Siamo tornati nel pallone, tra nuove luci e vecchie ombre
L’estate pallonara 2018 sarà ricordata per la miserevole esclusione dai Mondiali di Russia dopo giusto mezzo secolo di partecipazioni e due titoli planetari.
Esclusione dovute a pecche tecniche del terreno di gioco e pecche dirigenziali.
Logica e conseguenziale conclusione l’allontanamento di Gian Piero Ventura dalla panca e di Carlo Tavecchio dalla presidenza della Figc.
A guidare gli azzurri viene chiamato Roberto Mancini mentre la poltrona di Tavecchio è commissariata e affidata a Roberto Fabbricini, segretario e uomo di fiducia di Giovanni Malagò, presidente del Coni.
La seconda parte dell’estate invece è movimentata da una sontuosa campagna acquisti di alcuni club di A.
In primis la Juventus che dall’organigramma del Real Madrid preleva Cristiano Ronaldo per 100 milioni di euro, pagabili in due esercizi.
L’obiettivo di Andrea Agnelli & co è quello di puntare principalmente alla Champions League, trofeo che manca dalla bacheca di Corso Galileo Ferraris dal lontano 1996.
Dopo sette anni consecutivi di vincite tricolore, record assoluto nazionale, i bianconeri utilizzeranno il campionato come banco di prova per il torneo europeo, gare che serviranno per provare gli schemi ed oliare la predisposizione tattica.
Alla prima uscita i ragazzi di Massimiliano Allegri si presentano al Bentegodi e contro il Chievo fanno quasi una gita turistica nella città di Giulietta e Romeo visto che fanno registrare 8-0 gli angoli, 73% possesso palla, 27 tiri in porta ed altro ancora. Al triplice fischio finale sarà 3-2, risultato che premia parzialmente i boys torinesi.
Per corretta informazione occorre riferire che nelle ultime 12 sfide in Serie A il Chievo ha racimolato appena 1 punto.
Ma la copertina dell’esordio 2018-19 spetta al Napoli che espugna l’Olimpico 2-1 e lancia un preciso messaggio alla concorrenza: noi ci siamo. Milik ed Insigne mettono sotto la Lazio e rendono sorridente Carletto Ancelotti all’esordio sulla panchina partenopea.
È d’uopo soffermarsi su questo signore reggiano di Reggiolo, classe 1959, rientrato in Italia da vincitore dopo aver dominato in Europa vincendo campionati col Chelsea in Premier League, con il Paris Saint Germain in Ligue 1 e con il Bayern in Bundesliga mentre a Madrid con il Real ha portato a casa un Champions.
Carletto è a pieno titolo nell’Olimpo delle star mondiali calcistiche per tutto ciò che ha vinto come giocatore e come allenatore, un fiore all’occhiello del calcio tricolore.
Una seconda copertina spetta alla Roma di Eusebio Di Francesco che in zona Cesarini allo stadio Olimpico Grande Torino grazie ad una prodezza di Edin Dzeko all’89° agguanta i 3 punti.
Naturalmente sarebbe da stolti indicare i papabili alla vittoria finale dopo la prima giornata ma se il buon giorno si vede dal mattino allora potrebbe significare che, a parte il fondo sconnesso dello Mapei Stadium di Reggio Emilia, l’Inter e l’incavolato Luciano Spalletti hanno mostrato da subito dei limiti imprevisti.
Forse hanno ragione i social nell’affermare che nella formazione schierata mancavano Vidal e Modric, i sogni nerazzurri di luglio e agosto. Ma Luciano ha tempo e modo per smentire i milioni di denigratori.
Le note liete e gradevoli le ascoltiamo a Bergamo ed Empoli. L’Atalanta nel posticipo di lunedì, dopo essere approdata ai play off nell’Europe League dove affronterà il Copenaghen, con estrema facilità, 4-0, si è sbarazzata di un innocuo Frosinone. Un tantino più arduo il compito dell’Empoli che al ritorno in A se l’è dovuta vedere con un arcigno Cagliari che ha regolato col classico 2-0.
La sorpresa giunge dal derby emiliano con un arrembante Spal che espugna il Dall’Ara 1-0 e semina zizzania nelle fila del Bologna.
Per i funesti eventi del Ponte Morandi a Genova le gare Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa sono state rinviate.
La seconda giornata è sufficientemente ricca di suspense per Juve-Lazio, Napoli-Milan e Inter-Torino, partite che nei passati tornei si incontravano dopo la quinta, sesta giornata, ma le forzature televisive oltre ad imporre lo spezzatino di fine settimana hanno stravolto anche le ovvie logiche adottate per decenni.
Superfluo ed indecoroso lagnarsi poi se gli stadi, fatta eccezione delle poche elette, mostrano spicchi di spalti sempre più vuoti.
Giovedì 30 agosto a Montecarlo avverrà il sorteggio per i gironi di Champions e noi, da quest’anno, avremo quattro club: Juventus, inclusa nella prima fascia, Napoli, nella seconda fascia, poi Roma, tra seconda e terza fascia, ed Inter, in quarta fascia.
La prima giornata si disputerà il 18 e 19 settembre. A febbraio e marzo 2019 gli ottavi di finale, i quarti di finale ad aprile, a maggio le semifinali ed il 1° giugno la finale all’Estadio Metropolitano di Madrid, utilizzato dall’Atletico per le gare casalinghe.
Ma allora perché riteniamo ci siano delle ombre?
Perché negli ultimi 15 anni, dal campionato 2002-2003 sono fallite 156 società professioniste, tra Serie A, Serie B e Serie C,
Nell’elenco sono compresi club che hanno scritto pagine importanti del calcio italiano, vedi Napoli, Fiorentina, Torino per finire alle ultime di questi giorni Cesena, Bari.
Per la prima volta nella ultra secolare storia della Figc il prossimo campionato di Serie B sarà disputato da 19 club. E sarà la prima volta anche per la Serie C a disputare un torneo con 19 squadre per ogni girone.
Sono in corso dichiarazioni avvelenate e minacce di ricorsi ai vari Tar regionali tra società e leghe varie, a tutto danno degli stessi attori e protagonisti. Un odore nauseabondo del quale non se ne avverte la necessità.
Se non si avrà il coraggio di intervenire con austerità nel far rispettare la legge ed i regolamenti il marciume continuerà a proliferare e ad espandersi. A subirne le conseguenze saranno coloro che amano questo sport che anni addietro era descritto come il più bello del mondo.
bruno galante
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