I tanti avvenimenti del 2018 saranno ricordati a lungo
Il 2018 è stato un anno caldo. E lo è stato sia in senso letterale che in senso figurato. In senso letterale per le temperature record registrate in estate, così come in autunno. In senso figurato, almeno in Italia e in Europa, per i tanti episodi che si sono manifestati.
Sotto il profilo climatico, la scorsa estate è stata una delle più calde mai vissuta, ma anche l’autunno non lo è stato da meno. Il mese di ottobre è stato il secondo più caldo mai registrato degli ultimi decenni.
A dirlo è la National Oceanic and Atmosferic Administration (Noaa). Ente governativo americano che ha realizzato una mappa in cui è mostrata dove la scorsa estate è stata più calda rispetto alla media.
In Italia si è votato e le urne hanno indicato in maniera netta il partito perdente, quel Pd che ha governato il Paese nell’ultimo quinquennio.
Un partito che alle europee 2014 aveva superato il 40% e alle politiche di marzo scende abbondantemente sotto il 20%, evento più unico che raro nella storia delle repubbliche occidentali.
Altro argomento di notevole importanza per il 2018 è stato la chiusura dei porti ai gommoni e alle navi ong che traghettavano i migranti da una sponda all’altra del Mediterraneo. La nave Aquarius, respinta dall’Italia, fu costretta a dirigersi verso la Spagna con 629 migranti a bordo.
Dal 1° gennaio al 21 dicembre 2018 ne sono sbarcati in tutto 23.187 mentre nel solo mese di ottobre 2016 ne sbarcarono 27.384, oltre 4.000 in meno, ed a giugno 2017 ne arrivarono 23.526.
Altro dato significativo è quello dei minori sbarcati che nel 2016 furono 25.846, nel 2017 invece 15.779 mentre nel 2018 appena 3.492. Un crollo verticale inimmaginabile un anno fa.
La prima conseguenza di tale iniziativa è il blocco dei fondi destinati alle migliaia di giovanotti che bighellonano nelle città oziando dalla mattina alla sera, il secondo passo è quello di ridurre drasticamente la quota di 35 euro cadauno.
L’altro tema che ha caratterizzato il dibattito pubblico italiano è quello che ha riguardato il mondo del lavoro.
Il 2018 è stato l’anno che ha visto l’approvazione del decreto Dignità. Insieme di norme volute dal vicepremier Luigi Di Maio, nelle intenzioni del quale dovrebbero rendere meno conveniente assumere con contratti precari.
E che, nella visione di alcuni critici, potrebbe far crescere la quota di chi è senza lavoro. Ecco, stando a Istat, come si è evoluto il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno.
Facendo riferimento ai dati Istat alla fine di agosto la tendenza era verso una riduzione. Da settembre la disoccupazione, specie quella giovanile, ha ripreso a crescere.
Agosto è il mese in cui è entrato in vigore il decreto Dignità, mentre settembre è quello in cui si concludono i contratti stagionali estivi che caratterizzano settori come il turismo e il commercio. Per questo è difficile valutare se tale incremento sia legato alla nuova legge oppure no.
Nello stesso mese di agosto, il 14, a Genova crolla una campata del ponte autostradale Morandi che fa registrare 43 vittime e 9 feriti, crollo dovuto all’incuria e alle mancate accurate manutenzioni da parte della società Autostrade per l’Italia, gruppo Benetton, che pratica le tariffe autostradali più care d’Europa.
Il 2018 sarà ricordato dagli sportivi come uno dei più nefasti per il calcio azzurro per la mancata partecipazione della nazionale ai Campionati del Mondo disputatisi in Russia.
Una debacle storica che ha visto come protagonisti l’ex ct Giampiero Ventura e l’ex presidente Figc Carlo Tavecchio i quali non sono stati capaci a superare la fase eliminatoria pur trovandosi in un girone tra i più agevoli.
Entrambi privi di esperienze internazionali e di palmares adeguato a dirigere una formazione quattro volte campione del mondo.
Torneo mondiale vinto inaspettatamente dalla Francia guidata da Didier Deschamps che viene etichettata come nazionale multietnica visto che oltre metà dei bleu proviene dal continente africano.
Francia che sale alla ribalta internazionale per gli scioperi a macchia d’olio che bloccano strade e città per l’aumento del costo dei carburanti da parte dei gilets jaunes, agitazioni che inducono il premier Emmanuel Macron a bloccare i programmati aumenti e a ridurre i prezzi di benzina e gasolio.
Vecchio continente in subbuglio anche in Germania dove Angela Merkel subisce continue e pesanti sconfitte in diverse consultazioni elettorali nei Land sempre stati favorevoli alla Cdu, debacle che inducono la premier a decidere di abbandonare lo scenario politico nel tentativo di arginare la pesante caduta sopratutto in previsione delle prossime consultazioni europee che si terranno a maggio prossimo.
Il continuo avanzare delle destre e delle estreme destre nel vecchio continente potrebbe portare ad una svolta significativa nel parlamento europeo dopo anni di dominio dei partiti di centro e di centrosinistra.
Il dominio costante del potere da parte di tedeschi e francesi hanno creato malumori un po’ ovunque il maggiore dei quali ha determinato l’uscita da Bruxelles della Gran Bretagna mentre ancora non si è placato il malcontento nei paesi della ex cortina di ferro.
È un’Europa che scricchiola di continuo e che, qualora non invertisse rotta e comportamento, rischia di collassare.
Il 2019 potrebbe chiarirlo.
Raimondo Adimaro
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