I rapporti con la Francia si ingarbugliano ogni giorno di più
Sull’arco alpino occidentale cominciano ad addensarsi nuvoloni grigi che non promettono nulla di buono. L’altezzoso e borioso Emmanuel Macron oltre ad essersi infilato in una situazione interna tra le più complicate ora ha scatenato un mezzo putiferio con l’Italia a tal punto che ai confini francesi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha deciso di inviare le forze di Polizia per bloccare i continui sconfinamenti in territorio italiano da parte della Gendarmerie.
Monsieur Macron insidiatosi dal 14 maggio 2017 ad oggi ha perso per strada un numero esagerato di ministri.
A Giugno 2017 si dimisero il ministro della Giustizia, François Bayrou, il ministro degli Affari europei, Marielle de Sarnez, il ministro della Coesione territoriale, Richard Ferrand ed il ministro delle Armate, Sylvie Goulard. Il 29 agosto 2018 si dimette Nicolas Hulot, ministro dell’Ecologia.
Il 4 settembre presenta le dimissioni Laura Flessel, da ministro dello Sport. Il 3 ottobre scorso se ne va sbattendo la porta Gérard Collomb, ministro dell’Interno, braccio destro e grande sponsor del Macron iniziale. In un anno e mezzo sette ministri dimissionari.
A settembre durante un’intervista televisiva dichiara: “Manca l’umiltà. In greco c’è una parola, hubris, che rappresenta la maledizione degli dei quando, a un certo punto, diventi troppo sicuro di te e sei convinto di poter vincere sempre”.
In un recente sondaggio di Elabe per BFM tv, il 79% dei francesi ritiene “autoritario” il suo presidente ed il 71% lo ritiene “arrogante”.
Subito dopo aver rassegnato le dimissioni Collomb accusa Macron di disinteresse dei problemi sociali, di essere stato impossibilitato ad agire contro un’immigrazione incontrollata, contro la mancanza pressoché totale di sicurezza in intere aree del Paese oramai in mano a islamici, a spacciatori, a criminali.
Territori degradati e abbandonati alla giurisdizione islamica.
“Signor primo ministro, ho un messaggio da trasmettere. Sono andato in tutti questi quartieri (controllati dagli islamici, ndr), da quelli settentrionali di Marsiglia, dal quartiere Mirail di Toulouse, fino alla cintura parigina di Corbeil, Sevran e Aulnay. La situazione è eccessivamente degradata e l’espressione “reconquista repubblicana” è particolarmente esemplificativa, perché oggi in queste aree si è imposta la legge del più forte: quella degli islamici e dei narcotrafficanti, sono loro ad aver preso il posto della Repubblica. Dobbiamo dare sicurezza a questi quartieri, ma credo che sia essenziale cambiarli radicalmente. Sono dei ghetti”.
Chi ha avuto il coraggio di visitare le banlieu delle medio-grandi città francesi sa bene quale sia il pericolo di avventurarsi da soli o in compagnia di una donna per quelle strade, sia di giorno, ma sopratutto, al calar del sole.
In quelle vie sembra d’essere sulle sponde meridionali del Mediterraneo, per l’aria che si respira, per le facce che si vedono, per gli sguardi che assalgono.
In quelle banlieu la legge francese è stata soppiantata, oramai da decenni, dalla shariah che impone il razzismo contro gli occidentali, ove vige l’antisemitismo, legge mussulmana che predica il sessismo concreto, quello che posiziona la donna due gradini al di sotto dell’uomo, donna che viene considerata inferiore e priva di dignità e come tale va trattata.
Collomb ha trovato il coraggio di parlare e di sbattere la porta, consapevole della realtà odierna, lui che dal 25 marzo 2001 al 17 luglio 2017 ha ricoperto la carica di sindaco a Lione, terza città più popolosa di Francia dopo Parigi e Marsiglia, per cui conosce molto bene la realtà quotidiana di tante contrade.
Ecco perché ha puntato il dito contro Macron ed il suo governo a causa dell’immigrazione incontrollata e del diritto d’asilo, migranti che vanno fermati perché “la situazione è già ingestibile”.
Di qui la necessità di una “reconquista repubblicana” prima che sia troppo tardi e si giunga allo scontro frontale violento e cruento.
Un’accusa gravissima contro l’attuale governo e i suoi predecessori che hanno consentito l’invasione strisciante e progressiva, riducendo la Francia ad un avamposto musulmano in Europa.
Ove oggi risiedono 5,7 milioni di islamici che rappresentano il 9,7% della popolazione che entro un paio di decenni potrebbero divenire il 12,7%.
Colonizzazione che è avvenuta a partire dalle scuole ove si è imposta la cultura delle ‘scuse’ ai nuovi arrivati, cultura comprensiva e permissiva, con l’intento dell’accoglienza e della fratellanza la scuola è divenuta complice della catastrofe attuale non difendendo la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni.
Dal 16 ottobre Cristophe Castaner ha preso il posto di Gérard Collomb al ministero dell’Interno e tra gli obiettivi primari da raggiungere vi è la violenza diffusa a macchia di leopardo sul tutto il territorio nazionale e l’immigrazione.
“Ove ci accorgeremo che la Repubblica si sta ritirando dobbiamo agire, recupereremo metro quadro per metro quadro di sovranità in alcuni quartieri. Sarà una battaglia” ha commentato Castaner.
Battaglia che è deciso ad intraprendere Matteo Salvini per bloccare la Gendarmerie che da tempo sbologna migrantes sul territorio italiano.
Il titolare del Viminale rivolgendosi ai colleghi d’Oltralpe non ha usato frasi complesse e ingarbugliate: “L’Italia non è più pavida, rassegnata ad essere il campo profughi d’Europa e che prende ordini da Bruxelles e da Berlino. Siamo un Paese che ha rialzato la testa, chi non l’ha ancora capita se ne renda conto”.
Nel frattempo si stanno polverizzando i capi d’accusa dell’inchiesta promossa dal pm di Agrigento Luigi Patronaggio, il leader della Lega era indagato per sequestro aggravato di persona, sequestro di persona, abuso di ufficio e arresto illegale per non aver fatto scendere subito i 190 migranti a bordo della Diciotti lo scorso agosto.
Piero Vernigo
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