Pitti Bimbo 87 chiude senza eccessivo entusiasmo
L’Europa continentale già da alcune stagioni ha ripreso a marciare, non ancora speditamente ma ha ripreso. Come in tante situazioni e statistiche la Penisola è il fanalino di coda dell’Ue.
Abbiamo superato il tunnel notturno però fatichiamo a rimanere al passo accelerato. Evidentemente ci piacciono i ritmi della tartaruga.
Il comparto tessile è la punta di diamante del Made in Italy. Concluse le manifestazioni Uomo di Firenze e Milano, sabato 23 giugno ha chiuso i battenti anche Pitti Bimbo 87.
Alla Fortezza da Basso per Pitti Bimbo 87 vi sono stati 572 espositori, sono entrati 5.350 compratori (non pervenuto il distinguo tra italiani ed esteri) e vi è stato “un numero totale visitatori intorno alle 10.000 presenze”.
Così sentenzia il comunicato ufficiale emesso dagli organizzatori di Pitti Immagine.
Non si notano sostanziali scostamenti tra i numeri delle due precedenti edizioni di Pitti Bimbo, situazione stagnante che è già un buon segno.
Se non si retrocede vuol dire che si riescono a conservare le posizioni occupate.
La regola suggerisce che bisogna crescere ed occupare nuove postazioni, dal momento che, a parere della quasi totalità degli imprenditori e dei principi della finanza, gli anni di crisi nera e dolorosa sono stati superati la logica suggerisce che il diagramma della crescita dovrebbe essere confortevole.
Invece la crescita nazionale prosegue a stazionarsi su di una retta quasi piatta.
In occasione di Pitti Bimbo 87 si è celebrata una ricorrenza di quelle che hanno contribuito allo viluppo di un’Italia reduce da un periodo bellico lungo e sanguinoso.
Nel 1958 nasce il marchio Chicco, un marchio che ha accompagnato generazioni di italiani, che li ha aiutati a crescere e a irrobustirsi.
Per festeggiare adeguatamente il 60° compleanno aziendale i fratelli Catelli non hanno lesinato risorse e nel Teatrino Lorenese hanno tracciato il cammino sino ad oggi percorso.
L’ideatore della Chicco si chiama Pietro Catelli, nasce in una piccola frazione di Como, a Monte Olimpino, il 14 aprile 1920.
Suo padre è un operaio delle Ferrovie Svizzere e presto rimane orfano di mamma. A 17 anni viene assunto come impiegato contabile nella Diefenbach, azienda tedesca che produce aghi, siringhe e termometri, la sede dello stabilimento è a pochi passi da casa.
Il lavoro di scrivania non lo entusiasma e così sfrutta la possibilità di fare il rappresentante, ma nemmeno quest’altra attività lo soddisfa in pieno e così decide di mettersi in proprio.
Siamo nel 1946 e in piccolo locale di Piazza Matteotti si avvia la ditta Articoli Sanitari e Affini, ovvero Artsana.
Lavora molto e sempre col sorriso sulle labbra.
Gli affari procedono bene e nel 1957 conduce sull’altare Licia la quale gli donerà tre splendidi eredi: Enrico, Michele e Francesca.
Enrico si affaccia al mondo nel 1958, la gioia è immensa per Licia e Pietro.
La contentezza è così grande che principia a costruire giocattoli per l’infanzia, allora dalla sua mente e dalla sua fantasia scaturiscono i biberon dotati di un innovativo sistema antisinghiozzo, la “casina delle api” e tanto altro ancora.
Li costruisce e li commercializza con il marchio Chicco, non è altro che il diminutivo di Enrico, e approfittando del boom economico riempie di suoi giocattoli migliaia di case italiane.
Pietro si accorge che i prodotti per la prima infanzia riscuotono ampi consensi e allora i 27 articoli iniziali rapidamente si ampliano e si impongono sul mercato.
Pietro Cartelli è un testimone credibile del “volere è potere”, ha insegnato a tantissimi che anche una persona “qualunque” può realizzare cose straordinarie e meravigliose.
In seguito Chicco arrivano i marchi Pic, Serenity e Lycia. Dopo aver ottenuto il consenso degli italiani supera le Alpi ed inizia la distribuzione oltre i confini.
Enrico, Michele e Francesca col trascorrere delle settimane affiancano il padre nella conduzione aziendale e lentamente ne prendono le redini.
Nel 2000 a Grandate, Como, realizza ed inaugura il Museo del Cavallo Giocattolo per la gioia dei bambini e delle famiglie.
Il 20 gennaio 2006 circondato dall’affetto della moglie Licia, dei figli Enrico, Michele e Francesca colui che ha reso felici e spensierati centinaia di migliaia di bambini torna alla casa del Padre.
Pietro Catelli si spegne nella sua dimora di Como lasciando una mirabile eredità imprenditoriale dopo aver contribuito in maniera cospicua a diffondere il brand Made in Italy nel mondo.
bruno galante
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