Riapre la caccia come al solito tra polemiche e denunce
Anche quest’anno nel nostro paese le doppiette tuoneranno in anticipo rispetto all’inizio della stagione venatoria il 16 settembre.
Ben 15 regioni, infatti, hanno autorizzato la preapertura della caccia, stabilita, nella maggioranza dei casi, per sabato 1° settembre.
Questo vuol dire un numero maggiore di giorni di apertura, con punte massime in Piemonte e Marche (+7), e in Sicilia, dove i giorni in più risultano 15.
“Sebbene consentita dalla legge la preapertura della stagione venatoria è una pessima abitudine, priva di esigenze ambientali”, afferma in un comunicato la Lipu-BirdLife Italia: “Disturba le delicate fasi finali della nidificazione di molte specie e, in particolare, della tortora selvatica, classificata Spec 1 (globalmente minacciata di estinzione) da BirdLife International”.
Nonostante la richiesta di una moratoria da parte della Commissione europea e l’invito del Ministero dell’Ambiente a evitare ogni forma di preapertura della caccia a questa specie, infatti, tutte le 15 regioni la hanno inserita tra quelle cacciabili.
La tortora selvatica non è la sola specie a rischio nel mirino dei 600 mila cacciatori italiani.
In molte regioni tra le specie cacciabili in preapertura ce ne sono almeno altre sei che sono minacciate a livello globale, come pavoncella, moriglione, coturnice, tordo sassello.
A queste si aggiungono quelle in cattivo stato di conservazione come l’allodola e, dove presente, la pernice bianca.
“Le regioni italiane soddisfano, ancora oggi, ogni richiesta venatoria, come fossero una sorta di bancomat della caccia, dimenticando che la loro prima missione è tutelare la natura”, afferma la Lipu-BirdLife Italia.
Paradossale, osservano gli ambientalisti, la situazione in Puglia, dove a poche ore dalla preapertura non è ancora stato pubblicato il calendario venatorio, che per legge dovrebbe essere ufficiale entro il 15 giugno.
“Un caso clamoroso, anche per la perdurante assenza del Piano faunistico regionale, strumento essenziale per poter svolgere l’attività venatoria in un modo, almeno teoricamente, sostenibile”, sottolinea la Lipu-BirdLife Italia, che su questo ed altri aspetti annuncia azioni giuridiche a livello regionale e internazionale.
Raimondo Adimaro
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