Red Land–Rosso Istria il film dei crimini comunisti slavi
Nella tabella dei significati dei colori il rosso è il simbolo dell’odio e della collera, qualche collegamento con il colore preferito dai compagni e dai comunisti deve avercelo visto che è nella loro indole odiare e calpestare chi non la pensa come loro.
Ovunque siano andati al potere il primo passo compiuto è stato quello di eliminare l’opposizione, chi la pensa in maniera diversa e quanti non si allineano alle loro convinzioni.
Oggi i compagni etichettano quanti non la pensano come loro con il marchio di fascista e di razzista.
Qualsiasi iniziativa che racconta una realtà a loro scomoda devono boicottarla, l’ultimo esempio è quello della pellicola Red Land – Rosso Istria, pellicola che racconta le carognate commesse dai comunisti della scomparsa Jugoslavia nei confronti di donne, anziani e bambini.
Massacri e omicidi nascosti e oscurati dai compagni italiani.
Non c’è critica meno costruttiva di quella dettata dall’odio politico.
Il livore ideologico è un sentimento che allontana dalla realtà e dal buon senso.
È simile ad una febbre con allucinazioni.
E allora può capitare di perdere il controllo e che di fronte allo stupro e all’infoibamento di una ragazza inerme qualcuno arrivi persino a pensare: “Beh, era una fascista”.
Quella ragazza è Norma Cossetto che a 22 anni è stata massacrata dai partigiani del maresciallo Tito per non aver rinnegato la sua italianità.
Qualche giorno fa il film che racconta la sua storia è approdato al Cinema Zero di Pordenone mandando su tutte le furie un gruppetto di nostalgici del comunismo jugoslavo.
Il motivo? La pellicola non è sufficientemente infarcita dei classici cliché della mitologia resistenziale e i partigiani non fanno la parte degli eroi ma dei macellai.
La dinamica dell’accaduto la denuncia il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Basso dal suo profilo Facebook: “In occasione della proiezione di Red Land – scrive il consigliere – il sedicente Partito Comunista si è macchiato dell’infamia di consegnare un volantino che riporta falsità storiche innegabili”.
Nel volantino dei “compagni” Norma viene accusata di essere “una fascista, esponente della gioventù universitaria fascista e figlia di Giuseppe Cossetto segretario del Fascio del Comune di Santa Domenica di Visinada e già podestà di quel Comune”.
Come ad insinuare, neanche tanto velatamente, che la poveretta se l’è meritato tutto il male che le hanno fatto.
Un concetto che diventa più esplicito nelle righe successive.
Alla luce dei “massacri compiuti dai fascisti a danno della popolazione jugoslava”, infatti, chi ha scritto il volantino si chiede: “È tanto strano se poi ci furono alcune vendette?”. Alcune. Vendette.
Che tutte sommate fanno circa 11mila vittime.
Ma per i fanatici della stella rossa Red Land “è un film di pura propaganda” dove “i fatti storici vengono romanzati” e “l’immagine dei partigiani viene denigrata”.
Nel frattempo il consigliere Basso ha annunciato che si rivolgerà alle autorità competenti “per valutare eventuali ipotesi di reato, ascritte all’ignoranza più spinta unità alla volontà esplicita di seminare odio e miscredenza”.
Ecco perché la risposta delle istituzioni deve essere soprattutto “di tipo culturale”, sottolinea Basso, che sta già lavorando per proiettare Red Land nelle scuole di Pordenone.
la Redazione
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