Quando l’arte abbraccia il Parkinson, scienza e ricerca
In occasione del convegno “Fresco International Workshop on Synoptic Plasticity and Advances in Parkinsons’s Disease” mercoledì 14 novembre le sale della mostra (Marina Abramovic: the cleaner) hanno ospitato una coreografia dei Parkinson Dancer di Dance Well appositamente pensata per gli spazi di Palazzo Strozzi e dedicata ai partecipanti del convegno.
L’iniziativa è stata organizzata e sviluppata in dialogo con il Fresco Parkinson Institute, eccellenza internazionale per la ricerca e la cura sul Parkinson e i disturbi del movimento.
Una serie di appuntamenti dedicati permetteranno ai partecipanti di entrare in relazione con le opere della grande artista che ha dedicato la sua carriera alla sperimentazione sul corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità fisiche, espressive e comunicative.
Ogni lunedì, durante l’orario di apertura della mostra, un gruppo di circa dieci persone sarà invitato a sperimentare differenti modalità di interazione con gli spazi e le opere esposte nelle sale, utilizzando il linguaggio verbale, il movimento e la danza.
Obiettivo del progetto è la creazione di una nuova offerta culturale della Fondazione Palazzo Strozzi dedicata all’inclusione e alla sperimentazione di possibili modalità per entrare in relazione con l’arte attraverso il corpo.
Il Fresco Parkinson Institute è stato creato nel 2015 per coordinare le attività dei centri italiani dedicati alla ricerca e alla cura dei disordini del movimento con le attività del Fresco Parkinson Institute al Marlene and Paolo Fresco Institute for Parkinson’s and Movement Disorders presso il NYU Langone Health.
Il suo principale scopo è quello di formare una rete di eccellenza in Italia, il “Fresco Poles of Excellence Network”, creando centri altamente qualificati che rispondano ai criteri di “Centers of Excellence”, così come definiti dalla National Parkinson Foundation.
Questo obiettivo sarà realizzato attraverso la promozione di progetti di ricerca congiunti, scambi e trasferimenti di informazioni scientifiche.
L’arteterapia nella malattia di Parkinson non è un semplice passatempo per alleviare il peso delle giornate, ma una vera e propria cura che si basa su solide dimostrazioni scientifiche di efficacia.
Lo ha spiegato a Firenze, nel corso del Fresco International Workshop sulla plasticità sinaptica e i progressi nella malattia di Parkinson, Alberto Cucca, neurologo, uno dei ricercatori italiani che, grazie al sostegno della Fondazione Fresco, sta portando avanti le proprie sperimentazioni presso la New York University.
“È noto che la malattia di Parkinson si accompagna a disturbi visivi dovuti a degenerazione della retina, alla perdita di alcune funzioni oculomotorie che portano a una riduzione del campo visivo e infine anche alla comparsa di disturbi cognitivi legati alla visione, come una compromissione dell’esplorazione dello spazio intorno al paziente, della percezione del movimento e delle abilità visuocostruttive” ha spiegato Cucca.
Dalla consapevolezza di questi danni, dovuti alla compromissione del sistema nervoso, è nata l’idea di utilizzare l’arte a fini riabilitativi.
“La creazione artistica coinvolge i sistemi visivi di più alto livello, quelli legati al processamento cognitivo delle immagini” spiega ancora Cucca. “Per esempio, molti artisti utilizzano le discontinuità tra i contrasti per definire la profondità degli spazi, in modo che il cervello riconosca la tridimensionalità anche laddove il dipinto è, come è ovvio, in due dimensioni”.
Altri fenomeni fisiologici, come quelli legati alla visione di colori simili e delle sfumature di colore, mettono in moto altre vie che collegano gli occhi al cervello.
Per quantificare scientificamente le proprietà riabilitative dell’arteterapia, Cucca e collaboratori hanno messo a punto uno studio sperimentale chiamato ExplorArtPD, che vuole anche diagnosticare con maggiore precisione i disturbi della visione che si accompagnano alla malattia di Parkinson.
Il protocollo messo a punto dal progetto ExplorArtPD prevede che la terapia venga somministrata da personale specializzato in arte terapia.
La Fondazione Fresco avvierà, a partire dal mese di Gennaio 2019, una accademia di formazione rivolta alle figure che si prendono carico dei malati di Parkinson.
Non solo medici, dunque, ma anche terapisti che utilizzano l’arte o la musica per migliorare la qualità di vita dei pazienti e che vogliono farlo con un approccio rigorosamente scientifico.
Info: www.frescoparkinsoninstitute.it www.med.nyu.edu/parkinson/
Roberto Cantini
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