I gilets jaunes sfilano sugli Champs Elysées contro Macron
Poco più di mezzo secolo fa, maggio-giugno 1968, Parigi ha vissuto momenti di alta tensione scatenati dalla gioventù studentesca, caratterizzati da motivazioni sociali, politiche e filosofiche.
Pare di vedere le identiche scene di allora con i manifestanti che sabato mattina, 24 novembre, hanno invaso i centri delle principali città francesi per manifestare contro il carovita, l’aumento della benzina e i continui balzelli imposti da Emmanuel Macron.
A guidare la manifestazione i “gilets jaunes (giubbotti gialli, ndr)” un movimento spontaneo e privo di connotazioni partitiche lanciato a fine maggio da Priscilla Ludosky, una commessa 32enne di Savigny-le-Temple nel Seine-et-Marne, per denunciare l’aumento della benzina, 3 centesimi, e del diesel, 6 centesimi. In due giorni il messaggio riceve 800mila firme.
Il 18 ottobre Jacline Mouraud, fisarmonicista e ipnoterapeuta di 51 anni.
Pubblica un video di sproloqui su Facebook che in poche video viene visto da oltre 6 milioni di persone.
Il 21 ottobre Eric Dronet, lancia un appello “il blocco nazionale contro l’aumento del carburante”, nasce la decisione di bloccare tutte le strade e nascono slogan contro il governo gabella.
Non vi sono leader né portavoce.
Per individuarsi sono invitati a mettere dietro il parabrezza la casacca fluorescente gialla che gli automobilisti indossano in caso di incidente.
Macron ed il suo governo sottovalutano e snobbano, convinti che si tratti di un malessere superficiale e passeggero.
Durante tutta la settimana vi sono stati focolai appiccati su tutto il territorio francese e per sabato 24 avevano programmato una manifestazione a Parigi sugli Champs-Elysées con l’intenzione di raggiungere successivamente il Palazzo del Presidente della Repubblica in Faubour-St-Honoré.
Già dalla prima mattinata sono confluite alcune migliaia di giubbotti gialli alcuni dei quali hanno attaccato la polizia che ha risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.
La dimostrazione è degenerata e vi sono stati diversi arresti.
Sono state erette numerose barricate, il pietrisco stradale è stato utilizzato come proiettili e una trentina una trentina di persone ha rovesciato un rimorchio collegato a un ponteggio nei pressi del famoso ristorante del Fouquet.
I giubbotti gialli si muovono cantando la Marsigliese e sbandierando cartelli con slogan “Macron ladro” e “Macron dimissioni”.
Il malcontento è oramai diffuso in tutta Europa, si è creata una profonda divisione tra il potere politico-finanziario e la gente comune che incontra sempre più difficoltà a condurre una vita dignitosa e scevra di preoccupazioni continue, specie di natura economica e sociale.
I politici trascorrono le giornate al riparo del malessere quotidiano e degli scontrini dei supermercati, imbacuccati nei loro sontuosi privilegi e benefit che si trasformano in fette di prosciutto talmente spesse da oscurare completamente la realtà.
Riccardo Dinoves
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