pugliese. È arrivato il momento di procedere all’individuazione delle responsabilità per la gravissima situazione che si è determinata. A questo punto, c’è la necessità di assumere provvedimenti straordinari a sostegno degli agricoltori e degli operatori del settore”.
È il commento del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla decisione assunta ieri, a Bruxelles. “Sono arrivati al pettine tutti i nodi provocati da inadempienze e superficialità che risalgono addirittura alla fine del 2015, quando la Commissione inviò all’Italia la prima lettera di costituzione in mora per il mancato adempimento degli obblighi in materia di lotta alla Xylella”.
Confagricoltura ricorda che da allora sono trascorsi più di due anni, e lo scorso 17 maggio è arrivato il formale deferimento alla Corte di giustizia del Lussemburgo, per non aver impedito in modo adeguato la diffusione dell’organismo nocivo.
Altrettanto duro il commento di Giannicola D’Amico, vicepresidente della Cia Puglia “I ritardi della burocrazia, della giustizia e della politica, i santoni che volevano combattere la Xylella con la stregoneria e i ricorsi al Tar, hanno determinato questo risultato infausto per la Puglia. È una decisione che francamente la Puglia non si meritava ed è il risultato delle lentezze che avevamo denunciato in tempi non sospetti e delle decine e decine di ricorsi al Tar che hanno bloccato per anni l’applicazione dei protocolli facendo avanzare il batterio. Noi continuiamo a credere nella scienza e a propugnare l’applicazione delle buone pratiche agricole e dei trattamenti fitosanitari”.
Sulla stessa linea le dichiarazioni di Gianni Cantele, presidente della Coldiretti Puglia, che aggiunge: “Anche l’Ue ha gravi responsabilità per gli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo. La mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi, come ad esempio il Sud America al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura di Puglia. Ora l’Ue non può calare la scure e lavarsene le mani, considerato che nei cento metri dall’eventuale pianta infetta saranno espiantati anche ciliegi e mandorli, che in quell’area sono fiorenti e produttivi”.
Altrettanto fermo è il parere di Angelo Corsetti, direttore della Coldiretti Puglia
“L’altra faccia del disastro riguarda le aziende vivaistiche salentine, su cui c’è meno clamore, ma il bilancio risulta altrettanto drammatico. Soprattutto a Massafra lavorano imprese vivaistiche di grande professionalità che rischiano di non poter più produrre l’intera lista delle 120 piante specificate. Il comparto delle piante ornamentali in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, con una incidenza dell’11,4% del valore della produzione regionale su quella nazionale”.
È fortemente auspicabile che i neo eletti parlamentari, sono trascorsi oltre 50 giorni dalla loro elezione, si attivino velocemente per comporre un governo in grado di salvaguardare gli interessi dei produttori pugliesi.
Arnaud Daniels
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