In Cina vogliono illuminare una metropoli con un satellite
Addio lampioni: in Cina la città di Chengdu vorrebbe sostituire l’illuminazione elettrica stradale con una luce del tutto inedita e molto potente, quella di una luna artificiale.
La stampa nazionale e internazionale, fra cui il quotidiano britannico The Guardian, ha riportato questa notizia, curiosa e sorprendente, che fa riferimento alla fonte cinese People’s Daily Online.
Stando al People’s Daily, l’idea è appena stata lanciata da Wu Chunfeng, capo dell’Aerospace Science &Technology Microelectronics System Research della città di Chengdu, che prevede la realizzazione del piano per il 2020.
Chengdu è situata nel sud-ovest della Cina ed è il capoluogo della provincia di Sichuan. Si tratta di una città molto estesa, dalle dimensioni di più di 12.000 chilometri quadrati.
Per rendere meglio l’idea è sufficiente sapere che la superficie di Roma è pari a 1.287 chilometri quadri e quella di Città del Messico a 1.485.
Oltretutto è anche molto popolosa, con più di 14 milioni di abitanti (dato 2014).
Insomma, qualora la notizia fosse confermata, l’impresa di dare la luce a tutte le strade con una nuova luna finta sarebbe davvero straordinaria.
L’ipotesi, dunque, sarebbe quella di lanciare la luna artificiale nel 2020, che possa affiancare la luna originale.
I test sono iniziati anni fa ed ora i tempi sono maturi, riferisce Wu Chunfeng.
E secondo gli studi che ha condotto la luminosità del nuovo satellite risulta essere molto elevata, otto volte superiore rispetto a quella della luna reale.
Il diametro che potrebbe ricevere l’illuminazione va da 10 a 80 chilometri (facendo i calcoli, potrebbe coprire un cerchio di superficie fino a 5.000 chilometri quadri).
Ma non tutti sono d’accordo, riferisce il People’s Daily, e alcune personalità politiche ed anche studiosi esprimono preoccupazione, si potrebbe verificare la possibilità che le luci riflesse dallo spazio possano comportare una qualche reazione imprevista nella vita quotidiana di alcuni animali oltre ad interferire con le osservazioni astronomiche.
Tuttavia, Kang Weimin, il direttore dell’Istituto di ottica, presso la Scuola Aerospaziale dell’Harbin Institute of Technology, sostiene che la luce della luna artificiale somiglia parecchio al bagliore del pulviscolo, dunque non dovrebbe incidere sulla routine degli animali.
L’idea tecnologica nasce però da un’ispirazione di un artista francese, che aveva immaginato di appendere una collana di specchi sopra la terra per riflettere la luce del Sole nelle strade di Parigi tutto l’anno.
Del resto, non è la prima volta che l’idea di un gigantesco specchio possa essere utilizzato per potenziare l’illuminazione.
Negli anni ’90 un gruppo di astronomi e ingegneri russi realizzarono un breve test, chiamato Znamya, nel quale una serie di specchi lanciati nello spazio hanno deviato i raggi solari proiettando la luce sulla terra nell’emisfero notturno.
Riccardo Dinoves
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